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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 4 APRILE 2019 C ome ci dice la quarta di copertina, la nav- igazione stimata è un termine nautico usato per deter- minare la direzione e la distanza percorsa da una nave senza stru- mentazione. È così che i due autori di "Dead Reckoning", Andrei Guruianu e Anthony Di Renzo, sono guidati da istinti e intuizioni, senza il consueto aiuto di apparati accademici di riferi- menti e note, nella direzione verso la quale la civiltà occidentale è diretta, verso il disastro o la salvezza e la possibile rinascita. Il poeta rumeno-americano Guruianu insegna scrittura alla New York University e ha pubbli- cato due libri di poesie. Di Renzo è un professore associato di scrit- tura presso l'Ithaca College e ha anche pubblicato diversi libri. Più recentemente ha recensito in questa rubrica il suo romanzo, "Trinacria, racconto della Sicilia borbonica" (Trinàcria: A Tale of Bourbon Sicily). I lettori de L'Ita- lo-Americano lo conoscono anche come l'autore della rubrica Le Pasquinate, dove si propone come segretario dell'immaginario Pasquino nelle sue sempre diver- tenti meditazioni sulla storia d'I- talia e della Città Eterna. "Dead Reckoning" è una med- itazione sul potere e sul denaro che entrambi gli autori ritengono abbia diretto il corso della storia dell'Europa e dell'America. Come ci dice l'eredità europea degli autori, l'America e l'Europa sono legate dalle tradizioni e dalle per- sone che condividiamo. Il libro è diviso in dieci diverse sezioni. Non dirò capitoli perché questo darebbe al lettore l'impres- sione sbagliata: non si tratta di un'opera convenzionale. Infatti, il lettore è libero di iniziare a leg- gere da qualsiasi punto del libro. Saltare di qua e di là, andare in fondo, davanti, poi al centro. Ogni breve pezzo di Guruianu e Di Renzo fornisce commenti illumi- nanti sulla storia e la società. Per entrambi gli autori, la memoria gioca un ruolo importante nella vita personale e nella loro visione della storia, in quanto si inserisce, almeno nella loro coscienza, nel processo storico. Nel corso del- l'ultimo secolo e della sua molteplicità di guerre, per non parlare della I e della II guerra, la cultura occidentale ha tradito se stessa, i suoi valori e i suoi impeg- ni nei confronti del popolo. Ciononostante, quest'opera con una tecnica di navigazione cerca di trovare una via d'uscita da una storia così problematica e a volte triste. Per creare l'atmosfera, nella nota di apertura al lettore, usando il viaggio e implicitamente l'im- migrazione come sua metafora, Guruianu scrive: "La speranza ha riempito le nostre vele. Abbiamo viaggiato sempre verso Ovest verso la Nuova Atlantide d'Amer- ica". Indipendentemente dalle secche che Guruianu vede nelle acque che lo circondano, esprime sempre un senso di speranza. Guidandolo, così come guida il lettore, la memoria diventa il suo e il nostro progetto. Come viag- giatori, sia Guruianu sia Di Renzo sono esuli sempre alla ricerca di quel rifugio sicuro, di "un santu- ario fisico" tra le rovine lasciate da guerre, dittature, potere e denaro. Guruianu è meditativo, intro- spettivo, preoccupato di ciò che chiama la "propaganda del sé", che deve "rompere con il circo solenne" e dettare i pensieri e la direzione dell'individuo. La sua persona lotta contro il "tedio fuor- viante che copre tutto come un ombrello". Da americano rumeno, Guruianu medita sul fallimento del comunismo rumeno, in parti- colare sotto il regime corrotto e disastroso di Nicolae Ceausescu. All'inizio della sua sezione si riferisce alla corruzione all'in- grosso di un ideale, in cui l'ideal- ismo di un movimento è svilito dalla vendita a 20 $ di magliette con lo slogan "Workers, Unite!" Questi movimenti, si lamenta, frammentano e fanno a pezzi la politica identitaria, separano e dividono le persone piuttosto che unirle. Nel tentativo di salvare la cul- tura occidentale e il sé dal loro tuffarsi a capofitto in un nuovo disastro, egli continua a riflettere su filosofi, poeti, romanzieri, criti- ci sociali e dittatori. All'inizio del lavoro, intitola un breve para- grafo, "Because We Are Meant to Be Forgotten", cioè "perché siamo condannati a dimenticare" dove la storia minaccia di condannare il sé all'"imitazione". Se la storia è un palinsesto, come egli presuppone più avanti nelle sue sezioni, speri- amo che non venga sovrascritta con la stessa narrazione storica sbagliata. Egli sostiene che c'è ancora speranza di cambiamento nel viaggio dell'io esiliato alla scoperta di sé stesso. Di Renzo si sofferma su temi simili nelle sue sezioni alternate. All'inizio di una sezione intitolata "Ridere nelle rovine", citando Milan Kundera, annuncia che "La lotta dell'uomo contro il potere .... è la lotta della memoria contro il dimenticare". Questo può anche essere usato come tema per l'in- tera opera. Nei suoi pezzi, Di Renzo medita sulla storia, la polit- ica e la cultura. In questo proces- so, discute di Alessandro Manzoni e Giuseppe Mazzini, Luigi Piran- dello, Benito Mussolini e Silvio Berlusconi. Questo breve elenco di nomi mostra la presenza di una vera e propria lotta nel tempo, sia buona che cattiva, dalla speranza otto- centesca degli italiani per un'Italia unita e democratica, fino al suo crollo totale nella dittatura del XX secolo. Di Renzo scrive sull'identità europea in America. Tra gli altri, scrive di Andy Warhol, un devoto cattolico il cui vero nome è Anrej Varhola, i cui genitori proveni- vano da una città un tempo in Ungheria, ora in Slovacchia. Rac- conta anche dei programmi radio- fonici romani di Ezra Pound a sostegno di Mussolini durante la II guerra mondiale. La successiva incarcerazione di Pound, che sfugge per un pelo alla pena di morte per tradimento, è una lezione per coloro che sono stati ingannati dall'ideologia. Nella sezione "Storia, aperta agli affari", segue il tema del potere e del denaro e di come anche le rivoluzioni ideali siano corrotte da questi. Racconta scene di Venezia, di come i veneziani contemporanei stanno abbando- nando la bella città lagunare ai "venti milioni di turisti" che, come le maree che salgono in laguna, inondano la città ogni anno. L'industria turistica e il denaro hanno spinto gli abitanti verso luoghi più alti. Le sue brevi sezioni sulla sto- ria e sulla vita italiane sono nar- razioni con personaggi che par- lano con voce propria. In una sezione, Pane e Circhi, passa dal costo del recente restauro del Colosseo al suo uso - e a quello del Circo Massimo - come sito per spettacoli romani. In ogni epoca, Di Renzo vede l'esercizio del potere e del denaro. Per una via d'uscita da questi dilemmi si rivolge a Nietzsche, che un tempo visse a Torino, la casa di "Fiat, Lavazza, Olivetti", a differenza di Nietzsche un "mod- ello di efficienza e razionalità." Come scrive dalla sua casa ital- iana, "Nietzsche avverte l'immi- nente disintegrazione" dei valori occidentali. Ma anche il grande filosofo non fornisce una via d'us- cita dall'influenza del potere e del denaro. Alla fine delle sue sezioni, Di Renzo ricorda il Risorgimento e il suo sogno di un linguaggio comune per unificare l'Italia. Nei Promessi Sposi, ci racconta Di Renzo, Manzoni fece da "ostetrica alla nascita dell'Italia", nel tentati- vo di collegare le regioni che parlavano dialetto del Sud al resto del Paese. Alla fine, si capisce che Guruianu e Di Renzo stanno cer- cando nei loro frammenti. Non esiste un sistema o un'ideologia che colleghi queste sezioni. Sec- ondo loro, ciò sarebbe fatale alla causa, come lo fu per Pound e altre figure storiche. Scrivono per- ché la speranza non è persa. Come hanno dimostrato, abbiamo ancora la storia, la memoria e la ragione, se le cerchiamo. Mi viene in mente quello che il poeta amer- icano T. S. Eliot disse alla fine del suo poema The Wasteland, che così bene si applica alla nav- igazione di Guruianu e Di Renzo: "Questi frammenti ho puntellato contro le mie rovine. Di Andrei Guruianu & Anthony Di Renzo Dead Reckoning: Transatlantic Passages on Europe & America. Navigazione stimata: passaggi transatlantici su Europa e America LIFE PERSONAGGI RECENSIONI ARTE