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www.italoamericano.org 13 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 4 APRILE 2019 Un giorno nella vita di un... Cavalier Servente I l XVIII secolo, l'età del Barocco: viene in mente V e n e z i a , i n s i e m e a l l e chopines, al profumo di frangipane e viole e alla rivalità di Mozart-Salieri. In quegli anni, Vivaldi stava com- ponendo le sue Quattro Stagioni, Casanova faceva impazzire dal desiderio le sue dame ed era persino riuscito a sfuggire ai Piombi, la prigione più famosa di Venezia. Il XVIII secolo è stato la sin- tesi dell'eleganza e della coquet- terie, e ispira ancora oggi quegli splendidi costumi che amiamo vedere al Carnevale di Venezia ogni anno. Ma non fraintendete- m i , q u e l l o c h e è s u c c e s s o a Venezia, non avveniva solo a Venezia, quindi astenetevi dal pensare che il Cicisbeo, o Cava- lier servente, la gioiosa figura al centro di questo articolo, fosse solo una cosa della Serenissima. No! I Cicisbei erano dappertutto in Italia, perché le facoltose sig- nore del Belpaese si divertivano ad avere un compagno bello e servile quando il loro marito non lo era. Sì, del Belpaese, perché il Cicisbeismo, la pratica comune di diventare un Cicisbeo, era tipicamente e solo italiana. M a c h i e r a i l C i c i s b e o ? Noto anche come Cavalier ser- vente, come detto, era il fedele galante di una donna sposata, che aveva il dovere di presen- ziare con lei quando si presenta- va in pubblico, intrattenerla e accompagnarla agli eventi mon- dani. Era anche coinvolto romanti- camente e sessualmente con la sua amante? Forse. L'origine del fenomeno è incerta, ma Stend- hal, grande autore francese ma conoscitore di tutto ciò che era italiano, ha dato una spiegazione abbastanza convincente: ritene- v a i n r e a l t à , c h e g l i i t a l i a n i avessero ereditato la tradizione del Cicisbeismo dagli Spagnoli (che avevano una figura simile: i l c o r t e j o ) d u r a n t e i l l o r o dominio sulla penisola tra il XVI e il XVII secolo. E per e s s e r e o n e s t i c o n S t e n d h a l , potrebbe aver avuto ragione a crederlo, perché Matteo Bandel- lo, scrittore della metà del XVI secolo, menzionava che ogni n o b i l d o n n a i n q u e l p e r i o d o aveva un "braccere", un gentilu- o m o c h e a v e v a i l d o v e r e d i "prestarle il braccio" (Braccere viene da braccio) quando suo marito non era nei paraggi. Il Cicisbeismo era comune in tutta la penisola, ma non è così sbagliato associarlo principal- mente con la città di Venezia, p e r c h é e r a p a r t i c o l a r m e n t e popolare al Nord. E contraria- mente a ciò che leggende metro- politane - e i film - potrebbero c e r c a r e d i f a r c i c r e d e r e , l e relazioni romantiche tra i Cicis- bei e le loro milady non erano così comuni. I Cicisbei avevano una relazione molto intima con le loro donne, ma il loro ruolo era esclusivamente quello di p r o t e g g e r l e d a l l e a t t e n z i o n i i n d e s i d e r a t e d i a l t r i u o m i n i quando i loro mariti non erano nei paraggi. Infatti, un Cicisbeo faceva spesso parte dell'accordo matrimoniale: veniva scelto tra gli amici delle famiglie e, a q u a n t o p a r e , e r a n o r m a l e scegliere qualcuno che la signo- r a n o n a m a s s e f i s i c a m e n t e . Giusto per essere tranquilli. I l C i c i s b e o , i l c u i n o m e potrebbe provenire dal suono "ci-cis" fatto quando si sussurra segretamente all'orecchio di qualcuno - magari nasconden- dosi dietro un ventaglio di pizzo dipinto a mano - accompagnava la sua signora dalla mattina alla sera, e aveva persino il diritto di stare con lei durante la sua toi- l e t t e m a t t u t i n a , q u a n d o l e cameriere l'avrebbero vestita e pettinata. Camminava con lei in g i r o p e r l a c i t t à , a n d a v a i n chiesa, faceva da scorta a cene, balli e serate teatrali, ogni volta che suo marito non era disponi- bile. Ma non poteva dormire con lei, naturalmente. La migliore e più accurata descrizione di un giorno da Cav- alieri serventi viene da Il Giorno di Giuseppe Parini, la rappresen- tazione per antonomasia della satira italiana del Neoclassicis- mo. Parini conosceva bene i Cicisbei e le loro abitudini, per- ché ha vissuto con i Serbelloni, u n ' a r i s t o c r a t i c a f a m i g l i a milanese, per quasi dieci anni: la loro vita è stata d'ispirazione al poema, in cui descrive satirica- m e n t e l e a b i t u d i n i d e l l ' a r i s - tocrazia di quei tempi. E così, i m p a r i a m o c h e i l C i c i s b e o iniziava la sua giornata tenendo compagnia alla sua signora men- tre si vestiva. Si sedeva accanto a lei durante i pasti, sceglieva i piatti migliori per lei e le offriva le posate nel caso in cui amasse servirsi il proprio cibo. Durante q u e l l u n g o e a r i s t o c r a t i c o pomeriggio aristocratico di un tempo, l'avrebbe accompagnata a visitare amici e parenti, intrat- tenendola durante i lunghi e noiosi viaggi in carrozza. In un'epoca in cui le uscite serali erano di rigore, avrebbe offerto c o m p a g n i a a n c h e d u r a n t e l e cene e i balli in cui era presente suo marito, così che lui potesse, Parini sottolinea ironicamente, flirtare con altre donne. Clemente Bondi, altro scrit- t o r e s a t i r i c o d i V e n e z i a , descriveva il Cicisbeo come un "secondo marito" che avrebbe letto per la sua amante, cucinato e persino ricamato i suoi vestiti. Scommetto che questa è più che a l t r o u n a l i c e n z a a r t i s t i c a : potrebbe aver esagerato un po'. Carlo Goldoni, famoso dram- maturgo barocco di Venezia, nelle sue commedie ha creato d i v e r s e f i g u r e d i C i c i s b e o incredibilmente divertenti: date un'occhiata alla "Famiglia degli antiquari" per avere un'idea della sua opinione sull'argomento. Descrizioni letterarie a parte – ma, badate, quella di Parini è piuttosto azzeccata - chi erano veramente i Cicisbei? Secondo g l i s t o r i c i , d i s o l i t o appartenevano a famiglie aristo- cratiche cadute in disgrazia, che non potevano permettersi di con- durre il sontuoso stile di vita a cui aspiravano con i loro unici mezzi e quindi accettavano di diventare servitori glorificati per donne aristocratiche in cambio di denaro, ricchezza e status. Dovevano seguire regole molto rigide, vestirsi sempre in modo appropriato, essere puliti, profu- mati e truccati (non dimenticate che anche gli uomini usavano il trucco). Dovevano anche essere r e l a t i v a m e n t e c o l t i , p a r l a r e alcune lingue straniere ed essere in grado di intrattenere conver- sazioni intelligenti nei salotti più prestigiosi della società locale. La moda del Cicisbeismo era comune, ma disapprovata da molti: la Chiesa la considerava un segno di decadenza morale, mentre una parte della stessa aristocrazia non la gradiva, per- ché era percepita come inutile, come un simbolo della perdita di lignaggio e purezza. P o v e r i C i c i s b e i ! E r a n o l a c o n t r o p a r t e m a s c h i l e d i u n a cameriera, probabilmente un a c c e s s o r i o g r a d e v o l e p e r l e donne più ricche del Nord Italia, u n a c o m p a g n i a p e r d o n n e facoltose trascurate dai mariti. Un po' toy-boy, un po' migliore amico, un po' guardie del corpo: quanto deve essere stato difficile girare sempre intorno alle loro padrone in chopines! Il cicisbeo proteggeva la sua dama da attenzioni indesiderate quando il marito non era presente LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA