L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-4-2019

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www.italoamericano.org 15 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 4 APRILE 2019 U na donna solitaria vestita in regali tinte scure, le dita ornate di topazi e opali, una voce profonda e liscia come il più morbido dei velluti. Sta seduta in una stanza che profuma di oppio e incenso, la penombra che avvolge tutto tra viola e aran- cione. Di fronte a lei, eccoli: splendidamente decorati, colorati, misteriosi, spaventosi. Questo è quello che viene in mente quando viene menzionata la parola "Tarocchi". Ai più informati sull'argomen- to probabilmente verrebbero in mente anche illustrazioni speci- fiche, quelle del famosissimo mazzo Rider-Waite, creato in Inghilterra all'inizio del XX seco- lo. Ma la nostra storia oggi - e in effetti quella dei tarocchi in gen- erale - inizia molto prima. In effetti, la storia e la tradizione ci dicono che i tarocchi sono un'in- venzione italiana. Le carte da gioco si fecero strada nel Bel- paese grazie ai contatti commer- ciali con il Medio Oriente, fino ai primi decenni del Rinascimento. I Mamelucchi erano giocatori appassionati e agli italiani, mai da sottovalutare quando si tratta di divertirsi, quelle carte piace- vano così tanto che decisero di farle proprie. È così che inizia la storia dei tarocchi; successiva- mente 22 carte antropomorfe, gli Arcani maggiori o, per chiamarli come solevano farlo allora, i Tri- onfi, furono aggiunti al mazzo mediorientale e nacquero i taroc- chi. Sono menzionati per la prima volta in una lettera dell'avvocato Giusto Giusti di Anghiari risalente al 1440, e si trovano anche testimonianze della loro presenza alla corte estense, a Ferrara, nel 1442. Sono esposti in un affresco di fine Quattrocen- to a Palazzo Borromeo, a Milano, e vi sono mazzi parziali risalenti a quegli stessi anni: abbiamo i tarocchi Visconti di Modrone, oggi conservati negli Stati Uniti, a Yale, o i bei taroc- chi illustrati di Brera Brambilla, di cui però sopravvivono solo due Arcani maggiori. Poi abbi- amo i tarocchi Visconti-Sforza, un mazzo più completo, proba- bilmente creato intorno alla metà del XV secolo. Mazzi bellissimi, ma a tutti mancano alcune carte. Per vederli tutti, conservati e splendidamente illustrati, dobbi- amo guardare i tarocchi Sola- Busca, il mazzo completo più antico esistente al mondo. Queste carte sono molto più di un gioco e persino più di un'opera d'arte: dietro c'è il mistero e il segreto, l'esoterismo prima anco- ra che si originasse l'associazione tra tarocchi e magia (perché questo accada bisogna aspettare fino al 19° secolo). Un po' di storia innanzitutto: il mazzo prende il nome dagli ulti- mi due proprietari, il Marchese Busca e il Conte Sola, e fu proba- bilmente realizzato tra il 1470 e l'inizio del XVI secolo. Com- prende 78 carte magnificamente illustrate, 22 Arcani maggiori e 56 Arcani minori, incisi su car- toncino e dipinti a mano con col- ori a tempera e oro. La prima particolarità del mazzo Sola-Busca sta nei suoi Arcani principali: in essi, figure classiche e bibliche prendono il posto delle tradizionali illus- trazioni dei tarocchi: ad esempio, l'arcano della giustizia è Nerone e quello del mondo è Nabu- codonosor. Tra gli altri rappre- sentati Caio Mario, zio di Giulio Cesare, e Bacco. Ci sono anche altre figure non altrettanto sem- plici da identificare, come il Car- bone del 12° Arcano, che alcuni associano all'umanista e letterato del tardo XV secolo Ludovico Carbone, che faceva parte della corte estense di Ferrara. Anche gli Arcani minori sono diversi da tutti gli altri mazzi perché sono illustrati finemente e riccamente con scene di vita quotidiana: una vera opera d'arte. Stavamo parlando di mistero, però, e il mazzo Sola-Busca è certamente misterioso. Infatti, la ricercatrice italiana Sofia di Vin- cenzo è riuscita a dimostrare l'e- sistenza di un legame tra il mazzo e il pensiero ermetico- alchemico del Rinascimento. Ciò è particolarmente evidente nel seme delle monete, che appar- entemente illustra il processo di conio delle monete, ma in realtà allude alle pratiche complesse e segrete dell'Opus Alchemicum, cioè il metodo utilizzato per creare il Lapis Philosophorum, la pietra filosofale, lo strumento alchemico di immortalità e per- fezione. Se ci fosse bisogno di ulteriori prove, la carta da dieci monete lo mostra: su di essa, la figura di un uomo che indossa un turbante, fa un chiaro riferimento a Ermete Trismegisto, figura leggendaria del periodo ellenico e autore del Corpus Hermeticum, il testo chiave dell'antica filosofia dell'Ermetismo e fonte d'ispi- razione per una pletora di testi esoterici successivi. E se questo non fosse abbas- tanza misterioso, c'è dell'altro. Nonostante l'arte raffinata e deli- cata dietro alle loro illustrazioni, il nome dell'uomo, o degli uomi- ni, che li hanno creati è rimasto avvolto nell'oscurità per secoli; nel 1938, Arthur Mayger Hind menzionò i tarocchi Sola-Busca nel suo lavoro sulle incisioni rinascimentali, tentando di datarli e di nominare il loro autore; la sua analisi delle immagini e di alcune iscrizioni lo portò a credere che furono incisi nel 1490 e dipinti un anno dopo, nel 1491. Sosteneva anche che prob- abilmente erano stati creati per un veneziano, come testimoniano i riferimenti alla Repubblica che ha trovato in alcuni disegni. Il nome dell'artista autore della creazione? Mayger Hind ha cita- to Mattia Serrati da Cosandola, incisore ferrarese. Tuttavia, esistono altre teorie. Più recente- mente, la mano del pittore anconetano Nicola di Maestro Antonio è stata riconosciuta per le incisioni, mentre la col- orazione è stata attribuita all'u- manista e storico veneziano Marin Sanudo. Che storia incredibile, quel- la dei tarocchi Sola-Busca. E non è finita. Per più di quattro secoli è rimasto l'unico mazzo completo di carte dei tarocchi con figure antropomorfe e dinamiche: questo, insieme ad alcune notevoli somiglianze pittoriche, ha portato alcuni esperti di eso- terismo ad affermare che i taroc- chi Sola-Busca siano stati la fonte di ispirazione alla base del lavoro di Pamela Colman Smith per il mazzo Rider-Waite, il più famoso mazzo di tarocchi al mondo. Nel 2009 il mazzo Sola-Busca è stato acquistato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed è oggi parte della collezione della Pinacoteca di Brera, a Milano. LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA Il mistero e la storia dell'arte si fondono nei tarocchi di Sola Busca

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