L'Italo-Americano

italoamericano-digital-2-7-2012

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L'Italo-Americano GIOVEDÌ  7  FEBBRAIO  2013 Autorità e verismo Busto di Traiano. Risale al I secolo dopo Cristo quest'opera in marmo di 74 cm che si trova nei Musei Capitolini di Roma nella Sala degli Imperatori di Palazzo Nuovo. L'arte ben interpreta i "Felicia tempora", l'età del massimo splendore dell'Impero romano. Traiano fu uno dei 4 imperatori (gli altri furono Adriano, Antonino Pio e Marco Aurelio) arrivati al potere "per adozione" cioè in virtù delle qualità personali e non per diritto di nascita, che determinarono il successo di un delicato e fondamentale equilibrio tra il potere dell'esercito, il potere del senato e dell'impero. Fu questo un periodo caratterizzato da pace e benessere. L'arte arrivò a staccarsi definitivamente dal solco ellenistico, perdendo pathos e teatralità. L'immagine diventa verista, semplice e concreta, dai tratti pacati ma senza mai perdere autorità. PAGINA  9 Spaccato trecentesco Testa nell'Arno Giù dal piedistallo Crocifissione. Realizzata dal pittore veneto Altichiero da Zevio tra il 1376 e il 1379, nella Cappella di San Felice della Basilica del Santo a Padova, è dipinta entro tre arcate, ma le diverse scene sono trattate come un unico spazio. Al centro la Croce, isolata in alto e contornata da angeli, ricorda il medesimo soggetto di Giotto nella Cappella degli Scrovegni, come il gruppo delle pie donne. Ma straordinario è il dispiegarsi della folla attorno al Golgota, con un campionario di stati d'animo e scene di vita quotidiana che non ha paragoni in un soggetto del genere: soldati indifferenti, passanti, spettatori incuriositi o inconsapevoli, madri con bambini per mano, persone che commentano. Sembra di trovarsi davanti a uno spaccato di una piazza trecentesca, che definisce uno spazio quasi rinascimentale. Monumento a Gaetano Donizetti. A Bergamo, in Piazza Cavour, c'è quest'opera celebrativa realizzata da Francesco Jerace nel 1897. Lo scultore ha rotto gli schemi classici del monumento, che imponevano di porre gli eroi celebrati in cima al piedistallo. Il modo con cui gli ha dato fisionomia è sorprendente e anticipatore. Su una base di granito, Jerace ha costruito un'esedra semicircolare dove, dal lato sinistro, sta seduto Donizetti, mentre in piedi, sulla destra, la musa Melopea suona sulla cetra melodie ispiratrici. Non c'è tensione o drammaticità in questa composizione. C'è un senso di malinconica soavità in Melopea che tocca le corde, e c'è un assorto ascoltatore in Donizetti, che sta per trascriverne le note sui fogli. La novità è nell'impostazione dell'immagine e nella discontinuità che rompe la simmetria. Messaggio elettorale commissionato dal Comitato Dom Serafini al Parlamento Primavera. Pietro Francavilla, nome italianizzato di Pierre Francheville o Franqueville, scultore francese che apprese a Firenze lo stile manierista e poi lo esportò in Francia, la realizzò nel 1590. La flessuosa Primavera fu collocata con le altre 3 rappresentazioni delle stagioni sul Ponte Santa Trinità di Firenze. Il ponte fu però distrutto dai tedeschi in ritirata nel 1944 e fu in seguito ricostruito, come in seguito furono ripescate dal fiume le quattro statue decorative. Tuttavia, la testa della Primavera fu recuperata dal fondo dell'Arno dopo 17 anni, nel 1961. Lo stile del Francavilla risente di una certa discontinuità dovuta alla molteplicità di influenze di cui risentì la sua arte. Allievo del Giambologna, il suo merito principale fu la diffusione dello stile manierista di radice fiorentina. Studio della pietra Busto di Agnoldomenico Pica. Leone Lodi, partecipa nel 1929 con quest'opera alla mostra allestita al Palazzo della Permanente di Milano. La scultura è per lui uno studio dei materiali e delle tonalità delle pietre, che dialogano con gli elementi della costruzione, le superfici, i rivestimenti, in linea con l'idea di un'armonia ideale fra architettura, scultura e pittura. La sensibilità dello scultore monumentale lombardo, caratterizzata dai toni della materia, naturali oppure ottenuti con sapienti processi di colorazione e patinatura, gli permise di creare episodi, figure e brani immersi in una vena di eternità. Dallo studio delle pose dei personaggi, figure sacre o mitiche, ritratti o nudi algidi, emerge la sua attitudine nel relazionarsi costantemente con lo spazio, in termini assoluti. Electoral message sponsored by Il Comitato Dom Serafini al Parlamento

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