L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-18-2019

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GIOVEDÌ 18 APRILE 2019 www.italoamericano.org 5 L'Italo-Americano IN ITALIANO | P er i cattolici cristiani, la Settimana Santa è il momento spiritual- mente più pregnante dell'anno, anche più del periodo natalizio. Ma in Italia, questo è un tempo che risuona di significato anche tra le persone che non credono: la Settimana Santa è un tempo di tradizioni, di storia, di comunità che si incon- trano non solo all'interno del significativo abbraccio della reli- gione (per chi crede), ma anche sotto il cielo bello e immenso della tradizione. Comunità intere riscoprono di essere tali, unite da un ancestrale senso di apparte- nenza, di connessione tra loro e con il loro passato. Stiamo per entrare in giorni densi di fede e storia, dunque, ma anche di ricordi d'infanzia, quan- do per la prima volta abbiamo assistito alle processioni, alle messe in Coena Domini e alle veglie pasquali del sabato sera, il più delle volte tenendo la mano dei nostri nonni: forti e gentili, presenti e discreti, a pensarci bene, erano proprio il simbolo del legame tra passato e presente, tra sacro e profano, tra pragmatismo e spensieratezza che è tanta parte dell'identità italiana di oggi. Impariamo quindi a conoscere le Confraternite e il loro ruolo potente e unificante per così tante comunità del Belpaese. Come potremmo spiegare cosa sono, a coloro che non hanno mai speri- mentato la loro presenza, né le hanno viste stare in piedi tra i banchi, vestiti tutti uguali, tutti orgogliosi, nel momento più importante dell'anno liturgico? Ebbene, la storia viene in aiuto, come spesso accade. Vedete, que- ste associazioni religiose, formate da laici, sono nate quasi 1000 anni fa, agli inizi del XII secolo, con lo scopo di aiutare i meno fortunati nelle loro comunità e di aumentare l'interesse e il rispetto per la liturgia e la pratica religio- sa. Nella pittoresca cittadina di Pietra Ligure, sulla riviera italia- na, come in tutta la regione, le Confraternite sono una cosa seria, dove fede, tradizione e patrimo- nio si fondono insieme. Mi capita di saper molto su di esse, perché ho avuto l'immensa fortuna di vivere lì per quattro anni: un tempo di serenità e felicità, certa- mente arricchito dalla bellezza mozzafiato del luogo, dall'amici- zia e dal senso di comunità che ho ricevuto grazie alla sua gente. Qui, due confraternite si con- tendono il palcoscenico: quella di Santa Caterina e quella di Orazio- ne e Morte. La Confraternita di Santa Caterina, detta anche dei rossi, per il colore del mantello che indossano sulle tuniche bianche, è responsabile dell'Oratorio della Santissima Annunziata, che è stato restaurato grazie al loro lavoro e che mantengono in tutta la sua bellezza. In esso la gente del posto può pregare e può ammirare le bellissime croci che i membri della Confraternita porta- no a mano durante le sacre pro- cessioni: opere d'arte mozzafiato scolpite nel legno, ornate su ogni braccio della croce e sulla som- mità da delicate decorazioni in oro e argento. Leggere come l'a- ria e la filigrana, il suono dolce e tintinnante che fanno muovendo- si secondo il ritmo dei passi del portatore. Portare queste croci è un esercizio di forza fisica, alle- namento, fede e tradizione che continua ad essere trasmesso alle giovani generazioni, cosa simbo- leggiata dal fatto che i membri più giovani della Confraternita imparano molto presto a portare le croci e si esercitano durante le processioni sacre con versioni più piccole e leggere di quelle degli adulti. E il Giovedì Santo i rossi si occupano anche della pre- parazione del Cenacolo, o "sepur- tu" in dialetto pietrese, altro segno della loro continua presen- za e del loro lavoro nel tessuto spirituale della città. E poi c'è la Confraternita di Orazione e Morte, detta anche dei neri, per il colore della loro uniforme, una tunica nera e un cappuccio nero che copre tutto il volto dei membri, lasciando solo due piccole fessure per gli occhi. Nata nel 1633, il suo compito è sempre stato quello di mantenere fervente il culto del Santissimo Sacramento, di pregare per i morti e di prendersi cura della sepoltura dei poveri. In tempi di pestilenza e immensa povertà, toglievano con dignità i corpi abbandonati nei luoghi pubblici assicurando ad essi un funerale. Assistevano anche i condannati a morte nei momenti precedenti l'e- secuzione. Quando i neri furono pienamente ripristinati come Confraternita attiva qualche anno fa, ricordo che alcuni li trovarono spaventosi e "inappropriati" per il loro nome e per il colore della loro uniforme. Ma furono i cap- pucci, quei cappucci conici neri che mantenevano anonimi i con- fratelli, a creare scompiglio per davvero: erano troppo spaventosi per la gente del 2010. Bene, abili storici locali hanno sommessa- La mattina di Pasqua, a Sulmona, la statua della Madonna viene vestita con un mantello nero, che perderà a mezzogiorno, quando inizierà la sua "corsa" verso il figlio risorto —un'altra statua della processione © Francesca Sciarra | Dreamstime.com NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ Continua a pagina 7 Fede, tradizione, identità: la Pasqua come simbolo del patrimonio italiano Santini della Vergine: la devozione per la Madonna è forte a Sulmona, e si vede anche nelle tradizioni Pasquali a lei legate © Francesca Sciarra | Dreamstime.com

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