L'Italo-Americano

italoamericano-digital-5-2-2019

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GIOVEDÌ 2 MAGGIO 2019 www.italoamericano.org 5 L'Italo-Americano IN ITALIANO | È considerata la foto del secolo. Non ha (anco- ra) vinto il Pulitzer ma ha dimostrato la Rela- tività generale di Ein- stein. Con due super-computer, uno al Mit di Boston, e una rete di radiotelescopi da 12 a 30 metri di diametro nei vari continenti, ha immortalato un pezzo di fanta- scienza: la linea dell'orizzonte degli eventi, la distorsione dello spazio-tempo, l'ombra di un Buco Nero. Un progetto da Nobel. L'Italo-Americano ha intervi- stato l'astrofisico sardo responsa- bile scientifico del progetto BlackHoleCam. Ciriaco Goddi, 43 anni, laurea e dottorato di ricerca in Fisica all'Università di Cagliari, tre anni ad Harvard, Germania e dal 2012 Olanda. Fino a EHT: Event Horizon Tele- scope, la ricerca internazionale che misura l'enorme massa del Buco nero al centro di una galas- sia lontana 55 milioni di anni luce dalla Terra. L'Italia partecipa con diversi scienziati, l'Istituto Nazio- nale di Astrofisica (Inaf) e l'Istitu- to Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).  Quali emozioni, personali e scientifiche, si provano a vedere questo limite estremo dell'uni- verso? In queste settimane ho potuto constatare che la foto di un Buco nero regala emozioni a tutti, anche a chi non è esperto di uni- verso, di scienza, di astrofisica. Da ricercatori abbiamo passato decenni in attesa di questo risulta- to, per cui la nostra è una gioia diversa, più personale, nel vedere realizzato il nostro sogno. Ma anche io, che ho lavorato per anni a questo progetto, provo un'emo- zione unica nel guardare l'imma- gine e nel sapere che si tratta di un anello di materia e luce model- lato dalla deformazione spazio- temporale, conseguenza della for- tissima gravità associata a un oggetto estremamente massiccio al centro: il Buco nero. Non una simulazione o un'animazione, come ne abbiamo tutti visto a migliaia, ma l'ombra del Buco nero, con il suo orizzonte degli eventi, quel luogo da cui nemme- no la luce può sfuggire, proprio come aveva predetto Einstein. Cosa si vede al di là del cer- chio nero avvolto da luce incan- descente? Guardando l'immagine si può immaginare cosa accade al pla- sma che orbita intorno al Buco nero, ruotando a velocità prossi- me a quelle della luce, acceleran- do e scendendo man mano quella scala a spirale che lo conduce oltre l'orizzonte degli eventi, per poi sparire per sempre ingoiato dal Buco nero. Sembra di sentire (e non solo vedere) il gorgo luminoso di materia che spiraleggia intorno fino a scomparire dentro il nero profondo di quel foro. Qualcuno ha definito l'oriz- zonte degli eventi, i "cancelli del- l'eternità". E' un pensiero bellis- simo, dà i brividi. E la consapevolezza che d'ora in poi l'orizzonte degli eventi non è più solo un immateriale concetto matematico, la soluzio- ne matematica di una teoria, ma è diventato un oggetto fisico, osservabile e misurabile con metodo scientifico, è una conqui- sta enorme per noi astrofisici e un concetto emozionante in genera- le. Anche se non sappiamo cosa succeda lì dentro, il mero fatto di poterlo vedere con i nostri occhi, rende i sogni della fantascienza meno immaginari. Il vostro contributo è un "grande passo dell'umanità". Cosa si prova ad aver contri- buito a scrivere una nuova pagina nella storia dell'astrofi- sica? Quando abbiamo iniziato, era- vamo consapevoli delle diffi- coltà. Ci stavamo spingendo ai limiti della tecnologia attuale, ma allo stesso tempo eravamo certi che avremmo avuto successo. È stato un lungo percorso, un viag- gio a tratti emotivo. Questo risultato arriva più di 100 anni dopo la pubblicazione della Teoria della relatività gene- rale di Einstein e della soluzione matematica di Schwarzschild che predice la singolarità e l'esistenza dei Buchi neri (almeno matemati- camente). Dopo gli studi pioneri- stici degli anni '70, che usavano le prime simulazioni per preve- derne l'aspetto (se si fosse potuto osservare), nel 2000 è arrivata l'intuizione che sarebbe stato pos- sibile osservare il Buco nero super-massiccio al centro della nostra Via Lattea utilizzando la tecnologia attuale, in particolare la tecnica interferometria a lun- ghissima linea di base (VLBI) usata da EHT, a cui è seguito il necessario sviluppo tecnologico iniziato circa 20 anni fa per appli- care questa tecnica ad alte fre- quenze radio (impiegate da EHT). Poi l'inizio 4-5 anni fa di progetti negli Stati Uniti e in Europa dedi- cati esclusivamente a questo obiettivo, prima indipendente- mente e poi congiuntamente, la Goddi, originario della Sardegna, ha ottenuto il suo PhD dall'università di Cagliari e oggi lavora in Olanda @ Ciriaco Goddi NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ Continua a pagina 7 La scienza Italiana è leader: Ciriaco Goddi e il gruppo che ha fotografato un buco nero Goddi (nella foto) dice che l'aver fotografato un buco nero rappresenta un passo enorme per la scienza moderna @ Ciriaco Goddi

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