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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 16 MAGGIO 2019 I l 1 ° m a g g i o , R o m a f e s - teggia la Festa del Lavoro con un concerto rock in P i a z z a S a n G i o v a n n i i n Laterano. Organizzato dai tre maggiori sindacati italiani, CGIL, CISL e UIL, tutti con s e d e i n c i t t à , q u e s t o e v e n t o annuale attira centinaia di migli- aia di spettatori. Pochi, in realtà, appartengono a un sindacato, ma tutti comprano magliette che sostengono i diritti dei lavora- tori. Guardando il concerto televi- sivo nel quartiere Testaccio, gli operai del posto ridono. La festa del lavoro, scherzano, si sta trasformando in una festa dei lavoratori come succede nei bar del quartiere. Dal 1923 al 1945, tuttavia, la f e s t a f u v i e t a t a . C h i e r a i l Grinch che rubò il Primo Mag- gio? Benito Mussolini, il rin- negato della sinistra diventato dittatore di destra, che giocò al gatto e al topo con i sindacati italiani. Da politico, Mussolini osten- t a v a i l s o s t e g n o a l l e c l a s s i operaie. Non era figlio di un fabbro? Le sue mani non erano callose come quelle di un mura- tore? Prima della I guerra mon- diale, si agitava per il lavoro e c u r a v a i l g i o r n a l e s o c i a l i s t a Avanti! I compagni, tuttavia, sospettavano che fosse meno interessato a portare avanti la causa che a portare avanti se stesso. Dopo la prima guerra mondi- ale, Mussolini il socialista, che aveva organizzato scioperi per i lavoratori, divenne Mussolini il fascista, che interrompeva gli scioperi per i padroni. Combat- tere in trincea, sosteneva, gli aveva insegnato che il patriot- tismo era più importante della solidarietà di classe. Forse, ma l'establishment gli offriva anche lo status, il denaro e il potere di cambiare schieramento. Mus- solini promise di riconciliare capitale e lavoro e di ristabilire l'ordine. Poco dopo essere diventato primo ministro, Mussolini visitò l a C o m p a g n i a d e i t r a s p o r t i motorizzati di Roma. Se il suo intenso programma glielo avesse permesso, disse, avrebbe cantato le lodi della velocità in questa epoca di parole. Lasciate che i burocrati sonnecchino dietro le scrivanie. I lavoratori alla guida dell'impianto, suoi veri colleghi, capirono le parole di Marinetti: t u t t a l a p o t e n z a a l l ' u o m o a l volante! R o m a , s o s t e n e v a , p o t e v a diventare un centro industriale, se i romani avessero smesso di vivere di ricordi. Il Colosseo e il Foro erano glorie del passato, ma dovevano costruire le glorie d i o g g i e d i d o m a n i . Appartenevano a una gener- azione di costruttori che, con lavoro e disciplina, con mani e cervello, desideravano fare del- l'Italia una nazione di produttori e non di parassiti. Per raggiun- gere questo obiettivo, però, i lavoratori dovevano anteporre il proprio Paese al proprio sinda- cato. Mussolini abolì la Festa del Lavoro e chiese ai lavoratori di aderire al Partito Fascista. Più facile a dirsi che a farsi. Durante una visita in fabbrica, Giacomo S u a r d o , S o t t o s e g r e t a r i o d e l Ministero delle Imprese, chiese al caporeparto informazioni sul- l'orientamento politico dei suoi uomini. "Un terzo sono comu- nisti", riferì il caporeparto, "un terzo sono socialisti, e il resto appartiene a diversi piccoli par- titi". Suardo allibito. Cosa? E quanti erano fascisti? "Tutti, Eccellenza!", assicurò il caporeparto. "Tutti loro...". Dispiaciuto, Mussolini con- sultò il compianto esperto di efficienza Frederick Winslow Taylor, un altro piccolo tiranno che credeva che ci fosse un solo modo di fare le cose. Taylor aveva rivoluzionato l'industria americana con cronometro e regolo calcolatore. Il Duce isti- tuì l'Agenzia Nazionale Italiana per la Gestione Scientifica e tenne la Terza Conferenza Inter- nazionale dei Manager a Roma. Nessuna spesa fu risparmiata pur di impressionare i parteci- panti. Bandiere e arazzi decorarono il Campidoglio. Soldati allineati sullo scalone monumentale per raggiungere la Camera del Sen- ato. Mentre una fanfara squillò in Piazza Madama, Mussolini entrò, salutò e tenne un discorso a contabili, alti ufficiali e mag- nati sull'importanza della disci- plina. Nonostante i cinque anni di fascismo, gli operai italiani restavano accomodanti, scettici e individualisti: mal disposti a prendere ordini. Affinché la ges- tione scientifica potesse piantare radici profonde nell'industria italiana, il terreno doveva essere lavorato, se necessario con l'er- pice. L'accelerazione e le quote aumentarono la produzione, ma queste misure redditizie si erano tradotte in più ore di lavoro e s a l a r i p i ù b a s s i . D u r a n t e l a depressione, le condizioni peg- giorarono. Poiché i sindacati non potevano più lamentarsi o sciop- erare, i lavoratori espressero il loro risentimento in un raduno di partito in Piazza Venezia. C o m e a l t r i r a d u n i , a n c h e questo utilizzava il rituale stan- d a r d d e l l a c h i a m a t a e d e l l a risposta. Dal suo balcone, il Duce gridava: "A chi la vittoria? A chi la gloria?". E, come al solito, la folla ruggiva: "A noi! A noi!" Questa volta, però, Mus- solini chiese anche: "A chi il lavoro?" Chi suderà per fare grande l'Italia? La domanda fu accolta con il silenzio. Mussolini aveva una p o s a d i g r a n i t o , m a i s u o i scagnozzi si mossero. Per sal- vare la situazione, il segretario di partito Achille Starace gridò "Saluto al Duce" e la banda in piazza suonò "Giovinezza". Al concerto del Primo mag- gio, la folla canta slogan sulla sicurezza del lavoro e chiede il prossimo atto. Gli anziani di sin- istra potrebbero preferire un dis- corso, ma i promotori lo sanno bene. La maggior parte dei gio- vani italiani vuole sentire Lodo Guenzi, cantante solista di Lo Stato Sociale, cantare Una vita in vacanza, non Susanna Camus- so, capo della Confederazione Italiana del Lavoro, recitare sta- tistiche. P a s q u i n o ' s s e c r e t a r y i s Anthony Di Renzo, professor of writing at Ithaca College. You may reach him at direnzo@itha- ca.edu. Bandiere dei sindacati per le vie di Roma LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA A Chi il Lavoro? Pasquino esamina la questione del lavoro