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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 30 MAGGIO 2019 " Il gioco è l'unico modo in cui la più alta intelligenza dell'umanità può dispie- garsi" - Joseph Chilton Pearce Gli uomini gio- cano da sempre. Anche senza bisogno di conferme, non mi stupirei se Adamo avesse inven- tato il primo gioco del Solitario prima dell'arrivo di Eva, per dis- trarsi. Dopo tutto, siamo pronti a giocare, che si tratti di giochi da tavolo di strategia, di attività atletiche o semplicemente di far meccanicamente rimbalzare una palla. Ci sono, tuttavia, testimoni- anze meravigliose che ci offrono uno sguardo sul mondo dei giochi degli antichi Romani. Da abili adattatori, i Romani hanno fatto proprio e adattato il meglio delle gloriose civiltà come quelle della Grecia, dell'Egitto e degli Etr- uschi. E questo includeva anche i giochi ricreativi. Anche se la frase "giochi romani" evoca istantaneamente immagini di gladiatori che sfoder- ano freneticamente spade contro bestie o nemici, o atleti semivesti- ti che lanciano dischi e giavellot- ti, i giochi più comuni erano un po' meno drammatici e molto più sedentari. Le prove archeologiche sono ricche di resti di giochi da tavolo, e i resoconti scritti offrono una panoramica di altri tipi di giochi comuni giocati tanto dagli aristocratici quanto dai popolani. Con tale enfasi sul potere e la forza nell'impero romano, i giochi da tavolo erano spesso un riflesso di ingegno e strategia necessari per battere e sconfiggere un con- corrente. Uno dei più diffusi era Ludus Latrunculorum - o Latrunculi, un gioco di pura strategia giocato su una tavola di pietra incisa usando contatori e dadi. Tradotto, il nome del gioco significa Il gioco dei mercenari, e la sua strategia era abbastanza simile a dama. Grazie agli scritti del poeta romano Piso (I secolo d.C.), sono disponibili informazioni adeguate per comprendere le regole del gioco. Se il soldato romano che c'è in te si annoia, le riproduzioni di Latrunculi possono essere acquistate online anche oggi. Nell'aprile di quest'anno, gli archeologi hanno scoperto un tavolo da gioco Latrunculi durante gli scavi lungo il Muro di Adriano a Vindolanda, una fortezza romana nell'attuale Inghilterra settentrionale. Avendo un'enorme crepa nel mezzo, gli esperti ipotizzano che la tavola sia stata riproposta per la pavi- mentazione della sala da bagno dove è stata scoperta. Nessuno è sicuro di come la tavola abbia fatto questa fine, ma un portavoce del posto ha offerto a un giornal- ista una spiegazione colorita: "Si può quasi immaginare il romano che ha perso che rovescia la lavagna con frustrazione, causan- done la rottura", dice. La prossi- ma volta che passeggerete attra- verso il Foro Romano, guardate giù lungo i gradini della Basilica Julia per un tavolo da gioco Latrunculi inciso nella pietra. Potreste avere le regole del gioco in tasca e provarlo! Un altro comune gioco da tavola di strategia, di origini sconosciute ma reso popolare dagli antichi Romani, era Nine Men's Morris (Filetto). Le numerose tavole incise sopravvis- sute in tutto l'Impero Romano testimoniano la sua popolarità, in particolare tra i soldati e gli operai. Lo schema del tabellone è costituito da una griglia quadrata che contiene due caselle aggiun- tive all'interno, tutte collegate da 24 incroci, con l'obiettivo finale di creare "mulini" (caselle colle- gate) con le pedine dei giocatori. Il gioco è diventato particolar- mente di moda nell'Inghilterra medievale; molte tavole si pos- sono ancora trovare scolpite sui sedili delle cattedrali. Una buona distrazione se il sermone andava troppo per le lunghe! Ma perché un nome così inglese per questo antico gioco? Si ritiene che il soprannome Mor- ris derivi dal termine latino per pedina del gioco - merellus - mentre la versione inglese è stata adattata attraverso una menzione di Shakespeare in Sogno di una notte di mezza estate. La sua popolarità ha resistito: Nine Men's Morris si trova oggi nei negozi di giochi e può anche essere giocato su un'applicazione per smartphone. In tema di fortuna, c'erano cer- tamente vari modi per mettere alla prova le sorti degli antichi Romani. Giochi di dadi con scommessa allegata erano comu- ni, pur se illegali. Il gioco di Tali implicava l'uso di quattro dadi con la speranza di tirare quattro numeri diversi dalla coppa fritilli- um per vincere. Un altro, Tesser- ae, chiedeva di tirare tre dadi. Un punteggio di tre sei veniva con- siderato il punteggio più alto, noto anche come Venere in onore della dea dell'amore. A parte le leggi sul gioco d'azzardo, i resti archeologici li ritraggono come una pratica quotidiana. Murali trovati all'interno di siti antichi come Pompei raffigurano scene di giochi di dadi, mentre un cartello rinvenuto in un campo pretorio afferma coraggiosamente che il buon cibo e tavoli da gioco d'azzardo aperti si potevano trovare all'interno. Il professor R. Lanciani (1896) lo riassume bene: "L'amore dei Romani per i giochi d'azzardo era così intenso, che ovunque ho scavato il pavi- mento di un portico....una basili- ca....un bagno...qualsiasi superfi- cie piana accessibile al pubblico, ho sempre trovato tavole da gioco incise....sul marmo o su lastre di pietra per il divertimento di uomi- ni pigri, sempre pronti a imbrogliarsi a vicenda per soldi". Il che ci porta a un altro gioco popolare che comportava l'assun- zione di rischi - Ludus Duodec- im Scriptorium – Il gioco delle 12 iscrizioni. Una specie di Backgammon, questo gioco veni- va praticato prevalentemente tra i ricchi, anche se evidenze sug- geriscono che fosse giocato pure dal popolo. La maggior parte delle ville scavate a Pompei ha un tavolo da gioco intagliato da qualche parte all'interno! Si ritiene che la scritta stilizzata sulle tavole fosse uno stratagemma per coprire l'uso previsto per il gioco d'azzardo; un'iscrizione era sem- plicemente un'insegna per trasmettere un messaggio, giusto? Incisioni filosofiche sono state trovate su tavole - "Cacciare, fare il bagno, giocare, ridere, questo è vivere" - come anche su opzioni di menù, come quella scavata in un'antica taverna romana. Giochi più semplici erano apprezzati sia da grandi che da piccini nell'antica Roma. Simile al moderno Aliossi, il gioco degli Astragali si giocava utilizzando falangi di capra o di pecora (e altro!) che venivano gettati e tirati in base all'età e al sesso dei gioca- tori. I pezzi di gioco si trovano spesso nei siti di scavo, e il gioco è spesso raffigurato in antichi murali e statue. Terni Lapilli, un predecessore di Tris, era un altro gioco facile da giocare che coinvolgeva due giocatori con tre pietre a testa strategicamente mosse su una ruota o un diagramma a forma rettangolare. Tavole da gioco incise nella pietra si trovano anco- ra oggi in tutta Italia e non solo. Il gioco della campana - gioco che la maggior parte di tutti noi ha fatto ad un certo punto durante l'infanzia - è nato come esercizio di forza e agilità per i soldati romani. Una serie di qua- drati di 100 piedi di lunghezza venivano graffiati nel terreno affinchè i soldati completamente corazzati ci saltassero attraverso - non diversamente da quello che gli atleti moderni fanno oggi con file di pneumatici. Si dice che i bambini delle isole britanniche abbiano copiato i soldati, creando l'amato gioco che conosciamo oggi. La gamma di giochi utilizzati per la ricreazione sono molti di più di quanto si possa trattare qui, ma è inutile dire che gli antichi Romani eccellevano come gioca- tori che inventavano e reinventa- vano giochi. Tuttavia, sono rimas- ta sorpresa che non ci siano prove di un'antica versione del Monopo- li! Ora c'è un'idea..... L'antico Ludus Latrunculorum seguiva una strategia simile a quella della nostra dama © Siegi232 | Dreamstime.com LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA Giochi dell'antica Roma