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www.italoamericano.org 15 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 13 GIUGNO 2019 su otto lati, esaltava appieno il fascino misterioso degli alchimisti templari visto il potere mistico del numero otto. Il castello non è con- siderato una fortezza per pro- teggere il territorio, sembra invece essere stato un palazzo ter- male per il recupero della salute, poiché la sua sala centrale vanta- va un tempo un'enorme piscina rivestita di marmo bianco. Se non è certo che ai tempi di Federi- co lì si svolgessero rituali per evo- care gli spiriti, tuttavia, la costruzione del castello conferì un certo potere magico perché, curiosamente, nel 1950 si scoprì che il suolo che circondava il castello conteneva un ceppo di batteri che portò allo sviluppo di farmaci chemioterapeutici contro il cancro (daunorubicina e dox- orubicina) che hanno aiutato i pazienti a non vedere gli "angeli" troppo presto. In questo senso, Michael Scot era considerato un mago, uno che poteva profetizzare il futuro e che si dedicava a molti esperimenti paranormali. Da notare che, nonostante i suoi numerosi trattati filosofico-astrologici, è oggi ricordato soprattutto per aver pre- detto la morte di Federico II: "Apud portam ferream, ne lo loco che abet lo nome de flore", cioè, "Alla porta di ferro nel luogo che ha il nome di fiore". E così, come ogni persona superstiziosa del suo tempo, Federico II ha sempre evi- tato di andare vicino a Firenze perché temeva di incontrare una morte prematura. Purtroppo, come gli era stato preannunciato, quando aveva circa 55 anni si trovò in Puglia, provincia che amava molto per le molte oppor- tunità che offriva per la caccia, dove si ammalò gravemente di grave dissenteria. I suoi assistenti lo portarono nella proprietà impe- riale più vicina, Castel Fiorentino, per metterlo su un letto proprio davanti a una porta di ferro. E così, come aveva previsto Michael Scot, gli fece visita l'an- gelo della morte, conosciuto come Asrael nella religione islamica, il 13 dicembre 1240. Oggi, i resti della cittadella comprendono un sito archeologi- co che richiama molti turisti "angelici" nella città di Torremag- giore. Può essere facilmente visu- alizzato su YouTube, dove una colonna in pietra a otto lati è incisa con la scritta bilingue "In quel tempo morì Federico, il più grande tra i principi della terra Stupore del Mondo - Et Semper Augustus Rex Ierusalem Et Sicilie Dux Sveviae (sommo Re di Gerusalemme e della Sicilia, Duca di Svevia)". Accantoniamo ora tutte queste antiche leggende reali e pros- eguiamo lungo la costa adriatica per visitare un luogo sacro in cui non solo i nobili, ma anche la gente comune di oggi, si interroga sulle visite di un altro angelo, questa volta di salute, protezione e bontà: l'Arcangelo Michele. Dopo una lunga salita sul ver- sante del Gargano, noto ai fedeli anche come Monte Sant'Angelo, si raggiunge la cima in tutta sicurezza per unirsi alla miriade di pellegrini che giungono da ogni dove per visitare la grotta di San Michele Arcangelo. Tra i tanti che lo hanno fatto, San Francesco d'Assisi, Padre Pio e gli ultimi papi (Benedetto XVI, Giovanni Paolo II e Francesco). L'arcangelo ha visitato due volte la grotta del posto. La prima volta fu nel 490 quando salvò un toro da una freccia mortale scagli- atagli contro dal suo esasperato proprietario, che non riusciva a farlo uscire dal luogo. La freccia tornò indietro e mise Lord Elvio in fuga per segnalare lo strano evento al vescovo. Tre giorni dopo, il vescovo ricevette la visita di San Michele che lo incaricò di costruire una cappella nella grotta. Lo fece, e quando la sua città di Siponto venne poi attaccata dagli eserciti pagani dell'Italia merid- ionale, Michele assicurò la vittoria al vescovo lanciando fulmini e terribili tuoni contro gli invasori. In ringraziamento, al vescovo si unirono altri sette vescovi che si recarono in processione fino alla grotta dove si meravigliarono di trovare un altare completo che portava l'impronta dell'Arcangelo! Mentre la chiesa cattolica gli attribuisce il ruolo di psicopompo (l'angelo che appare al momento della morte per portare l'anima in cielo), a Michele Arcangelo è affidato anche il compito di pro- teggere l'umanità da ogni male. Questo è esattamente il nome della speciale preghiera all'Arcan- gelo che invoca il suo aiuto contro ogni tipo di male. E quando, nel XVII secolo, l'Arcangelo apparve per la terza volta in un magnifico schieramento, disse all'arcivesco- vo Alfonso Puccinelli che la gente poteva essere guarita dalla fatale peste che spazzava l'Italia merid- ionale se le pietre della sua sacra cappella con le iniziali MA fos- sero state benedette e distribuite a tutti i poveri. Chiaramente una grotta-cap- pella protetta dall'Arcangelo, e dai suoi poteri impressionanti, non ha portato paura nel cuore dei fedeli seguaci-visitatori perché, come proclama l'iscrizione sopra uno degli ingressi della grotta: "Qui dove i sassi si aprono, i peccati degli uomini sono cancellati, questa è la casa speciale dove qualsiasi azione malvagia viene lavata". Si tratta di un'indulgenza angelica, concessa liberalmente, a differenza di altre che i papi rinascimentali hanno usato per raccogliere denari. Senza dubbio si tratta di un luogo di innegabile potere reli- gioso che attira continuamente centinaia di visitatori che, memori della dichiarazione posta su un altro ingresso, "Terribilis est locus iste; hic domus dei est et porta coeli" (Impressionante è questo luogo: qui si trova la Casa di Dio e la Porta del Cielo), lo hanno fatto classificare come patrimonio mondiale dell'UNESCO e patri- monio dell'Umanità pugliese. Uno dei primi devoti di questo omaggio all'Arcangelo fu Federi- co II, che modificò il castello locale costruendo una massiccia torre di guardia. Anche in questo caso si tratta di un disegno ottago- nale e gli studiosi concordano sul fatto che è simbolo di eternità: il numero otto, per lui così impor- tante, adagiato su un fianco è il simbolo dell'infinito. Continua da pagina 13 La grotta-cappella dove l'Arcangelo Michele sarebbe apparso Uno scorcio assolato del paese di Santangelo LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA