L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-27-2019

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/1137262

Contents of this Issue

Navigation

Page 10 of 39

www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 27 GIUGNO 2019 N on dimenticherò mai come Franco Zeffirelli mi abbia fatto sentire la ben- venuta quel giorno di primavera del 20 marzo 2013 quando mi invitò a pranzo nella sua villa romana sulla dolcemente ondulata via Appia Antica, i suoi ampi confini verdi ombreggiati da alti pini marittimi. Dolly e Bianchina, i suoi due energici Jack Russell terrier, gira- vano per il soggiorno. Una Pietà settecentesca dominava l'angolo della stanza dove il maestro era seduto sulla sedia a rotelle cir- condato da fiori, oggetti d'anti- quariato e bozzetti di costumi. Il suo sorriso caratteristico era lì, ampio, aperto e caldo. Lo immagino con lo stesso sorriso magnetico l'ultimo giorno prima di morire, il 15 giugno, a 96 anni. Arrivai al cancello e suonai il campanello. I suoi due figli adot- tivi Pippo e Lucio aprirono la porta. Erano gli angeli custodi del maestro e lo hanno protetto e aiu- tato a stare bene nelle ultime fasi della sua vita. Ciò che li sosteneva è stata la devozione per lui. Ossessionato dalla bellezza, il prolifico regista di opera e cinema Franco Zeffirelli iniziò a parlare dell'idea di un ultimo doppio progetto a lui caro: il film che doveva ancora dirigere, intitolato I Fiorentini, e un adattamento cin- ematografico dell'Inferno di Dante mai realizzato. "Temo di non essere in grado di realizzarli questa volta", mi disse. "Sono pronto ad affrontare la morte. Il momento sta arrivan- do. Sono sfuggito alla morte così tante volte, e si presuppone che la morte sia vicina quando si è così vecchi. Forse un giorno, chissà, qualcun altro farà I Fiorentini, che è ambientato nel Rinascimento italiano", disse con gli occhi che si illuminavano. Il film che sogna- va è basato sulla rivalità tra Michelangelo e Leonardo. Il maestro della grandezza nel teatro, nel cinema e nell'opera iniziò a guardare indietro ad una lunga e illustre carriera e l'inter- vista si mosse intorno al tavolo fino al tramonto. Abbiamo pas- sato ore assaggiando prelibatezze e conversando: le sue storie erano vive. A un certo punto, cominciò a canticchiare una melodia della Turandot di Puccini. La pro- duzione della Turandot di Zef- firelli è leggendaria. La sua passione per l'opera liri- ca veniva dal nonno e dallo zio. "Un grammofono era sempre acceso. All'epoca, in Italia, la musica era un lusso destinato a tutti, compresi i poveri", disse. "L'opera è fatta di idee, senti- menti, temi - non solo trame, per- sonaggi e artisti che cantano mag- nificamente", ha aggiunto. "L'opera fu generata a Firenze intorno al 1500 da intellettuali ispirati dal melodramma greco". "Ho girato tutti i film che vole- vo e sono tornato all'opera ogni volta che mi sentivo vulnerabile e bisognoso di rassicurazioni. L'opera per me è sempre stata una sorta di figura materna, la madre che ho perso a sei anni. E' come star bene tra le braccia di una madre quando allatta il suo bam- bino che chiede di essere nutrito ancora, che annusa la sua testa contro i suoi capezzoli". Dalla sua carriera cine- matografica, ha ricordato la sua grande amicizia con Tennessee Williams. Di Mel Gibson, che ha diretto nell'Amleto, ha detto cose meno positive, caratterizzandolo come "un ragazzo crudele, una persona sgradevole". Le attrici con cui ha lavorato sono state tutte meravigliose, in particolare Olivia Hussey, la sua Giulietta in Romeo e Giulietta, e la sua Vergine Maria nel capolavoro del 1977 Gesù di Nazareth. Mentre Dolly e Bianchina continuavano a vagare, Zeffirelli rivolse la conversazione al tema della Fondazione Zeffirelli, che ora è una realtà a Firenze. "Si occuperà quasi interamente della conservazione del mio lavoro", disse. "Il primo regalo che ho avuto da Dio è essere nato a Firenze", disse. "La città ha dato al mondo Michelangelo e Leonardo. Purtroppo non appartengo a quel- la piccola élite di geni, ma posso modestamente dire di essere tra quei fiorentini che si sono distinti nella loro professione nel mondo. Il mio temperamento è così tipi- camente fiorentino: siamo per- sone litigiose, frammentarie, indi- vidui dal sangue caldo". Zeffirelli ha studiato all'Ac- cademia di Belle Arti di Firenze, iniziando la sua carriera come scenografo. Il regista Luchino Visconti lo prese sotto la sua ala come giovane e promettente designer nel 1948. La famiglia del padre, i Corsi, viene da Vinci. Il maestro amava rivendicare la parentela con Leonardo, che proveniva anche lui da quella piccola città fuori Firenze. Corsi era un importante cognome rinascimentale. Suo padre Ottorino Corsi lavo- rava nel settore tessile. "Era un incorreggibile dongiovanni che passò la prima guerra mondiale a mettere incinta le donne fioren- tine", mi disse. "Dopo la guerra sedusse mia madre, Adelaide Garosi". Era una stilista e Corsi la conobbe professionalmente nel suo atelier. Essendo una donna sposata con già tre figli, Adelaide fu costretta a inventare un nome per il suo figlio illegittimo. "Ha scelto Zeffiretti da un breve duetto in Le nozze di Figaro di Mozart ('Sul- l'aria, che soave Zeffiretto), ma il cognome è stato scritto male nel registro", ha detto. "Il mio nome è molto particolare e suona fresco ed elastico". Il film Tè con Mussolini è un racconto semi-autobiografico del- l'infanzia di Zeffirelli e delle fig- ure femminili che lo hanno coir- condato, compresa la sua insegnante di inglese Mary O' Neill, interpretata da Cher nel film. "Mi sono sentito così solo dopo la morte di mia madre, poi la solitudine è cresciuta ancora di più, sapendo che mio padre era una canaglia senza principi", disse. "Di chi potevo fidarmi? Le donne erano l'unica fonte di calore nella mia vita". "Devo tutto a mia madre: negli anni '20 ha avuto il coraggio di difendere la gravidanza con tutte le sue forze. Portò dentro di sé il figlio dell'amore, contro la volontà di tutti i suoi parenti, che la spingevano ad abortire". Insistette perché fossi sua ospite anche a cena. Alla mia partenza avevo già nostalgia di un vero amante della vita che ha fatto del mondo intero la sua famiglia. Franco Zeffirelli in anni recenti: il maestro aveva 96 anni © Gianni Pasquini | Dreamstime.com Ricordi di un tempo passato: un lungo pranzo con Zeffirelli SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-6-27-2019