L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-27-2019

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GIOVEDÌ 27 GIUGNO 2019 www.italoamericano.org 29 L'Italo-Americano IN ITALIANO | Giornate di mare, marinara al granchio e tre vini bianchi della Campania base di pomodoro e, naturalmente, con pesce e crostacei. La freschezza del Falanghina fa da contrappunto all'acidità dei sughi al pomodoro. Tra i produttori consigliati: Cantina del Taburno, Donnachiara, Feudi di San Gregorio, Mastroberardino. Il Greco, coltivato in Campania intorno a Tufo, produce uno dei mi- gliori vini bianchi italiani che tro- verete in etichetta come Greco di Tufo (DOCG). Dove il Fiano di Avellino è elegante, il Greco di Tufo flette più i muscoli, dando vini di maggior corpo e, in generale, di maggiore alcolicità. Il Greco di Tufo ha una sensazione di viscosità in bocca e può anche comunicare impressioni tanniche. Si possono trovare profumi e sapori di frutta a nocciolo giallo e note di pietra fo- caia. Il vino può avere anche note di frutta tropicale e spesso un pia- cevole retrogusto di nocciola sul fi- nale. Pur essendo potente, il Greco di Tufo non è travolgente nel suo essere fruttato. Il vino porta grande carattere e sapore, e funziona an- cora con la salsa di pomodoro, il suo essere secco pulito e avere aci- dità frizzante completa il gusto oceanico dei crostacei. I produttori consigliati sono Donnachiara, Fer- rara, Feudi di San Gregorio, Ma- stroberardino, Terredora di Paolo. Il Fiano è un'antica uva da vino italiano coltivata in una zona DOCG intorno ad Avellino. Il Fiano è un vino bianco elegante e complesso che troverete etichettato - come ci si potrebbe aspettare – come Fiano di Avellino. I vini Fiano d'Avellino sono di medio- pieno corpo, floreali e fruttati, con note di erbe aromatiche, noci e miele. Anche se i vini Fiano di Avellino sono assolutamente me- ravigliosi se bevuti giovani, gli esemplari migliori possono miglio- rare con l'invecchiamento, svilup- pando una notevole complessità, alcuni per un decennio o più. Se esiste ancora una "gemma nasco- sta" nel vino italiano, potrebbe be- nissimo esserlo il Fiano d'Avellino. L'energia, l'eleganza e il gusto sa- lino del Fiano di Avellino comple- tano le salse a base di pomodoro e si sposano particolarmente bene con la natura salmastra di granchi, lumache, vongole e cozze. I pro- duttori consigliati sono Colli di La- pio, Donnachiara, Mastroberardino, Pietracupa, Rocca del Principe, Terredora di Paolo. A volte stavo lì in piedi nell'ac- qua bassa e guardavo la nonna ti- rare fuori quei pesci rasoio dalla sabbia. Lei ne lasciava cadere cin- que, sei o giù di lì, nel suo secchio, e poi, con un coltello da burro, Rocca del Principe Fiano d'A- vellino Aromi complessi nascono da un'annata di 5 anni di questo vino. Albicocca, fichi, note di liquore di pera, zenzero candito e minerali si trasferiscono in un palato ricco e P er alcuni, i ricordi delle giornate d'infanzia tra- scorse in spiaggia ri- mandano a castelli di sabbia, gavettoni, sec- chielli e palette dai colori vivaci. I miei ricordi marinari sono un po' diversi: zii e cugini che tirano su reti piene di granchio locale; la nonna seduta su una duna di sabbia durante la bassa marea che scava per cercare vongole e pesci rasoio; bambini che aiutano ad allestire ta- voli all'aperto per un pasto in fa- miglia e un sacco di affettuosi ga- vettoni per farvi sapere che facevate parte di qualcosa di spe- ciale. In seguito arrivavano magnifici piatti di spaghetti alla marinara ri- coperti di molluschi freschi all'aglio e di quello che erano riusciti a cat- turare quel giorno, solitamente granchio, a volte lumache o bab- balucci, come li chiamava la nonna. Bei tramonti sull'oceano? Sup- pongo che ci fossero. Ma non me li ricordo. Invece, fisso nella mia mente, è il ricordo di fare la scar- petta: ripassare quella speziata ma- rinara di granchio con un pezzetto di pane. Ora, questo non si dimen- tica. Se siete inclini a mettere da parte il secchiello da spiaggia e la paletta per un piatto di spaghetti alla marinara di granchio, potreste essere predisposti alla possibilità di accompagnare la felicità salma- stra con uno dei vini bianchi cam- pani, frizzanti e follemente deli- ziosi. Innanzitutto, una parola sulla Campania. Centocinquanta miglia a sud di Roma, la regione Campa- nia è un luogo notevole per la col- tivazione della vite. I vulcani della zona hanno contribuito a creare un terreno vulcanico molto povero di sostanze nutritive e ricco di mine- rali che conferisce un certo sapore ai vini. Questo, insieme ad un clima mediterraneo-continentale che aiuta le uve a raggiungere lenta- mente la maturazione, dà un terroir che produce alcuni dei migliori vini bianchi italiani. Il Falanghina è un vitigno au- toctono italiano che ama crescere nel suolo vulcanico della Campa- nia. Viene utilizzato per produrre vini bianchi di medio-pieno corpo in stili che possono variare da quelli rinfrescanti e facili da bere a quelli complessi e ricchi. In generale, i vini Falanghina si distinguono per la loro freschezza e brillantezza aromatica. Tipiche sono le note di mela, pera e agrumi (arancio). Il vino è particolarmente versatile con il cibo, in particolare con i sughi a apriva un guscio, spremeva un po' di limone sulla vongola, e giù tutta d'un fiato. In tutta onestà, ero inor- ridito. Correrei come il vento verso la riva, schizzando, il sapore salato dell'acqua di mare sulle mie labbra. Note di degustazione pieno che trasmette potenza e raf- finatezza. La salinità e l'acidità in- troducono una deliziosa tensione e un contrasto al palato, portando ad un finale lungo e sapido, caratte- rizzato da un retrogusto di sottile nocciola. Tre vini bianchi Campani, il Falanghina, il Fiano d'Avellino e il Greco di Tufo, sono molto indicati in questa stagione Questi tree vini Campani sono perfetti per piatti a base di pesce VINO NEWS RECENSIONI TENDENZE

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