L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-27-2019

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www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 27 GIUGNO 2019 N oi de L'Italo-Amer- icano siamo grandi sostenitori della cultura e del patri- monio tradizionale, e non poteva essere altrimenti. Per gli italoamericani, forse più che per gli europei, scoprire e apprezzare le origini e la storia familiare non è solo un momento di piacevole condivisione con gli anziani, ma spesso è un passo essenziale verso un momento di scoperta profondamente person- ale e di consapevolezza di sé. Gli italiani d'Italia invece - e lo dico da tale - spesso dimenti- cano la bellezza del loro patrimo- nio, soprattutto quando la storia e la tradizione familiare si annidano in alta montagna o si nascondono in collina, in qualche piccolo luogo dove le giornate seguono ancora i ritmi lenti del- l'agricoltura, e la vita sociale fior- isce intorno alla piazza e alla set- timanale messa della domenica mattina. La cosa divertente, a pensarci bene, è che la maggior parte di noi proviene da luoghi come questi, perché l'Italia è fatta in gran parte di villaggi antichi, di borghi in pietra quasi bloccati in un piacevole ordito temporale dove la modernità si nasconde tra le mura delle case della gente, sugli schermi dei televisori al plasma e sui computer portatili di ultima generazione. Per quanto belli, i nostri villag- gi di campagna e le nostre città alpine, i nostri borghi marinari o medievali hanno pagato il tributo di decenni di spopolamento, con le generazioni più giovani che sono partite per cercare fortuna in città o anche all'estero. In tempi passati, ma non troppo tempo fa, i giovani hanno lasciato i loro vil- laggi quasi con sollievo, per poter finalmente sperimentare il brusio e la novità di quello che vedevano come un mondo più alla moda, più emozionante. Oggi, proprio questi villaggi stanno combattendo una dura battaglia contro una morte lenta e inesorabile, ma le persone che ancora li abitano non si arren- dono, e anche le giovani gener- azioni, quelle stesse che una deci- na di anni fa li avrebbero abbandonati alla ricerca della novità alla moda e dell'eccitazione della città, hanno cominciato a scoprire l'importanza del loro pat- rimonio. Barni è uno di questi posti. Sit- uato sulle alte colline della Val- lassina, non lontano dal Lago di Como, la sua comunità ha lavora- to duramente per salvarlo dallo spopolamento e dall'oblio perché crede, come molte altre piccole comunità in tutta Italia, che il vil- laggio sia un luogo meraviglioso in cui vivere, ricco di tradizione e storia. Come molti borghi del Bel- paese, Barni è un angolo magico del mondo. E' proprio come una grande famiglia, dove non sei semplicemente tu, ma il figlio di tuo padre e il nipote di tuo nonno; lì, le abilità e i mestieri che conosci e che pratichi ti rendono quello che sei, non gli abiti che indossi o il tipo di smartphone che usi: gli status symbol, in questo tipo di Italia, non sono quello che ti aspetteresti. E così, per far conoscere al resto del mondo il loro piccolo angolo di bellezza, l'anno scorso gli abitanti di Barni hanno aderito al progetto Invasioni Digitali, un'interessante iniziativa volta a dare visibilità ai tanti borghi belli ma poco conosciuti d'Italia nel modo più contemporaneo: attra- verso l'uso dei social media. Inva- sioni Digitali raccoglie sotto il suo hashtag, #invasionidigitali, una miriade di bellissime istanta- nee realizzate dai visitatori e dagli abitanti delle località partecipanti. L'iniziativa è ancora in corso e sono tantissimi gli appuntamenti per la tarda primavera e per tutta l'estate, tutti con lo stesso obietti- vo: richiamare persone in un luogo che ha bisogno di espo- sizione per valorizzare il turismo, per attirare l'attenzione o, sem- plicemente, per avere il piacere di vederlo fotografato e mostrato su internet: alla fine, non è questa la fama oggigiorno? Torniamo a Barni, però, e alla fine di aprile dello scorso anno, quando anch'esso ha avuto la sua "invasione digitale": è stata un successo, nonostante il maltempo e non solo perché moltissime per- sone hanno scattato foto merav- igliose. E' stata un'esperienza piena di racconti, con Marco Fioroni, nato e cresciuto a Barni, che ha portato i visitatori in giro tra i vicoli e le vie del paese, rac- contando storie del passato e della sua gente, di ciò che il patrimonio e la storia di Barni sono e rappre- sentano: che modo bello e affasci- nante di conoscere un luogo. Durante la giornata, anche imprenditori e ristoratori locali hanno avuto l'opportunità di pre- sentare il meglio della loro pro- duzione, portando a nuovi livelli di conoscenza la straordinaria cul- tura enogastronomica di Barni e del Comasco. Una situazione "win-win" da cui tutti hanno trat- to beneficio. Ma Barni, in quel giorno di dodici mesi fa, voleva davvero mostrare il meglio di sé, perché le sue piccole strade pietrose erano state trasformate in una straordi- naria mostra fotografica a cielo aperto, in tema con l'obiettivo della giornata. Grazie all'iniziativa e alla creatività di Giulia Camina- da, un'insegnante locale con occhio per la fotografia, foto for- mato poster, ritratti in bianco e nero degli abitanti di Barni popolavano il paese, ognuno impegnato a fare quello che sape- va fare meglio: alcuni tessevano, altri facevano il formaggio o il burro, altri ancora avevano stru- menti agricoli di una volta che parlavano di un passato lontano, ma ancora vivo. Negli occhi di queste persone, giovani e anziani, uomini e donne, si poteva trovare l'essenza non solo del progetto Invasioni Digitali, ma di l'idea di "casa" nel suo complesso, così come concepita nell'Italia rurale e tradizionale: un'essenza che parla di modernità costruita sulle solide spalle della tradizione, di giovani generazioni che imparano dagli anziani, così come è sempre accaduto nella vita e nella storia, ma che porta con sé, questa volta, anche un po' di conoscenze e saper fare: che hanno acquisito con gli studi, con i viaggi, con tecnologie che non erano disponi- bili ai loro genitori e nonni. Un'essenza che parla di amore, rispetto e semplicità, di uno stile di vita appagante perché tocca le corde di ciò che dovrebbe essere veramente importante: felicità, famiglia, serenità e, perché no, divertimento, cameratismo e buona cucina. Ora passiamo velocemente ad una settimana fa, quando Barni ha fatto notizia in prima serata ital- iana: un bellissimo reportage ha presentato la sua gente al paese, in un modo forse ancora più potente dei social media, la televi- sione. I ritratti di Caminada dei suoi paesani impreziosiscono ancora oggi le strade del paese e, questa volta, gli spettatori hanno avuto la possibilità di ascoltare le voci di coloro che sono stati fotografati: sotto l'occhio indaga- tore della videocamera, le loro voci hanno tradito un accenno di timidezza e imbarazzo, le loro parole segnate dall'inflessione secolare della loro valle. Hanno parlato di ricordi d'infanzia che sono intimamente personali, ma che rispecchiano anche quelli di milioni di italiani, compresi quelli di chi oggi scrive queste parole; hanno sorriso fieri del loro patri- monio, hanno mostrato la loro volontà di mantenere Barni viva, sempre. Le future "invasioni digitali" previste per i prossimi mesi, si possono consultare sul sito web del progetto, all'indirizzo www.invasionidigitali.it. Le tro- verete su Twitter @Invasioni Dig- itali e su Instagram @invasioni- digitali. Una delle bellissime foto che Giulia Caminada ha preso degli abitanti di Barni, Lombardia @ Giulia Caminada NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ La curiosa storia di Barni dove la tradizione diventa "insta-famosa"

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