L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-11-2019

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www.italoamericano.org 13 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 11 LUGLIO 2019 SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO P iù di cinque secoli fa, un fiorentino gettò le basi della moderna scienza politica. La sua ricerca fu così radicale che divenne famoso in tutto il mondo occidentale. Nato 550 anni fa, nel 1469, come Niccolò di Bernardo dei Machiavelli, il diplomatico fiorentino, politico e scrittore noto come Niccolò Machiavelli rimane uno degli italiani più influenti nella storia mondiale grazie ad un trattato politico, Il Principe, capolavoro fondamen- tale che fu in realtà pubblicato postumo e sotto il titolo latino De Principatibus. L'Italia era in uno stato di con- fusione politica all'epoca di Machiavelli. Le turbolente guerre delle città-stato italiane e le inva- sioni straniere costituirono il con- testo storico in cui il libro fu prodotto. Attraverso Il Principe, Machiavelli mirava alla fon- dazione di un nuovo principato e intendeva fornire a un nuovo principe tutti gli insegnamenti necessari per la costituzione e la conservazione di un nuovo stato. Machiavelli fu per 15 anni a Palazzo Vecchio segretario e capo diplomatico nella seconda cancelleria della Repubblica Fiorentina. Fu responsabile degli affari interni e della difesa a par- tire dal giugno 1498. Pochi giorni prima, il frate domenicano Girolamo Savonarola era stato arrestato, impiccato e bruciato in piazza. La città era tronfia di orgoglio mediceo e Machiavelli viaggiava per l'Italia e l'Europa, incontran- do i leader del tempo faccia a faccia. Era un uomo inter- nazionale. Ma nel 1513, i Medici lo accusarono di cospirare contro di loro e lo fecero imprigionare. Quando fu rilasciato dopo tre set- timane, si ritirò nella sua tenuta di San Casciano e si dedicò a scrivere il classico della realpoli- tik, Il Principe, e un altro trattato politico, I Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio. L'arte della guerra, le Storie fiorentine, l'Epis- tolario (le sue lettere) e il dramma La Mandragora sono altre opere notevoli di Machiavelli. Machiavelli desiderava così tanto tornare nelle grazie della famiglia Medici che dedicò il Principe a Lorenzo di Piero de' Medici, signore di Firenze dal 1513. Egli chiamò Lorenzo "magnifico", alludendo al famoso nonno di Lorenzo, noto come Lorenzo il Magnifico. Lorenzo - scriveva Machiavelli - poteva fare grandi cose per il suo popolo come prima avevano fatto Mosè, Teseo o Ciro. L'innovatore politico credeva davvero che la famiglia Medici fosse la più adatta a rispondere alle speranze italiane di libertà dal dominio straniero. I Medici avevano il favore della Chiesa cattolica. Potevano liberare gli italiani. Questo, almeno, era il sogno di Machiavelli. Senza dubbio, Machiavelli gettò le basi per unire tutta l'I- talia. Mi piace vederlo come una sorta di proto-patriota. L'Italia era "senza leader, senza ordine" ed era "battuta, spogliata, strappata", scriveva. Le sue opere furono pubbli- cate con l'approvazione della Curia romana, ma nell'epoca della Controriforma cattolica i termini machiavellismo e machi- avellico vennero a indicare un governo cinico o un leader dis- posto a fare uso di qualsiasi mezzo pur di raggiungere un obi- ettivo. In quell'epoca, machiavellis- mo divenne sinonimo di perfidia o di astuta malvagità. La conno- tazione negativa derivava da un movimento europeo chiamato antimachiavellismo che ebbe inizio con il vescovo portoghese Girolamo Osorio, il cardinale inglese Reginald Pole e il teologo domenicano italiano Ambrogio Politi attorno al 1550. Si opponevano alle teorie politiche di Machiavelli e lo considera- vano un vero pagano, un ateo e un precettore di violenza e di empietà. Nel 1559, i suoi libri furono inseriti nell'Index Librorum Pro- hibitorum (Elenco dei libri proibiti), una serie di pubbli- cazioni ritenute eretiche o con- Niccolò Machiavelli patriota, non cospiratore. Ricorre il 550° anniversario della nascita del- l'autore de Il Principe Machiavelli, a destra, e Lorenzo Il Magnifico, left: due uomini che hanno profondamente influenzato la cultura e la politica di Firenze Continua a pagina 15

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