L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-11-2019

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GIOVEDÌ 11 LUGLIO 2019 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | Sia i Ciorfito che i Castagnola hanno alle spalle una lunga tradi- zione familiare. I fratelli Massi- miliano e Raffaele, per esempio, possono aver aperto il loro caffè "solo" nel 1990, ma il loro padre, ci dice Massimiliano, "era un barista di talento, con più di 50 anni di esperienza". Il Bar Messi- co invece è aperto dal 1948 e la sua storia, come racconta Errico Castagnola, dice molto della sto- ria della cultura del caffè in città: "Il nostro caffè ha aperto nel 1948 ed è sempre stato associato alla miscela Passalacqua. Abbiamo scelto 'Bar Messico' perché, in quegli anni, andava di moda chia- mare i caffè che tostavano le loro miscele come il paese sudameri- cano da cui acquistavano i chicchi crudi. Ad esempio, se conoscete il Caffè Kimbo (una popolare miscela di caffè napoletano che si trova anche al supermercato), il nome originale era Café do Bra- zil". L'amore per il caffè e il saper- lo preparare scorre chiaramente nel sangue dei Castagnola e dei Ciorfito, ma perché i napoletani sono generalmente considerati i veri intenditori di caffè in Italia? Ce lo spiega Massimiliano Ciorfi- to: "A mio avviso, i napoletani sono dei veri esperti quando si tratta di buon caffè. Ogni volta che vanno al bar, controllano il barista e il suo lavoro e, se gli piace quello che bevono, li senti- rai dire 'Ah! Questo è un buon caffè! E se si tratta di una miscela davvero eccezionale, non ti lasciano più: al Caffé Ciorfito abbiamo clienti che vengono da 30 anni!" Ma i napoletani, continua Ciorfito, non hanno acquisito la conoscenza del caffè solo con l'osservazione, ma anche attraver- so il consumo: "I napoletani bevono almeno 5 o 6 caffè al giorno, così, col tempo, diventano dei veri intenditori". Giusto per informazione, una recente ricerca Nielsen afferma che gli italiani bevono 1,5 tazze di caffè pro capite al giorno, anche se sono sicura che ci sono molte persone in tutto il Paese che si avvicinano ai numeri napoleta- ni. Sottoscritta inclusa, a dire la verità! Il caffè è un piacere immenso per i napoletani e, per questo motivo, deve essere buono. Un piccolo gioiello, una pepita d'oro, una prelibatezza disponibile e accessibile a tutti. Per quanto semplice possa essere il piacere, la vostra tazzulella napoletana comporta molto più lavoro di quello che vi potreste aspettare e per questo, probabilmente, il caffè ha un sapore così incredibile a Napoli. Errico Castagnola del Bar Mexico sottolinea l'importanza di utilizzare solo caffè appena maci- nato e di servire il caffè in un certo modo: "I nostri caffettieri utilizzano potenti macinacaffè e mestolini d'acciaio per macinare i chicchi di caffè e preparare singo- le porzioni per ciascuno dei nostri clienti. E' un lavoro metodico, che richiede molta perseveranza ma, per noi, i chicchi di caffè non possono dare il meglio se non sono stati appena macinati. Uti- lizzare caffè già macinato è sba- gliatissimo: si perde il meglio che una miscela ha da offrire". Errico ci parla anche del modo molto caratteristico in cui viene servito il caffè a Napoli, un modo che spesso lascia un po' confusi i viaggiatori provenienti da altre parti d'Italia: "Il nostro caffè viene servito con lo zucchero e in una tazzina bollente. Questo è tipico di Napoli e per lo più sco- nosciuto nel resto d'Italia". Quin- di, se vi piace la miscela amara, assicuratevi di dirlo subito al vostro barista napoletano. Ma l'unicità della cultura del caffè napoletano non è solo una questione di sapori e metodi di preparazione, ma coinvolge anche il proverbiale grande cuore di Napoli. Il "caffé sospeso" è la pratica di pagare un caffè extra quando si prende il proprio, in modo che chi non può pagarselo possa comunque godersi una taz- zina. Mentre l'abitudine del caffé sospeso è spuntata qua e là anche in altre parti d'Italia, a Napoli è una tradizione, come ci racconta Massimiliano del Caffé Ciorfito: "Nel nostro caffè serviamo il caffé sospeso da anni ma, recente- mente, abbiamo migliorato il modo di offrirlo. Di solito, i clien- ti che desiderano lasciare un caffè pagato per qualcuno, ricevono una ricevuta con un adesivo che dice "sospeso". La consegnano al barista al bancone, che mette tutti gli scontrini dietro la sua posta- zione di lavoro. Se qualcuno entra e non può pagarsi il caffè, il bari- sta prende una delle ricevute di pagamento e dice al cliente che la sua tazzina è offerta da qualcu- no". "Ma siccome non tutti voglio- no dire che non possono pagare, abbiamo organizzato le cose in modo un po' diverso: teniamo un conto giornaliero di tutte le rice- vute del caffé sospeso, scopriamo quanto valgono e inviamo quella cifra raddoppiata al dormitorio per i senzatetto proprio dietro l'angolo. Raddoppiamo la somma perché anche noi, come Caffè Ciorfito, vogliamo fare la nostra parte". Il mondo del caffè napoletano è fatto, abbiamo visto, di tradizio- ne, dedizione, passione e di quella bontà commovente tipica, per eccellenza, della gente di Napoli. Ecco perché la tazzulella è molto più di una semplice bevanda, ed è per questo che il caffè napoletano non solo ha un buon sapore, ma è anche una cosa buona. E' impor- tante, quindi, ci dice Errico Casta- gnola, portare la sua storia, la sua tradizione e la sua arte nel resto d'Italia, tanto che il Bar Mexico ha aperto due filiali milanesi con il nome di Expresso Napoletano. Lì, come nell'originale Bar Mexi- co di Napoli (ce n'è più d'uno anche a Napoli), tradizione e qua- lità sono al centro del business: "Continuiamo ad amare il caffè e ci mettiamo la stessa cura e la stessa qualità del passato", dice Castagnola, "portiamo avanti, in altre parole, la tradizione. Vendia- mo le nostre miscele nei nostri caffè solo su ordinazione, rigoro- samente macinate al momento, così che i nostri clienti possano sperimentarne l'aroma unico già al momento dell'acquisto". Se la nostra chiacchierata con Massimiliano ed Errico ci ha insegnato qualcosa è che a Napoli il caffè è una cosa seria: niente è fatto per caso, e tutto, dal momento in cui i chicchi vengono macinati al modo in cui viene ser- vita la bevanda, segue regole pre- cise, regole legate ad un passato fatto di storia e viaggi, di vendito- ri ambulanti e personaggi leggen- dari. Il caffè napoletano, in fondo, non è poi così diverso dai napole- tani stessi: legato alle sue radici, iconico, audace e con un grande cuore. I due caffè citati in questo arti- colo sono: Caffé Ciorfito, Via San Biagio dei Librai, 90, Napoli. Bar Mexico, Piazza Dante, 86 e Piazza Garibaldi, 72, Napoli. A Napoli, il caffé è anche sospeso: si paga per chi non può permetterselo, come è tradizione al Caffé Ciorfito, uno dei bar più tipici della città par- tenopea NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ Continua da pagina 5 G

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