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23 GIOVEDÌ 25 LUGLIO 2019 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | Q uando pensiamo al Sud Italia, la nostra mente viaggia im- mediatamente verso il blu zaffiro del suo mare e i fiammeggianti aranci e topazio dei suoi cieli assolati. E se diciamo Campania, vengono fuori i nomi di Napoli, Capri, della Costiera Amalfitana o, per i più in- clini alle bellezze storiche, di Pom- pei, Ercolano e persino Paestum. Viaggiando per pochi chilometri nell'entroterra però, aspettano di es- sere riscoperti luoghi sconosciuti di interesse naturalistico e storico. Da italiani e italofili è nostro do- vere conoscerli e spendere una parola sui tesori che custodiscono affinché il mondo possa vederli e goderne. Benevento: un luogo ricco di storia Uno di questi luoghi è la città di Benevento. Situata tra i fiumi Sabato e Calore, Benevento è un luogo ricco di storia, al punto da essere definita da molti un vero e proprio museo a cielo aperto. Sec- ondo le leggende, Benevento fu fondata dall'eroe omerico Diomede, dopo aver combattuto nella guerra di Troia, ma la storia ci dice che furono gli Osci, un an- tico popolo pre-romano, e che la città fu poi conquistata dai Sanniti. Una pletora di manufatti in ceram- ica e bronzo dell'VIII e VII secolo a.C. testimonia ancora oggi le radici pre-romane di Benevento e il suo stesso nome ha qualcosa da dire su quei tempi; in origine si chiamava Maleventum, ma quando i Romani finalmente sconfissero Pirro, decisero di cambiarlo in Ben- eventum, per celebrare l'evento positivo che si svolse sul suo terri- torio. Fu nell'anno 275 a.C., e Roma era ancora lontana dall'immensa potenza che avrebbe avuto circa 200 anni dopo. Tuttavia la vittoria di Maleventum-Beneventum è ab- bastanza importante nella storia di Roma: prima di tutto, ci sono rius- citi grazie ad un astuto strata- gemma: Pirro, generale greco sostenuto dai Sanniti, aveva vinto battaglie su battaglie grazie all'uso degli elefanti. Ora, i Romani erano grandi guerrieri ma non sapevano nulla dei pachidermi, quindi ne er- ano piuttosto terrorizzati e non rius- civano a capire cosa fare. Finché non si resero finalmente conto che questi gentili animali avevano paura del fuoco e così comincia- rono a scagliare contro di loro frecce fiammeggianti. Pirro fu costretto a ritirarsi e alla fine perse sia la battaglia che la guerra. Fu l'inizio della conquista romana della Magna Grecia e il punto di partenza della dominazione sul mondo conosciuto. Durante il Medioevo, Goti e Bizantini fecero di Benevento la loro terra, finché i Longobardi ar- rivarono nel 571 e la governarono fino al 1077, quando entrò a far parte dello Stato Pontificio. Molto più tardi, nel XVIII secolo, fu prima conquistata dai Borbone e poi annessa alla Repubblica Napo- letana. Nel 1806 Napoleone la gov- ernò brevemente e, infine, nel 1861, entrò a far parte del Regno d'Italia. Arte e bellezza a Benevento Sanniti, Greci e Romani. Goti, Bizantini e Longobardi. Poi il Pa- pato, i Borbone e persino Napoleone: il variegato percorso storico di Benevento ha lasciato segni anche sull'arte e l'architet- tura. Le vestigia più antiche che si possono ammirare in città apparten- gono a Roma: l'Arco di Traiano fu costruito nel 114 d.C. e ancora oggi, dopo quasi due millenni, veg- lia sui beneventani. Poi c'è il Ponte Leproso che, un tempo, collegava la città con la Via Appia. Oggi ne rimane solo una piccola parte, suf- ficiente però a rimandare al suo an- tico splendore. Bellissimo e tuttora in uso è il teatro romano della città, voluto dall'imperatore Adriano nel 126 d.C. e ristrutturato da Caracalla tra il 200 e il 210 d.C. Ha un di- ametro di 90 metri, una capienza di 10.000 posti e sono ancora visi- bili il palcoscenico originale, la cavea e parte delle sue tre arcate a gradoni. L'architettura religiosa è ben rappresentata in città dalla chiesa di Santa Sofia (760 d.C.), costruita dai Longobardi e considerata, in quegli anni, uno dei più importanti centri spirituali della Langobardia Minore. Insieme ad altre località in giro per l'Italia, fa parte dell'esteso patrimonio UNESCO dell'Italia Langobardorum. Il Duomo di Ben- evento è l'altro principale edificio religioso della città e la prima tes- timonianza del Cristianesimo che ancora sopravvive; risale al VII se- colo, sebbene sia stato ampliato nel XII secolo in seguito all'estetica ro- manica, per poi essere nuovamente modificato nel XVII secolo. Tut- tavia, l'edificio originale fu in gran parte distrutto durante la II Guerra mondiale e quindi ricostruito nella seconda metà del XX secolo. Infine, ma non meno impor- tante, naturalmente, il castello di Benevento, la Rocca dei Rettori. La fortezza fu costruita sul punto più alto della città, in una posizione già nota e utilizzata da Sanniti e Romani: questi ultimi la utiliz- zarono per un lussuoso centro ter- male, il castellum aquae. I Benedet- tini, in tempi successivi, edificarono un monastero nello stesso luogo. Cibo e Folklore Come ci si aspetterebbe da qual- siasi luogo in Italia, Benevento e la sua provincia offrono alcuni pi- atti sorprendenti da provare. Il Ce- catiello è un formato tradizionale di pasta popolare in tutta l'area di Benevento; la Pizza di alici, tipica di Fragneto L'Abate, vicino a Ben- evento, è un impasto di pane con- dito e arricchito con acciughe salate, mentre la Scarpella di Castelvenere è una lasagna a base di pasta (perciati o mezzi ziti), sal- siccia fresca, un formaggio fresco e leggero chiamato primosale, olio extra vergine di oliva, pecorino grattugiato e stagionato, uova e sugna (lardo tradizionale). Prodotti tipici della terra sono un particolare fungo primaverile, il Virno, le cui caratteristiche organolettiche sono simili a quelle del tartufo, e l'uva Falanghina del Taburno, vitigno storico a bacca bianca tipico della zona. Infine, ma non meno impor- tante, non possiamo parlare di Ben- evento senza menzionare le sue streghe! Fin dal Medioevo, le leggende dicono che la città, e la campagna circostante, erano un tempo il luogo privilegiato da streghe e creature magiche. C'è però una ragione storica: nell'anti- chità, a quanto pare, il culto della dea egizia Iside era particolarmente diffuso, come dimostra la grande quantità di reperti archeologici in stile egiziano trovati sottoterra nella zona. Quando il Cristianesimo prese il sopravvento, Iside divenne simbolo di idolatria, acquisendo caratteristiche per lo più negative, le stesse - si intuisce – attribuite alle streghe. Beneventum-Maleventum: la gemma segreta della Campania con un'interessante storia da raccontare La chiesa di Santa Sofia, a Benevento, fa parte del Patrimonio UNESCO Il teatro Romano di Benevento GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO