L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-25-2019

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NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 25 LUGLIO 2019 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | L a Luna ha sempre eser- citato un fascino prepo- tente sull'uomo. Averla raggiunta esattamente 50 anni fa, averci messo piede, ha segnato la storia dell'u- manità. Un sogno, tra i più grandi, diventato realtà. Ognuno di noi ne ha uno: che sia un amore, un figlio, la sconfitta di una malattia, una casa, un traguardo professionale, un viaggio, non importa cosa. Per noi è la ragione, l'ambizione, lo scopo, il traguardo. Non è difficile immedesimarsi a questo punto in Neil Armstrong o in Luca Parmitano. Nemmeno in Rocco Petrone, l'immigrato italiano che riuscì a entrare nellʼAccademia militare di West Point in piena guer- ra nonostante un cognome "nemi- co", a laurearsi al Mit e a scalare incarichi nella Nasa, fino a far par- tire il countdown del lancio dell'Apollo 11 e a pronunciare quel fatidico "Go" che cambiò la storia dell'umanità. Sono uomini che hanno sudato quel sogno più di quanto si possa immaginare, con allenamenti paz- zeschi e prove fisiche che risultano sovrumane per molti di noi, con training psicologici e corsi di sopravvivenza che li hanno messi a confronto con le loro paure e le loro capacità di reazione, rendendoli consapevoli di debolezze e punti di forza. Ma alla fine hanno concre- tizzato le ambizioni. Ciascuno di noi in realtà, compie imprese simili nella vita di tutti i giorni, non nella sostanza ma nella forma: studiamo, lavoriamo, com- battiamo e fortissimamente credia- mo nel nostro successo. E alla fine molti di noi conquistano la propria stella. La toccano con mano. Tanti si avvicinano soltanto al firmamen- to ma il fatto stesso che ci sia stata quella meta, ha dato senso alla loro esistenza. Anche quando si manca il risultato, ma fortissimamente si è tentato di raggiungerlo, si è in realtà centrato il bersaglio, perchè è solo provando a conquistare un obiettivo che la sconfitta non ci tocca davve- ro. Sembra strano parlare di umanità quando si volge lo sguardo lassù, nello spazio profondo. Eppure, quel buio infinito ha senso proprio perchè siamo noi a pensarlo, noi a confrontarci con esso. Se non ci fossero i nostri occhi a incantarsi davanti alle stelle nelle notti d'estate, se non ci fossimo ingegnati da sempre tra telescopi e onde radio, se non avessimo scritto poesie alla Luna e inventato divinità ispirate alle costellazioni, se cioè non ci fossimo confrontati con le meraviglie del cosmo da quando siamo su questa terra, il cielo sopra di noi non avrebbe senso, lo igno- reremmo. Saremmo come pesci, immersi solo nella nostra dimensio- ne acquea. Invece siamo menti che guardano le stelle e hanno lasciato crescere sogni e ambizioni fino a trasformarle nello scopo delle nostre vite. Sia esso un viaggio nel cosmo, sia esso la nostra meta per- sonale. Sembra strano ma in fondo non lo è. Ce lo ha ricordato, descrivendo la missione nell'ultima conferenza stampa prima della partenza per la Stazione Spaziale Internazionale (Iss) dal cosmodromo di Baikonur, dietro il vetro della quarantena, il colonnello dell'Aeronautica Militare italiana Luca Parmitano. "Andiamo fuori dalla Terra per la Terra e ci sentiamo a servizio di tutta l'umanità". Il punto è esatta- mente questo. Ce lo ricordano quei sei mesi di missione nello spazio, un soffio nel tempo immenso del- l'universo ma un tempo lunghissi- mo se ci immaginiamo quei micro- scopici uomini che orbitano intorno alla Terra. L'impresa è straordinariamente umana. Ha tutto il fascino dell'u- manità. Perchè con l'astronauta vola nello spazio un padre che lascia le figlie a terra e che ha abbracciato la moglie sussurrando quello che Armstrong e le decine di astronauti e cosmonauti che sono partiti per missioni analoghe, dissero alle rispettive famiglie. Forse semplice- mente è bastato un bacio, guardarsi negli occhi o stringersi in un calo- roso e fiducioso arrivederci. Perchè non sempre sono necessarie frasi storiche. La quotidianità, la costan- za, l'impegno, valgono mille parole solenni e spiegano anche i silenzi. Le missioni spaziali hanno un fascino superiore, attirano l'atten- zione perchè ci portano ai confini di quel che riteniamo possibile e impossibile, ci fanno toccare i limiti umani, ci mostrano dove possiamo e dove non possiamo andare. Non che non esistano situazioni limite analoghe stando con i piedi piantati sulla Terra ma quando siamo nello Spazio, capiamo di essere granelli di polvere, minuscole formiche di fronte all'immenso. Ripensiamo al nostro essere umani. Alla bellezza e alla finitezza del nostro corpo e della nostra mente. E scorgiamo la grandezza del nostro pensiero, la potenza del- l'immaginazione e la creatività dell'ingegno che mette a punto qualsiasi marchingegno pur di rag- giungere il traguardo. E non solo la fantasiosa scarica neuronale che ci passa per la testa riesce ad inanellare una serie lunghissima di incastri perfetti combinando tra loro ingra- naggi delicatissimi che riescono a portare l'Uomo a 384.400 km dalla Terra, ma riesce addirittura a ipo- tizzare, ideare e realizzare il viaggio L'impresa straordinariamente umana di conquistare il Cosmo di ritorno, trovando la rotta verso casa tra mille variabili possibili. Vediamo così non solo l'im- mensità del Cosmo ma la poesia dell'Essere umano. SELLING HOMES THROUGHOUT THE BAY AREA Adele Della Santina "e Right Realtor makes all the dierence." 650.400.4747 AdeleDS@aol.com www.AdeleDS.com CalBRE# 00911740 Expert in preparation, promotion, and negotiation!

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