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GIOVEDÌ 25 LUGLIO 2019 www.italoamericano.org 25 L'Italo-Americano IN ITALIANO | N ei primi giorni del- l'estate di quest'anno, la comu- nità italo-americana di Los Angeles ha perso uno dei suoi membri più rap- presentativi, Stefano Giuseppe Ri- boli, l'amato patriarca della San Antonio Winery. Per la comunità, la scomparsa di Stefano - padre di tre figli, nonno di dieci nipoti e bis- nonno di sette pronipoti - non è solo la scomparsa di uno degli es- empi più brillanti di aziende italo- americane a conduzione familiare dell'area di Los Angeles. Significa anche dire addio a un uomo che, con la propria vita e il proprio es- empio, ha incarnato l'essenza stessa del sogno americano. Nato e cresciuto italo-ameri- cano, Stefano è nato a Los Angeles nel 1921, ma si è trasferito nel pic- colo villaggio del nord Italia di Berzo San Fermo, vicino a Berg- amo, quando aveva appena tre anni. Allora come oggi, Berzo San Fermo era un piccolo e pittoresco villaggio sulle colline della Valle Cavallina: qui è cresciuto Stefano, giovane amante della natura e degli animali che trascorreva le prima- vere e le estati a pascolare le muc- che alpine. Doveva essere un modo di vivere tranquillo ma appagante, che però si interruppe con l'avvici- narsi della minaccia della II guerra mondiale. Temendo per la sua sicurezza e pensando al suo futuro, i genitori di Stefano lo rispedirono negli Stati Uniti e a Los Angeles quando aveva 16 anni. Era sponsorizzato dallo zio Santo Cambianica, che lo impiegò nella sua piccola azienda locale: la San Antonio Winery. Fondata dallo zio Santo nel 1917 a Lincoln Heights, nel cuore di una fiorente comunità italiana, la can- tina divenne ben presto la passione e la ragione di vita del giovane Ste- fano. La figura di Santo influenzò profondamente il carattere e la per- sonalità di Stefano: da lui ereditò la gentilezza, l'integrità, la fede e, naturalmente, le conoscenze nec- essarie e il know how per gestire quella che sarebbe diventata una cantina di grande successo. L'amore ha attraversato la strada di Stefano poco dopo la fine della guerra. Maddalena proveniva da una famiglia di agricoltori di Chino, in California: è lì che i due si sono incontrati e si sono subito innamorati. Si sposarono nel 1946 e si stabilirono a pochi isolati di distanza dalla cantina che Stefano stava gestendo. Lì hanno allevato i loro tre figli Santo, Cathy e Steve, che oggi sono tutti impegnati nel- l'azienda di famiglia: una vivida in- carnazione dell'immenso amore dei loro genitori, l'uno per l'altra, ma anche dell'impegno e della pas- sione che hanno sempre avuto per le loro vigne e il loro vino. Stefano e Maddalena hanno fatto della San Antonio Winery l'impresa di successo che è oggi: la loro dedizione, il loro impegno e il loro amore, ma anche la loro capacità imprenditoriale e la volontà di rischiare quando neces- sario, hanno fatto dell'azienda di famiglia la "American Winery of the Year" nel 2018. Che grande risultato per quella che era iniziata, 102 anni prima, come una piccola cantina di quartiere. C'è qualcosa di immensamente profondo e toccante nella viti- coltura e nella vinificazione. Una poesia, un senso di stupore per la grandezza della natura e un legame con la terra, con il suo profumo al mattino presto e i colori, le con- sistenze, i sapori della terra. E' un lavoro duro, impegnativo e, per molti versi, umile, quello del vino: perché richiede duro lavoro e conoscenza, rispetto e compren- sione dell'ambiente, e una continua consapevolezza che la natura potrebbe riprendersi ciò che dà. Ci vuole forza, umiltà, pazienza e tenacia. Serve anche un po' di cre- atività, di fede e tanta poesia, a mio parere, perché c'è poesia nelle mani e negli occhi di un uomo come Stefano, che ha fatto della terra il proprio sostentamento. Oggi ricordiamo Stefano e ono- riamo la sua memoria e il suo la- voro anche constatando quanto la sua figura, le sue azioni e il modo in cui ha gestito la sua attività sono sempre stati legati alle sue radici italiane e all'autentico "American Dream". Papa Steve, come veniva chiamato affettuosamente, aveva tutto il calore e la disposizione gioiosa degli uomini italiani di una volta: accogliente, solidale, gen- eroso, sempre pronto ad offrire un sorriso e un bicchiere di vino ad amici e visitatori, nelle tante occa- sioni in cui si fermavano in cantina per lavoro o per piacere. I ricordi e i racconti del tempo passato, degli inizi della sua vita in Italia hanno rafforzato i legami familiari e hanno alimentato l'amore per un patrimonio che ha sempre abbrac- ciato con orgoglio. Ha fatto della sua cantina una casa per sè, per la sua famiglia e per i suoi numerosi clienti, che hanno continuato a tornare negli anni non solo per il vino, ma anche per l'atmosfera ac- cogliente e calorosa che vi hanno respirato e di cui hanno goduto: quella di una vera casa italiana. E senza paura di credere in un sogno, Stefano Giuseppe Riboli l'ha trasformato poco a poco in re- altà, vitigno dopo vitigno, vendem- mia dopo vendemmia. Tra alti e bassi, successi e battute d'arresto, ha mostrato la via per oltre 70 anni, dimostrando che, sì: l'America può ancora essere la terra dei sogni che si avverano, se si lavora duramente e si ha fede. Così ci piace pensare che Ste- fano Giuseppe Riboli voglia essere ricordato: come una persona affet- tuosa, gentile, spiritosa e affasci- nante. Un padre devoto, un marito, un nonno e un bisnonno. Un leader, senza dubbio, ma dal cuore Ciao, Stefano: San Antonio Winery dice addio al padre fondatore, Stefano Giuseppe Riboli gentile: Sempre Avanti! amava dire, e sempre avanti andranno la sua famiglia e l'azienda, sempre guidate dal suo esempio, riscaldate dalla sua memoria e dal suo amore incondizionato ed eterno. Stefano Riboli è stato certamente un leader, ma dal cuore gentile. Ph courtesy San Antonio Winery LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES