L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-14-2013

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L'Italo-Americano PAGINA  14  GIOVEDÌ  14  MARZO  2013 'La migliore offerta': quando il cinema è all'ennesima potenza. Tornatore firma il suo '8 e mezzo' e riscrive la settima arte MANUEL DE TEFFÉ non ricordo di aver mai visto nessun film che per intensità narrativa, follia drammaturgica e maestosità attoriale abbia innalzato così in alto la "Suspension of disbelief" da fare impallidire la storia del cinema in toto. Padrini, cuculi, Kane e Straniamori hanno già accusato il colpo, spodestati in massa da un quadro caduto a terra, un boato che ripercorre e doppia tutta la storia dei colpi di scena di qualsiasi arte. I capolavori del cinema di tutti i tempi si sono appena resi conto, uno dopo l'altro, di non esser mai riusciti in realtà a osare un "twist in the plot" di simile caratura. nessuno di loro ha scassinato l'animo umano andando a parlargli in modo così vertiginosamente intimo mettendo il dito nella piaga fino all'attaccatura della spalla. nessuno è mai riuscito ad escogitare un colpo di scena così organico e saturo di metafore da rimettere in riga tutte le più belle metafore che memoria umana ricordi. Perché "La migliore offerta" di Giuseppe Tornatore è anche la migliore offerta del cinema italiano degli ultimi 30 anni, la più grande prova d'attore di Goffrey Rush, la maturità totale del regista siciliano. Un film che segna la "fine" della carriera di Tornatore come "8 e mezzo" segnò l'inizio e la fine di Fellini. Accade che l'artista produce il suo capolavoro in stato di grazia e che il capolavoro plachi per sempre e inconsapevolmente l'artista il quale, da quel momento in poi, creerà sì film magistrali, ma senza mai poter riaccarezzare quel culmine, vetta che per una legge misteriosa e provvidenziale è dato umanamente di poter lambire una sola volta a ognuno di noi, come carl Lewis vinse i quattro ori in una sola olimpiade e amen. Samuel Taylor coleridge, fine poeta inglese e famosissimo oppiomane, spiegò nel 1800 una volta e per tutte la differenza che passa tra prosa e poesia, e lo fece così spartanamente da mettere a tacere per sempre qualsiasi speculazione sul tema. Un giorno, probabilmente in stato di grazia e obnubilato dal fumo, disse con toni disarmanti che la prosa era- no le parole nel loro miglior ordine, e la poesia le migliori parole nel loro miglior ordine. concetto migliore non gli riuscì più. E qui, di poesia si tratta, perché a livello musicale, "La migliore offerta" di Giuseppe Tornatore sono esattamente gli ultimi 3 minuti dell'Estate di Vivaldi: le migliori note nel loro miglior ordine. Per sbarazzarsi dell'atmosfera di un film simile, sempre che ce ne si voglia sbarazzare, l'unico trucco da adottare sarebbe quello di rinchiudersi in una stanza e spararsi senza pietà tutti i film di Alvaro Vitali: solo l'opera omnia di Pie-rino a loop demenziale potrebbe scartavetrare una simile memoria. Ricordo molto bene la prima volta che conobbi Tornatore. Una mia ex fidanzata, assunta come comparsa ne "La leggenda del pianista sull'oceano", mi invitò sul set durante la scena del ballo. Andai a farle visita a cinecittà, conobbi Tornatore, gli strinsi la mano e gli feci velocemente i miei migliori auguri per il film. come regista non ho mai amato dilungarmi con altri registi mentre stanno lavorando, perché la cosa disturberebbe anche me. ciò che quel giorno mi rimase più impresso non fu il set in se stesso né il dispiego disumano di energie tecniche, ma lo sguardo sereno e umile dell'uomo Tornatore. Serena umiltà che ho ritrovato anni dopo anche nello sguardo di un mio amico, che guarda caso è stato scelto proprio da Tornatore come operatore de "La migliore offerta": Fabrizio Vicari. Visto il film chiamo Fabrizio il giorno dopo e lo butto giù dal letto all'alba. M: Fabrizio ma ti rendi conto di cosa hai fatto? F: Che cosa? Che è successo? M: Hai girato un capolavoro, tutte inquadrature perfette, asciuttissime, non ne hai toppata una. F: Ah, l'hai visto? M: Si. Capolavoro assoluto. F: Ma dai…Ti è piaciuto? M: Capolavoro assoluto. Adesso puoi anche andare in pensione. F: Ah, sono contento…Mi fa piacere. A volte i film che fai ti sono così davanti che non sai più…Ci vivi troppo dentro. Sul film non voglio aggiungere Donald Sutherland sul set con Vicari, Tornatore e Geoffrey Rush Giuseppe Tornatore con Donald Sutherland e Fabrizio Vicari nulla, qualsiasi altra parola spesa a riguardo sarebbe portatrice sana di spoiler. Il punto sul quale l'opera mi ha fatto però riflettere è quella che io chiamo "Legge della compensazione": ciò che fai o non fai ti ritorna sempre indietro a boomerang con interessi composti. Per quanto riguarda la genesi di un capolavoro sono invece giunto a una conclusione. non ho più dubbi: umiltà e vera arte vanno di pari passo. L'opera presuntuosa gronda i "mamma guarda quanto sono bravo", mentre l'artista umile si rende conto negli anni che l'arte, la sua arte per la quale ha combattuto e dato la vita, non è esattamente tutto, soffre terribilmente di questa realizzazione e cessa di tallonare il capolavoro. Forse è più appagante quella verità che affiora sulle labbra dei tuoi cari amici una sera a cena, lo sguardo imperioso di una figlia raggiante, la calma dopo tutte le tempeste. E in quel momento ridimensiona l'arte e abbraccia il suo lavoro con sublime serenità: ha scoperto a caro prezzo che la sua adorata pittura, scrittura e musica non sono altro che una seconda lingua donatagli per parlare meglio al mondo di cose fuori del mondo; quell'istante unico dove il divino trova uno spiraglio nell'ego dell'artista ed entra in punta di piedi nel suo lavoro guidando il pennello di Michelangelo, che affranto sotto la Sistina ha improvvisamente la sensazione, commosso e grato, di non essere più solo. Un'ultima cosa: Tornatore, grazie. E ad maiora. Ma sì, ad maiora. A Bari per Bif&st, il festival internazionale del cinema costruito come una matrioska: 400 eventi in uno BARBARA MINAFRA Il Bif&st? come una matrioska russa, tantissimi eventi dentro un grande evento. Dal 16 al 23 marzo oltre 400 appuntamenti, red carpet, proiezioni, incontri con registi, attori, sceneggiatori, produttori, critici cinematografici, lezioni di cinema, retrospettive, anteprime internazionali, corti, omaggi ai grandi della settima arte, premiazioni, festival musicali, teatrali e artistici. Una vera festa della cultura. Il Bari International Film Festival, presieduto da Ettore Scola, diretto da Felice Laudadio, promosso dalla Regione Puglia e organizzato da Apulia Film commission, si svolge con l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e ha al suo attivo un importante crescendo di pubblico: 55mila spettatori solo nella precedente edizione. nelle ultime tre è stato penalizzato solo dalla scarsa risonanza mediatica ma avrebbe decisamente meritato maggiore attenzione per la qualità e la varietà cinematografica offerta. Il Bif&st 2013, che avrà Laura Morante come madrina, vedrà in concorso i migliori 12 film italiani di lungometraggio e 10 opere prime; dedicherà tre festival a Federico Fellini, Alberto Sordi, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo; per Panorama internazionale presenterà una dozzina di film inediti provenienti da tutto il mondo; 8 documentari italiani e stranieri, ospiterà Arcipelago, il festival di cortometraggio svoltosi per 20 anni a Roma; un laboratorio ispirato al "metodo orazio costa"; una performance musicale dell'attrice e cantante Lina Sastri, protagonista della serata finale al Teatro Petruzzelli. E ancora: una mostra dedicata ai disegni di Fellini tratti dal suo "Libro dei sogni"; laboratori di sceneggiatura e direzione della fotografia. Un elenco breve questo, che è solo l'assaggio di un'offerta artistica e culturale ad altissima concentrazione per cui 8 giorni di festival sono persino pochi. Per seguirlo a distanza (anche in versione inglese): www.bifest.it

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