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21 GIOVEDÌ 8 AGOSTO 2019 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA C ari lettori, il sindaco di New Orleans, La Toya Contrell, ha emesso quest'anno un proclama con cui si chiede scusa per il linciaggio degli italiani a New Orleans nel 1891, oltre cento anni fa. Dal mo- mento che noi italoamericani ra- ramente siamo destinatari di scuse pubbliche da parte di qual- siasi funzionario pubblico, ho pensato di condividere con voi la storia delle "scuse", nel caso le abbiate perse la prima volta. Questo spezzone è apparso nel 2019, edizione estiva dell'Italian American Digest (la voce italoa- mericana del Sud), un trimestrale fondato dal mio amico Joseph Maselli nel 1973 e che continua ad essere pubblicato da suo figlio, Frank Maselli, presidente della American Italian Renaissance Foundation, al 537 South Peters St. New Orleans, LA 70130. *** La Toya Contrell, sindaco di New Orleans, ha consegnato le scuse a nome della città di New Orleans a Federico Ciattaglio, Console Generale d'Italia in ca- rica a Houston, per il linciaggio di massa di 11 italiani innocenti nel 1891, quando una folla asse- tata di sangue fece irruzione in un carcere di New Orleans. Il capo della polizia della città, David Hennessy, era stato colpito a morte e più di cento italoame- ricani locali furono arrestati in re- lazione all'assassinio. Diciannove furono infine accusati di omici- dio. I processi successivi porta- rono all'assoluzione, all'annulla- mento dei processi, e a nessuna condanna. Infuriato da questi ri- sultati, un segmento di popola- zione già anti-immigrati decise di farsi giustizia da solo... così pre- sero d'assalto il carcere e uccisero brutalmente 11 uomini. Per oltre un secolo, il ricordo dell'attentato del marzo 1891 ha perseguitato i cittadini italoame- ricani della Città della Mezza- luna. Il sindaco di New Orleans si è scusato ufficialmente per il lin- ciaggio e ha emanato un Pro- clama ufficiale di scuse alla co- munità italoamericana. Ha detto il sindaco: "Quello che è successo a quegli 11 italiani era sbagliato, e la città deve a loro e ai loro di- scendenti delle scuse formali...... Oggi non possiamo più dare giu- stizia. Ma possiamo decidere ciò che faremo in futuro. Questo attacco fu un atto di violenza contro gli immigrati..... New Orleans è una città acco- gliente, ma rimangono capitoli seri e oscuri della nostra storia condivisa che rimangono scono- sciuti e che non vengono raccon- tati". Gli immigrati giunti negli Stati Uniti dall'Europa e dall'Asia alla fine del XIX secolo furono spesso accusati di rubare il "la- voro agli americani" in tempi economici difficili. In particolare gli immigrati italiani, che spesso avevano carnagioni più scure, ve- nivano presi di mira. New Or- leans ospitava la più grande co- munità di immigrati siciliani negli Stati Uniti. Anche se molti si erano integrati nella città, la- vorando e prosperando nelle pro- prie attività commerciali, non tutti furono accolti da tutti. Fu in questo clima delicato che Hen- nessy venne assassinato da ignoti assalitori. Si diceva che mentre Hennessy giaceva morente, avesse usato un insulto comune per gli italiani per identificare i suoi assassini. Prendendo questo come indizio, le autorità raduna- rono individui di origine italiana in massa e li accusarono formal- mente, compreso un ragazzo di 14 anni. Dopo l'assoluzione, cittadini arrabbiati immaginarono che la mafia avesse influenzato i giurati. Di conseguenza, un certo numero di prominenti cittadini di New Orleans guidò la folla arrabbiata che uccise e mutilò 11 uomini. Coloro che persero la vita fu- rono Antonio Bagnetto, Antonio Marchesi, Antonio Scaffidi, Ja- mes Caruso, Rocco Graci, Pietro Monasterio, Loreto Comitis, Em- manuele Polizzi, Joseph P. Ma- checa, Frank Romero e Charles Traina. L'incidente compromise le re- lazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Italia. Il Console italiano a New Orleans, Pasquale Corte, lasciò la città nel maggio del 1891. Il governo italiano chiese che il linciaggio fosse perseguito e che fossero pagati i risarcimenti alle famiglie dei morti. Quando gli Stati Uniti non riuscirono a perseguire i capibanda della folla, l'Italia richiamò il suo ambascia- tore da Washington in segno di protesta. Gli Stati Uniti seguirono l'esempio, richiamando l'amba- sciatore da Roma. Dopo un anno di sospensione delle relazioni di- plomatiche, il presidente Benja- min Harrison accettò di pagare 25.000 dollari alle famiglie delle vittime con i fondi dell'Executive Branch Funds. *** L'indimenticabile evento nella storia degli italiani a New Or- leans fu il linciaggio di 11 italiani nel 1891. La discriminazione contro gli italoamericani era però ancora evidente negli anni Venti e Trenta quando essi, insieme agli ebrei e agli afro-americani, ven- nero esclusi dalle organizzazioni del Mardi Gras del famoso car- nevale cittadino "Krewes". Ma non era finita lì, come scoprì e raccontò il mio amico Joe Maselli nel Big Book of Italian Culture, (a cura di Larry Di Stassi) nel ca- pitolo A Simple Game of Golf. Maselli dice che l'incidente che lo galvanizzò e trasformò in un attivista italiano fu quando fece domanda di adesione al Me- tairie County Club nel 1967. "È stato allora che ho scoperto che il mondo non era rose e fiori", dice. "Avevo giocato a golf lì per dieci, dodici anni come ospite. C'ero stato centinaia di volte – partecipavo ai tornei, andavo alle feste, ballavo. E questi due ra- gazzi, i miei amici, continuavano a assillarmi, quando diventerò membro? Così alla fine ho detto ok, e ho presentato la mia do- manda di iscrizione. Ho pensato che fosse solo una formalità". Maselli dice di aver aspettato diverse settimane prima di sapere della sua iscrizione e alla fine gli fu consigliato di pagare i suoi due amici per ritirare la domanda. Ma- selli capì che questo significava che veniva tagliato fuori e con- cluse che era perché era italiano. Oggi, Maselli fa tesoro dell'e- sperienza. Lo considera un punto di svolta nella sua vita. E pensa che sia importante mantenerne vivo il ricordo. Oltre agli interessi immobiliari e ai suoi doveri di proprietario di un'azienda di liquori all'ingrosso, Joe Maselli è oggi presidente, fondatore e animatore della Ame- rican-Italian Renaissance Foun- dation, di un museo e una biblio- teca di ricerca che documenta la storia della comunità italiana a New Orleans. Ha anche fondato una newsletter italoamericana. E' stato una delle forze trainanti nella realizzazione di Piazza d'I- talia, il fulcro di un progetto di rivitalizzazione di due isolati del centro città. E' stato proprietario del Vil- laggio Italiano all'Esposizione Universale. Ha fatto decollare la Renaissance Foundation, poi ha organizzato l'American Italian Fe- deration of the Southeast, ha col- laborato con Domenic Candeloro a The Italians of New Orleans, e ha fatto molto altro ancora. Se visitate New Orleans, non dimenticate di visitare il Centro Culturale rinnovato da poco, il Museo Italiano di South Peters St. e la Piazza d'Italia, recente- mente restaurata.