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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 22 AGOSTO 2019 . .. o almeno, non lo sono i suoi luoghi più storici. Questo è ciò che il Ministero per i Beni Culturali ha deciso circa due mesi fa, dopo che il consiglio comunale del I Munici- pio ha rilasciato un permesso a McDonald's per costruire una sede di 800 metri quadrati pro- prio accanto alle Terme di Cara- calla. Quando la notizia è trapela- ta, il sindaco di Roma Virginia Raggi è stata costretta a sospendere il progetto, a causa delle proteste pubbliche che ha provocato. In una dichiarazione, Raggi ha dichiarato che è essen- ziale per "valutare tutti i rischi che un tale piano potrebbe gener- are in un sito molto delicato, vin- colato dall'UNESCO". In una let- tera al presidente del I Municipio, Raggi ha anche aggiunto di essere preoccupata per il "decoro, l'immagine della città e l'equilibrio del delicato tessuto urbano del centro stori- co". La sede delle Terme di Cara- calla doveva includere un Mac- drive per asporto, un McCafé e un totale di 250 posti a sedere. Cosa molto importante in una città - e in un paese - alle prese con la disoccupazione, doveva offrire tra i 50 e gli 80 nuovi posti di lavoro. Perché, si può chiedere, una sede di McDonald's dovrebbe causare problemi in un'area stori- camente e archeologicamente ril- evante? Ebbene, la risposta è complessa e sfaccettata, soprat- tutto se si considera che Roma è già sede di un grandissimo numero di ristoranti McDonald's e l'Italia è il quarto paese europeo con il maggior numero di filiali (578, ancora lontano dai quasi 1500 di Germania, Francia e Regno Unito, ma comunque tanti). E' stata l'associazione ital- iana per i diritti dei clienti, Coda- cons, a richiamare l'attenzione sul progetto, definendolo "inde- cente", "assurdo" e minacciando di intentare un'azione legale se la decisione non dovesse essere modificata. Codacons ha anche ricordato che l'apertura di un altro McDonald's nel centro storico di Roma è andata contro "le stesse regole messe in atto dal Comune, secondo cui l'apertura di fast food e di chip shop nella Città Storica è proibita". Non è la prima volta che l'apertura di un McDonald's crea scompiglio a Roma. Nel 2017, un simile oltraggio è stato causato dall'inaugurazione di una filiale a pochi passi da San Pietro, sul ter- ritorio di proprietà della Chiesa di Borgo Pio. All'epoca, il cardi- nale Elio Sgreccia affermava che avere un McDonald's in quella zona non era "per nulla rispet- toso delle tradizioni architet- toniche di una delle piazze più caratteristiche che si affacciano sul colonnato di San Pietro", come riportato da La Repubblica e The Local. Sempre nel 2017 un altro ristorante ha aperto su un sito archeologico che era comunque aperto ai visitatori. Non è solo la Città Eterna ad avere difficoltà con McDonald's che vuole rilevare le sue aree storiche: nel 2016, il sindaco di Firenze Dario Nardella rifiutò la richiesta del gigante del fast food per aprire una filiale nella piazza principale della città. McDonald's si indignò così tanto per il rifiuto da citare ufficialmente in giudizio la città di Firenze per quasi 20 milioni di dollari. La questione era la stessa: McDonald's è il benvenuto in città, ma non in Piazza del Duomo, patrimonio dell'UNESCO e cuore pulsante del paesaggio artistico fiorentino. C'è, è evidente, un problema con McDonald's che apre i suoi ristoranti nei centri storici ital- iani, ma perché? Quando si tratta di Roma, molti hanno subito sot- tolineato che la presenza di fast food può aumentare i rifiuti, cosa con cui la nostra capitale ha già un problema abbastanza serio. Le recenti decisioni del Comune di Roma di vietare di mangiare e di sedersi vicino a monumenti artis- tici famosi come Piazza di Spagna sono un altro segno di questo atteggiamento. Tuttavia, questo non è l'unico motivo. Così popolare e apprezzato come è McDonald's nel Belpaese, soprat- tutto da bambini e ragazzi, rimane una sorta di gusto acquisi- to, se mi si passa l'espressione: non fa parte del ricco patrimonio culinario italiano ed è ancora per- cepito da molti come una "ten- denza", nonostante sia diffuso nel paese da quasi 40 anni. L'accosta- mento dei monumenti archeo- logici e culturali italiani alla famosa M d'oro del fast food potrebbe essere davvero troppo per qualcuno: un segno minac- cioso della perdita di identità cul- turale, un'indesiderata omo- geneizzazione delle nostre abitudini e tradizioni con quelle del resto del mondo. Ma è davvero così e, soprat- tutto, è davvero colpa di McDon- ald's? L'Italia ha solide radici cul- turali e sembra improbabile che un altro fast food possa fare la differenza. Se cercare di man- tenere le aree archeologiche e le località storiche libere da tutto ciò che potrebbe renderle più affollate sembra una buona idea, alcuni italiani si sono espressi a favore della possibilità di rendere Roma più accogliente per il tur- ista, cosa che potrebbe includere l'aggiunta di ristoranti economici e accoglienti in città anche se - nel caso lo chiedeste a me - già ci sono centinaia di trattorie locali che offrono la tradizionale cucina romana a pochi soldi, e quindi non c'è bisogno di altri fast food. In definitiva, si tratta del luogo: le Terme di Caracalla sono un patrimonio mondiale e hanno bisogno di essere protette. Le folle in visita sono benvenute, ma troppe persone possono essere dannose. Sarebbe come aprire un McDonald's nel bel mezzo del Louvre. Pensandola così, diventa chiaro il motivo per cui il Comune di Roma ha posto il veto all'idea. Non c'è nulla contro i ristoran- ti di McDonald's a Roma: ham- burger e amatriciana possono convivere nella stessa città. Ma forse è meglio tenerli lontani dalle Terme di Caracalla. SIMONE SCHIAVINATO L'apertura del McDonald's di Borgo Pio è stata aspramente criticata Dimenticati di quell'hamburger, Roma non è un posto per McDonald's.... SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO