L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-22-2019

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NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 22 AGOSTO 2019 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | J ohn Turturro non ha mai fatto mistero dell'amore che nutre per il nostro Paese. Nato a Brooklyn, figlio di immigrati italiani, è da tempo sulle tracce della sua famiglia d'origine. Metà veniva dalla Sicilia, metà era cresciuta in Puglia prima di salire su un transatlantico. Un pezzo di profondo Sud italiano, nel primo Novecento, si era coraggiosamente imbarcato per l'America in cerca di miglior fortuna. L'attore, regista e sceneggiatore newyorkese, ha sublimato il loro impegno entrando nel gotha del grande schermo. Il suo obiettivo, tra cinema e tea- tro, è recuperare la storia dei suoi genitori. Ha cercato in Sicilia e ha cercato in Puglia, bussato alle porte dei parenti, li ha incontrati per stra- da, in città e in campagna. Continua a inseguirli, a frugare nei loro ricor- di alla ricerca di brandelli di storia personale. Gira tra i vicoli dei centri storici alla ricerca di tracce. Ecco a Giovinazzo l'edicola che racchiude l'icona di Maria Santissima di Corsignano: "E' la Madonna di papà!" si lascia sfuggire emoziona- to in un italiano che ha un forte accento newyorkese. Pezzi del pas- sato che vivono nel presente in Puglia e nella sua storia negli States. Si fa accompagnare da uno storico che gli spiega che in origine, nel '600, il suo cognome si scriveva staccato, Tur Tur, perchè era il soprannome dato ad un addetto alla sorveglianza della costa da una torre all'altra per vigilare e dare tempestivo avviso di un'eventuale incursione dei corsari Turchi dal mare. La sua è molto più di una curio- sità: è ritrovare nel proprio nome un pezzo di storia, un pezzo di Italia. Ed è una cosa importantissi- ma vista da qui, dall'altro lato dell'Oceano, dove puoi crescere con la cultura e la lingua italiana in famiglia ma poi sei e diventi italoa- mericano, poco dopo parli meglio l'inglese dell'italiano e magari diventi pure poliglotta, comunque sei un mix tra due mondi, se non una sintesi di molte più culture e dei molti universi etnici che costel- lano l'ambiente in cui cresci. Anche la comunità italoameri- cana degli inizi si accorse presto che il "recinto" delle Little Italy ser- viva a poco rispetto alle contami- nazioni culturali. Per lavoro, per matrimoni, per incontri casuali si finiva presto di essere "solo" italiani e si diventava parte di quella defi- nizione variabile e cangiante che racchiudeva gli italoamericani cre- sciuti forse a pastasciutta ma nutriti di tanta, tanta America. Tuttavia, quelle comunità avevano riti sociali e familiari che tenevano stretta la cinghia con il passato, non perde- vano di vista quel bagaglio culturale con cui si era partiti. Oggi invece si fa molta più fatica a restare anco- rati al passato, soprattutto in città multiformi e gigantesche come Los Angeles dove restare tenacemente aggrappati alle radici è davvero un'impresa. I figli crescono subito più americani che italoamericani. E' tutto più rapido, come se si fosse persa una generazione tra chi arriva, chi si assimila e chi, alla terza gene- razione, si è già abbondantemente americanizzato. E questo, anche se è un meccanismo naturale, un pro- cesso automatico, da un certo punto di vista è una perdita importante. Perchè la "cultura di mezzo" si affievolisce prepotentemente. Nel frattempo vengono meno anche le vecchie generazioni, quelle che hanno raccolto il testimone e hanno portato avanti per decenni la cultu- ra, la socialità, la tradizione italoa- mericana. Quando poi se ne vanno i decani, coloro che hanno profon- damente segnato la vita di una comunità, la perdita è maggiore. Per questo vogliamo ricordare tre grandi sostenitori de L'Italo- Americanoche nel nostro giornale hanno sempre creduto trovando nelle nostre pagine il baluardo del- l'italianità, un progetto che porta orgogliosamente avanti la missione originaria: coltivare la nostra "cul- tura di mezzo". Salvatore DiVita, nato a New York nel 1934, è stato un grande autore che per tanti anni ha raccon- tato storie curiose ed originali e ogni settimana ha incontrato la comunità attraverso queste pagine con la rubrica La Vita Italiana. Una mente lucida e curiosa che a dispet- to degli 80 anni già sulle spalle era capace di passare con disinvoltura, e la stessa invidiabile penna, da un articolo su Santa Claus a un pezzo su Volare di Domenico Modugno, da un ritratto di Yogi Berra alla sto- ria sepolta dalle ceneri vulcaniche di Pompei. Vi invitiamo a cercare i suoi articoli nel nostro archivio online. Continuerà a sorprendervi. Frank Claro con la sua Claro's Italian Markets ha sempre suppor- tato il suo giornale ma soprattutto è sempre stato un grande affezio- nato a L'Italo-Americano. Alle spalle ha quasi 70 anni tutti al ser- vizio della comunità italiana attra- verso un'attività di importazione dei prodotti italiani che ha permesso alle famiglie italoamericane di con- tinuare a cucinare e mangiare autenticamente italiano. Infine Stefano Giuseppe Riboli, fondatore della San Antonio Winery, la storica azienda vinicola nel centro di Los Angeles, pioniere dell'industria vinicola americana. Non solo ha sempre sostenuto L'Italo-Americanoma ha fatto del servizio agli immigrati italiani un marchio di fabbrica diventato un successo nazionale attraverso l'im- portazione di vini italiani in Usa. La sua impresa, la sua eredità, l'ab- biamo raccontata nel numero del Il legame con il passato è importante come lo sforzo per custodirlo 25 luglio. Cercatela, troverete un pezzo della storia di L.A. e degli italoamericani. SELLING HOMES THROUGHOUT THE BAY AREA Adele Della Santina "e Right Realtor makes all the dierence." 650.400.4747 AdeleDS@aol.com www.AdeleDS.com CalBRE# 00911740 Expert in preparation, promotion, and negotiation!

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