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GIOVEDÌ 22 AGOSTO 2019 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | Italia, si sente semplicemente "un bambino del Sud, mezzo pugliese e mezzo siciliano". E' lui stesso a descriversi così. Il padre Nicola (poi Nicholas) partì a sei anni per New York da Giovinazzo, in provincia di Bari, per diventare muratore e carpen- tiere. La mamma Caterina Ince- rella (poi Katherine), cantante jazz, era originaria di Aragona nell'Agrigentino. Lui nascerà a Brooklyn il 28 febbraio 1957 e a sei anni, come suo padre, si trasferirà con la famiglia nel Queens dove vivrà fino agli anni del college. Si lau- reerà alla State University di New York di New Paltz in Theatre Arts grazie ai sacrifici di una famiglia che ascoltava Puccini a tutto volume. L'infanzia e la cultura italoa- mericana, nonostante il forte imprinting newyorkese, mature- ranno dentro di lui e, oltre a servi- re per caratterizzare alcuni perso- naggi, ispireranno i suoi film da regista: Mac, Caméra d'or a Can- nes nel 1991, mette in scena tre fratelli italoamericani che voglio- no aprire un'impresa di costruzio- ne nei nuovi quartieri residenziali della New York degli anni Cin- quanta; Romance & Cigarettes nel 2005 evoca i tormenti di una famiglia proletaria del Queens. E' italoamericano per forma- zione personale e scelta artistica. Ha genitori che non spezzano il filo con la terra lontana e ha un'attrazione, naturale e culturale, per le sue origini che spiegano un legame con l'Italia ufficializzato con l'ottenimento nel 2011 della cittadinanza italiana per discen- denza diretta. Ma è un rapporto che costruisce anche con frequen- ti ritorni nel Belpaese, lontano dalle luci della ribalta, parlando un po' di italiano, e lavorando in Italia. Sin dagli anni '90 si avvicina alla letteratura italiana, poi nel 2006 si dedica al teatro interpre- tando e dirigendo al Teatro Mer- cadante di Napoli, "Questi fanta- smi" di Eduardo De Filippo. Successivamente lavora con Spike Lee in "Miracolo a Sant'Anna" (2008), girato in gran parte in Italia, come già era suc- cesso per "La tregua" di France- sco Rosi (1997) sulla storia di Primo Levi, film per il quale perde molti chili per rendere più credibile la sua interpretazione, e poi per il cartone ambientato a Napoli "Opopomoz" (2003) di Enzo D'Alò, a cui presta la voce. Si cimenta nel 2009 con "Fiabe Italiane", liberamente ispi- rato al testo di Italo Calvino e alle favole del siciliano Giuseppe Pitrè. Il viaggio alla riscoperta della sua italianità prosegue con il suggestivo documentario "Prove per una tragedia siciliana", dichia- razione d'amore di un figlio lon- tano per la terra dei nonni, narrata dalla voce intensa dello scrittore siciliano, scomparso da poco, Andrea Camilleri e fotografata da Marco Pontecorvo. Nel 2010 torna in Italia e partecipa alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia con il suo documentario musicale "Pas- sione" che omaggia la musica partenopea e la città di Napoli, che definisce luogo del cuore. Nel 2018 curerà per la prima volta la regia di un'opera lirica scegliendo il Rigoletto di Giusep- pe Verdi per la bellezza della musica, la modernità tematica, la ricchezza di contraddizioni. Varie anche le produzioni italiane. Nel 2015 entra nel cast di "Mia madre", storia drammatica diretta da Nanni Moretti presentata in concorso a Cannes. Nello stesso anno appare in "Tempo instabile con probabili schiarite" diretto da Marco Pontecorvo, ambientato nella Marche. Forse non è un caso che diventi Guglielmo da Basker- ville, il monaco detective protago- nista della serie tv "Il nome della Rosa", ispirata al romanzo di Umberto Eco tradotto in 40 lin- gue e di cui sono state vendute 50 milioni di copie in tutto il mondo. Otto episodi in onda da quest'an- no su Rai1. "Ho vissuto esperienze profes- sionali importanti in Italia. In Mac (1992), il mio primo film da regi- sta, raccontai la storia di mio padre: un muratore, un uomo molto tradizionalista. Mia madre invece, era una cantante jazz che si esibiva con i fratelli in una big band, ma voleva una famiglia e così continuò a cantare in chiesa e a casa; cantava anche mio padre: sapeva a memoria tutto Il Trova- tore. Entrambi - ha raccontato in un'intervista di un paio di anni fa - hanno lasciato dentro di me una traccia molto forte. Quando ho girato il film-documentario Sicilia (2008) ho bussato alla porta dove abitavano i miei nonni. La risco- perta delle radici è stata fonda- mentale per capire chi sono". Commendatore dell'Ordine della Stella d'Italia dal 27 dicem- bre 2018, dopo il doppio passa- porto del 2011 e la cittadinanza di Aragona, da dove era partita la nonna Rosa Terrasi, rimasta sem- pre di nazionalità italiana nono- stante una vita passata a New York, quest'estate ha ricevuto la cittadinanza onoraria della cittadi- na pugliese da cui partì suo padre e dove è tornato per la prima volta nel 1986, alla ricerca della fami- glia d'origine, in occasione della fiction italo-statunitense "Mamma Lucia", girata con la Loren e trat- ta dal romanzo dello scrittore ita- loamericano Mario Puzo. Ed è qui che torniamo all'ini- zio della storia che raccontiamo. Una storia in cui il figlio del- l'emigrante torna a casa, mostra ai "paesani" il successo di suo padre, di suo nonno e di sua La visita di Turturro ha fatto di Giovinazzo un paese in festa © Depergola Fotografia-Ufficio Stampa Comune di Giovinazzo Per l'occasione, è stato creato un cocktail speciale, ispirato alla storia famigliare di Turturro © Depergola Fotografia-Ufficio Stampa Comune di Giovinazzo NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ Continua da pagina 5 G Continua a pagina 9