L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-5-2019

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GIOVEDÌ 5 SETTEMBRE 2019 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA 17 D opo una cacio e pepe a Tre Scalini e le stampe Pinelli a Ca- scianelli, il vecchio scrittore e il suo protégé discutono su dove prendere il caffè. Dovendo tornare a La Sa- pienza per una lezione su Pasolini, il protégé suggerisce un internet café a San Lorenzo. Il vecchio scrittore scuote la testa. Convinto che il giovane, un promettente poeta nonostante il taglio di capelli alla Woody Woodpecker (Picchia- rello), il mascara pesante e le un- ghie verdi, abbia bisogno di mag- giore cultura, insiste per l'Antico Caffè Greco, quindici minuti a piedi da Piazza Navona. Situato in Via Condotti, vicino a Piazza di Spagna, il Caffè Greco è il più antico caffè di Roma e forse l'ultimo rifugio per conversazioni intelligenti. Oltre una sala esterna brulicante, dove i cellulari suonano costantemente, i clienti gustano caffè espresso e antipasti in piedi, le commesse di Fendi sgomitano per uno spazio al bar, e i turisti giapponesi postano istantanee della Fontana della Baraccia su Insta- gram, c'è un silenzioso santuario interno: una sequenza di salotti do- rati e cremisi poco illuminati, ar- redati con tavolini con ripiani in marmo, banchetti, antichità, dipinti, acqueforti, litografie e ricordi in- corniciati. Il Greco prende il nome da Ni- cola di Maddalena, greco levantino che fondò il caffè nel 1760, quando la zona era piena di alberghi e pen- sioni. Fin dal primo giorno divenne il luogo di ritrovo preferito della colonia romana di eminenti visita- tori, poi il rifugio di artisti e scrittori locali. Casanova e Goldoni, Shel- ley e Keats, Goethe e Leopardi erano habitué. Questa popolarità allarmò le autorità. Il 24 marzo 1824, Leone XII, per scoraggiare i dissidenti dal patrocinare il caffè, dichiarò che ogni cittadino che en- trava nel Greco sarebbe stato messo in prigione per tre mesi. Il proprietario reagì servendo i clienti attraverso una finestra. La colorita storia del Greco e la leggendaria clientela l'hanno pro- tetto dalla demolizione o dalla mo- dernizzazione. Come si evince dai dipinti e dalle fotografie sulla pa- rete, il caffè è esattamente come era durante la Belle Époque, quando Gabriele D'Annunzio, poeta decadente e arbitro di stile, scandalizzò la gestione permet- tendo al suo cane borzoi di rubare la meringa di un altro cliente. Per fare ammenda, D'Annunzio firmò un tovagliolo sporco, si tolse il pa- pillon e vi ci appuntò l'autografo. Invecchiati camerieri in frac nero salutano il vecchio scrittore, un habitué da quando cinquant'anni fa si trasferì a Roma da Vasto e pubblicò il suo primo romanzo, un racconto autobiografico di forma- zione, poi adattato a film popolare. Il libro fu nominato ma non riuscì a vincere il Premio Viareggio. Tut- tavia, il suo fugace successo è stato sufficiente a far guadagnare al suo autore una cattedra a La Sapienza, un monolocale a Monti, e questo tavolo d'angolo nella Sala Rosa del Greco. Ammirando il damasco rosso e gli specchi dorati, il vecchio scrit- tore ordina due cappuccini e annui- sce agli altri clienti. Alcuni sono redattori e agenti in pensione, altri sono sbiaditi eccentrici e impostori. Tutti, lì seduti, funzionano da an- nunci pubblicitari per il Greco, ma nessuno conosce molti aneddoti let- terari sul caffè. "Qui Gogol scrisse la maggior parte delle Anime Morte", dice il vecchio scrittore, "bevendo tazze di caffè con panna. La panna mon- tata pendeva dalla punta del suo enorme naso". Il suo protetto è troppo assorbito dal suo iPad per rispondere. Face- book sostituirà il Greco, le vecchie muse, così come Amazon sostituirà Feltrinelli. Prima di compiere vent'anni, il suo protetto ha pubblicato in pro- prio cinque raccolte di poesie, le ha promosse su Twitter e ha pubbli- cato diverse letture su YouTube. Quattro anni dopo, ha vinto diversi premi e una borsa di studio per la scuola di specializzazione. Il vec- chio scrittore ammira il suo talento ma si risente della sua presunzione. Quando arriva il loro ordine, chiede al giovane se ha letto la Set- tima Ecloga di Virgilio. Due pastori arcadici, Thyrsis e Cordyon, orga- nizzano un concorso di poesia. Corydon non vince esattamente, ma Thyrsis perde definitivamente. E la sua sconfitta lascia a Cordyon la vittoria quasi per difetto. E' un modo in cui gli scrittori ottengono il successo, non per overdose, an- dando fuori di testa, o venendo uc- cisi su una spiaggia di Ostia. Il giovane poeta si scrolla le spalle. Qual è il grande mistero? La celebrità ha meno a che fare con il talento e lo sforzo che con la for- tuna. E la fortuna si basa su pub- blicità e resistenza. È come quelle boutique di lusso in via Condotti. Se fai un polverone e stai in prima fila abbastanza a lungo, ti conse- gneranno un premio a domicilio. "Pensi così caro mio" fa le fusa il vecchio scrittore, mescolando il suo caffè e pensando alla propria carriera. Sorseggia e punzecchia il giovane uomo. "Se stai in fila molto a lungo, chiuderanno quella male- detta porta!" Poi, come assapo- rando la sua veemenza, spruzza cannella sul cappuccino del protetto e sorride: "Gli dei prima fanno pro- messe a coloro che intendono di- struggere", dice. Il segretario di Pasquino è Anthony Di Renzo, professore di scrittura all'Ithaca College. Potete contattarlo all'indirizzo direnzo@ithaca.edu. Il vecchio Pasquino ama chiacchierare con gli scrittori di oggi (© Dreamstime) Caffé Greco Pasquino tratta due letterati

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