L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-5-2019

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LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES 27 GIOVEDÌ 5 SETTEMBRE 2019 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | I n ogni comunità, ci sono dei pilastri. Quando parliamo di memoria delle tradizioni e della storia locale, i pilastri sono coloro da cui andiamo quando abbiamo bisogno di sapere di più sul perché siamo le persone che siamo. Quando il cuore di una comu- nità, ciò che la rende unica nel suo genere, è un Paese dall'altra parte dell'oceano, i suoi pilastri sono an- che le persone che permettono agli altri di mantenere vive le care vec- chie abitudini e le tradizioni della madrepatria: diventano il volto e la voce di ciò che è più familiare e, con il loro lavoro, permettono a tutti di mantenere vivo quel legame e di trasmetterlo alle giovani gen- erazioni. Questo è ciò che Frank Claro è stato per la comunità italoameri- cana della California del Sud: una persona che, con il suo lavoro, la determinazione e l'esempio, ha aiu- tato gli italoamericani di prima gen- erazione a sentirsi a casa e le gio- vani generazioni ad abbracciare ed amare le proprie radici. Grazie alla sua azienda di famiglia, Claro's Italian Markets, ha aiutato centinaia e centinaia di italoamericani a man- tenere viva la loro identità e la loro italianità: perché sappiamo tutti quanto del patrimonio italiano passi attraverso il cibo. Frank è nato a Los Angeles nel 1930, figlio di Joe e Mary Claro. Da adolescente, gli interessi di Frank erano variegati: "al liceo gio- cava a baseball e suonava il sasso- fono", dice Rosemarie, sua figlia. Ed è stato proprio lì, alla Puente High School, che ha incontrato e si è innamorato di Geraldine, che poi diventerà la sua compagna di vita: un primo amore che durerà tutta la vita. Si sposarono subito dopo il diploma e, con lo spirito di inizia- tiva e l'entusiasmo tipico di chi è giovane e innamorato, acquistarono un negozio e lo trasformarono nel loro progetto da sogno, un mercato italoamericano. La guerra era ap- pena finita e si stava per entrare negli anni '50, il periodo del boom economico, il periodo in cui è nato il sogno americano: quando tutto era possibile, se ti ci dedicavi e ti impegnavi. E' esattamente quello che Frank ha fatto, non solo per la sua azienda, ma anche per la sua famiglia. "Ha costruito la sua casa a Walnut quando aveva vent'anni", ci racconta Rosemarie, "mio nonno aveva comprato un terreno a Wal- nut all'inizio degli anni '50". Offrì a ciascuno dei suoi tre figli un acro di terra se volevano unirsi a lui e trasferirsi nel 'paese'. Mio padre fu l'unico ad accettare l'offerta". Una bella casa di famiglia "costru- ita in legno rosso e mattoni della vecchia Walnut Grammar School", dove lui e Geraldine si sono stabiliti e hanno formato una famiglia. Hanno avuto tre figli, Rose- marie, Mary Linda e Joe, ai quali hanno trasmesso ideali, rispetto e un evidente amore per le loro radici: "Sono stati per noi dei mer- avigliosi modelli di comporta- mento. Entrambi erano molto attivi nella comunità italoamericana e infondevano un forte senso di servizio in tutti i loro figli". E stare a Walnut, in quella bella casa di vecchi mattoni e legno di sequoia, è stato un modo straordinario di crescere per i tre giovani Claro, come ricorda affettuosamente Rosemarie: "Siamo letteralmente cresciuti in campagna! Era una vita meravigliosa". Frank ha dato un incredibile es- empio di etica del lavoro e di im- pegno per i suoi figli, che vede- vano lui e la madre Geraldine "scendere lungo Valley Blvd per andare ogni giorno a lavorare al Claro's a San Gabriel", ma i loro ricordi parlano anche di un uomo che, per tutta la vita, ha dimostrato amore, gentilezza e generosità verso chi lo circondava. Gli italiani sono noti per trovare il piacere e la felicità nelle cose più piccole - non è forse questo il segreto dell'essere veramente fe- lici, alla fine dei conti? - e Frank non ha fatto eccezione. Amava viaggiare e ospitare am- ici e familiari a casa, impegno che condivideva con la moglie Geral- dine. La sua passione per il base- ball, che aveva praticato a scuola, è rimasta forte per tutta la vita e il suo amore per i Dodgers di Los Angeles era incondizionato. Ep- Costr uire la comunità, un sor r iso e un sogno alla volta: addio a Frank Claro, padre dei Claro's Italian Markets pure, anche il gioco sarebbe diven- tato un'occasione per trascorrere del tempo con la famiglia e gli am- ici, un modo per celebrare quei legami di amore e condivisione che rendono ogni comunità, dalla più piccola alla più grande, viva e forte. Frank era, senza dubbio, un pi- lastro. Un pilastro per la sua famiglia, perché ha creato con le proprie mani e con il sostegno in- finito di sua moglie, un'attività che oggi è tenuta in vita dalle sue due figlie, Rosemarie e Mary Linda, che gestiscono le sei filiali del Claro's Italian Market nel sud della California. Ma è stato anche un pilastro, fondamentale per la comunità italoamericana. Fu orgoglioso membro della Garibaldina M.B. Society, dei Sons of Italy e della Historic Italian Foundation. Ma so- prattutto, grazie ai suoi affari, ha permesso a generazioni di italoamericani, generazione dopo generazione, di sentirsi "a casa" at- traverso quello che portavano sulla loro tavola della domenica. Può sembrare una piccola cosa, ma non lo è: la tradizione, alla fine, nasce e si mantiene viva nelle cose più semplici. Frank lascia tre figli, Rose- marie, Mary Linda e Joe, cinque nipoti, Nicole, Michelle, Michael, Kara e Kief, e sei pronipoti, Kayli, Kamryn, Noah, Anaya, Micah e Jax. "Era un uomo generoso e amorevole", conclude Rosemarie, "e abbiamo avuto la fortuna di averlo come padre". Una foto vintage dei Claro's Italian Markets (Credits: Rosemarie Lippman)

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