L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-19-2019

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www.italoamericano.org 15 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 2019 SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO d'Italia e si trova nei mercati di fascia alta in tutto il mondo. Gli anni '30 inaugurarono una nuova era per il design degli abiti italiani. Mai prima di allora il "proper English suit" era stato così radicalmente sfidato e modi- ficato. Nomi come Canali e Vin- cenzo Attolini aprirono la strada, portando avanti uno stile italiano unico e distinto che divenne noto come napoletano - vestibilità più rilassata e solidale con il corpo - che fu rapidamente abbracciata dagli uomini di prestigio dell'e- poca. Avanti veloce verso l'Italia del 1945. La guerra era finita: l'Italia faticava a ricostruirsi, l'economia era in frantumi e il neorealismo di Federico Fellini diede volto a questa nuova realtà. Eppure prevaleva l'ottimismo. In via Bar- berini, a Roma, il maestro sarto Nazareno Fonticolo e l'imprendi- tore Gaetano Savini si unirono per aprire una modesta boutique maschile specializzata in abbigliamento maschile di lusso su misura: lo chiamarono Brioni. Straordinaria attenzione ai det- tagli, qualità superiore dei tessuti e colori innovativi segnarono gli inizi di quello che sarebbe diven- tato l'abito in stile romano e un marchio ancora oggi equiparato al meglio dell'abbigliamento maschile. Nel 1952, Brioni fu l'incar- nazione dell'haute couture maschile per l'élite del Nord Italia. Rafforzatosi, Fonticolo decise di mostrare le sue creazioni sulla passerella di una sfilata di stile - qualcosa di inedi- to, all'epoca, per la moda maschile. Nella Sala Bianca, all'interno delle mura di Palazzo Pitti a Firenze, oggi epicentro delle sfilate della moda italiana, gli abiti Brioni vennero ufficial- mente presentati al mondo della moda internazionale. Il marchio Brioni ottenne un immediato sta- tus di celebrità: lo stile Italiano era diventato virale. La seduzione degli abiti da uomo italiani superò rapidamente l'Atlantico. Le apparizioni pub- bliche di John Wayne, Clark Gable, e altre star da far girare testa con un abito Brioni aumen- tarono il fascino. Ricordate il fig- urino di Marcello in La Dolce Vita? Bisogna ringraziare Brioni almeno per la parte dell'abbiglia- mento! Naturalmente, il marchio Brioni non era un marchio a sé stante nel fiorente mercato della bella figura italiana. Dai quadrila- teri della moda di Napoli nacque Kiton. Fondato nel 1956 da Ciro Paone, commerciante di tessuti di quinta generazione, il marchio puntava a fare un passo in avanti. Solo i tessuti più pregiati erano accettabili, ogni capo cucito a mano, la continuità del cucito creava l'illusione di un insieme fluido: come riassumeva Paone, "un capo che ti conosce bene quanto te stesso". Le ossessive abitudini lavorative di Paone - "mezzo amore, mezzo pazzia" - diedero vita a quello che oggi rimane il classico abito in stile napoletano. A partire da 8.500 dollari, rimane ancora un classico status symbol! Se l'influenza dei grandi stilisti della metà del secolo scorso resiste sulla considerazione della moda maschile italiana, sarebbe imperdonabile non omaggiare un nome più contemporaneo che è sinonimo di abiti maschili: Gior- gio Armani. I progetti originari per una carriera nella medicina non materializzarono mai; Armani sentì un'attrazione irre- sistibile verso il fashion design. Dopo quasi 20 anni di esperienza, debuttò con la sua etichetta per- sonale nel luglio 1975. Le sue idee innovative - linea prêt-à- porter, campagne pubblicitarie di massa, vasta gamma di prodotti di marca - affermarono rapidamente il nome Armani come sinonimo di alta moda. Le giacche di Armani dal taglio rilassato diventarono ben presto icone, il sostituto sexy del "power suit". Ricordate Richard Gere in American Gigolo? Oppure Crockett e Tubbs in Miami Vice, DiCaprio in Wolf of Wall Street? Un punto fermo. Tessuti pregiati, cuciture a mano, minuziosa attenzione ai dettagli, e glamour italiano intan- gibile possono fare un abito di classe, ma ci devono essere solidi mattoni su cui applicare questi elementi. Immaginate, se volete, un Dia- gramma di Venn: i tre grandi cer- chi sovrapposti contengono cias- cuno uno dei tre stili distinti del design italiano dell'abito: Romano, Napoletano e Milanese. All'interno di quel cerchio interno creato dai grandi cerchi sovrap- posti troviamo questi tratti comu- ni: spalla non strutturata, alte linee di gola sul risvolto, vestibilità snella e sagomata, tasche senza patta, bottoni alti, nessun risvolto sul pantalone, nessun taglio poste- riore – la struttura del completo italiano che ha preso d'assalto il mondo della moda nel 1952. Forse le parole del fondatore di Kiton Ciro Paone danno meglio voce a ogni mente, mano e anima creativa che lavorano insieme con passione, creando un abito ital- iano magistralmente realizzato artigianalmente: "Amo la bellez- za, sono fedele alla tradizione e sono molto orgoglioso del mio lavoro". Continua da pagina 13 L'eleganza maschile all'Italiana: un mix di tradizione e innovazione (© Dreamstime)

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