L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-19-2019

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www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 2019 NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ L e s trade di F irenze sono piene di segreti e curiosità: alcune sono note a chi conosce sto- ria e leggende locali, altre sono così oscure che solo la gente del posto può raccontarle. Questo non è così insolito, se ci si pensa. Tutte le città antiche sono piene di storia e, con essa, arriva sempre un diluvio di vec- chie storie e tradizioni interes- santi. La città di Dante Alighieri ne ha recentemente riportata in vita una, quella delle Buchette del vino. Se ci leggete regolarmente, forse ricorderete un interessante articolo su di esse sulle nostre pagine, nel 2017. Allora le Buchette erano solo un curioso ricordo della Firenze rinascimen- tale, un bel ricordo di come era la vita di una volta, in un'epoca in cui la Toscana era il cuore cultur- ale del mondo intero. Oggi, questi onnipresenti "buchi nel muro" sono di nuovo operativi. Molto bene, si può dire, ma cosa sono esattamente? Ecco un po' di storia, per chi non ne ha mai sentito parlare prima d'ora. Le Buchette del vino sono parti- colari aperture, solitamente alte circa un piede, che la nobiltà rinascimentale fiorentina ha costruito sulle facciate dei propri palazzi. La maggior parte di esse sono state murate dopo che sono cadute in disuso, ma circa 100 sono ancora lì, pronte per essere individuate da un occhio attento. Gli storici locali ci dicono che sono diventate popolari attorno al XVI secolo, quando gli aristo- cratici fiorentini iniziarono a investire nella produzione e nella vendita del vino. Sempre desiderosi di guadagnare qualche soldo in più, escogitarono un sis- tema ingegnoso per evitare di pagare le tasse: vendere il vino direttamente dalle loro residenze, attraverso quello che può sem- brare un "drive through" ante lit- teram per gli alcolici. Le Buchette collegavano la strada alle cantine degli edifici, dove un cantiniere, un servo che aveva il compito specifico di occuparsi della Buchetta, era pronto a evadere gli ordini. Se volevate una bottiglia di vino, tutto quello che dovevate fare era bussare alla finestra della Buchetta, lasciare soldi e una bottiglia vuota e aspettare che vi venisse restituita piena. Sem- plice, veloce e, soprattutto, esente da tasse per i produttori di vino. Le Buchette divennero molto di moda, al punto che tutti gli aristocratici produttori di vino ne avrebbero avuto una sulla strada di fronte al muro delle loro case signorili. Erano così famose che il loro uso si diffuse in tutta la Toscana, soprattutto in luoghi come Pisa e Siena. Le nostre curiose finestre per la consegna del vino servirono i fiorentini per circa tre secoli, fino a quando l'aumento della popolarità dei modi più convivi- ali di bere, come taverne e osterie, segnò la loro caduta nel- l'oblio. Questo, fino al 2015 quando è stata creata l'Associ- azione Culturale Buchette del Vino per recuperare e tutelare questa caratteristica unica del patrimonio fiorentino. Tempo fa Matteo Faglia, uno dei fondatori dell'Associazione, ha raccontato a Wine Spectator, popolare riv- ista online su vino e vinifi- cazione, che "questi piccoli ele- menti architettonici sono un fenomeno commerciale e sociale molto particolare, unico a Firen- ze e in Toscana", come abbiamo già detto in precedenza. Ma, cosa ancora più importante, Faglia ha detto anche che, pur essendo "un patrimonio culturale minore, sono parte integrante dell'area più ricca del mondo in termini di opere d'arte e monumenti: la Toscana". Per questo l'Associ- azione si è assunta il compito di rintracciare, catalogare e conser- vare tutte le Buchette ancora esistenti sul territorio regionale. L'estate che sta per concluder- si ha portato un regalo di ben- venuto ai membri dell'Associ- azione Culturale delle Buchette del Vino, perché Babae, ris- torante nel cuore del centro stori- co di Firenze, ha deciso di ren- dere nuovamente operativa la propria Buchetta. Durante tutta la stagione calda, il personale di Babae - anche il nome è un pic- colo gioiello culturale: è l'equiva- lente latino del nostro moderno "wow!" - ha servito ai clienti bic- chieri di rosso o bianco rinfres- cante attraverso la propria Buchetta. Ed è stato un successo. In un'intervista alla rivista fiorentina Lungarno, Brando Gozzini, della proprietà del ris- torante, ha spiegato come hanno deciso di riaprire la Buchetta: "Quando abbiamo avuto il ris- torante, abbiamo subito notato che c'era una Buchetta. Voleva- mo farci qualcosa e abbiamo pen- sato di aprirla per l'aperitivo, tra le 19 e le 20". L'iniziativa di Babae ha sicu- ramente portato molta attenzione sull'Associazione Culturale delle Buchette del Vino, come sottolin- ea Faglia: "Anche se le modalità di vendita del vino sono ovvia- mente cambiate da quando le finestre del vino erano completa- mente attive", spiega a Wine Spectator, "questo piccolo gesto, che mette in risalto una bella sto- ria fiorentina, è molto gradito, perché aiuta a mantenere vivo questo antico e unico modo di vendere uno dei prodotti agricoli e commerciali più importanti della Toscana: il suo vino". L'apertura di un'antica Buchetta può sembrare un gesto trascurabile, considerato nel più ampio panorama di quanto occorre fare, a Firenze come in qualsiasi altra parte d'Italia, per mantenere vive e preservare le antiche tradizioni, parte del ricco e importante patrimonio del paese. Ma in realtà, è indice di qualcosa di importante. Mostra quanto l'interesse verso il passato e la storia, verso il significato e la centralità della sua conservazione sia evidente anche tra le giovani generazioni, quelle rappresentate dai fantasiosi e intraprendenti proprietari di Babae. E' anche la dimostrazione che il lavoro di noi uomini e donne comuni con un debole per la storia locale e la tutela del patrimonio locale, così come quello della gente dell'As- sociazione Culturale delle Buchette del Vino, può portare la giusta attenzione a qualcosa che altrimenti verrebbe dimenticato e trascurato. Una buchetta del vino, dalla quale veniva venduto vino direttamente dalle cantine dei signori (Ⓒ: Dreamstime) Torna popolare una tradizione rinascimentale: Firenze e le sue buchette del vino

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