L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-3-2019

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www.italoamericano.org 15 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 3 OTTOBRE 2019 SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Goti, dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente. Questo fa di Ferrara una sorella minore di altre importanti città della zona come Ravenna, che dell'Impero Romano, anche se solo per un breve periodo, fu anche capitale. Una leggenda popolare dice che Ferrara, come Roma secondo Virgilio, aveva origini troiane, perché fu un giovane in fuga dalla guerra contro gli Achei, Marco, insieme ad una ragazza di nome Ferrara, che qui fondò un villaggio. Alcuni credevano addirittura che la fanciulla della leggenda fosse la stessa raffigu- rata sulla porta destra della catte- drale di Ferrara, comunemente conosciuta come Madonna Frara. Per quanto affascinante e roman- tico possa essere tutto il racconto, è probabilmente proprio questo, un racconto. Ci sono, tuttavia, alcune opzioni più realistiche: ad esem- pio, si dice che "Ferrara" può derivare da "ferro", che veniva ampiamente lavorato nella zona o dal "farro", il cereale preferito dai Romani e molto popolare nella zona. Ferrara verrebbe allo- ra da Farraria, o terra del "farro". Tutte queste, sono solo suppo- sizioni. Quello che sappiamo di sicuro è che Ferrara è stata nomi- nata per la prima volta sede epis- copale nel VI secolo e che nel VII venne fondato Castrum Fer- rariae, oggi più comunemente noto come Castrum Bizantino, la parte più antica della città. Una città del Rinascimento Il cuore di Ferrara, punto di partenza per tutte le esplorazioni, è la sua splendida piazza cen- trale, Piazza Trento e Trieste. La sua parte centrale è senza dubbio la Cattedrale di San Giorgio, immenso gioiello di architettura romanica, impreziosita e arric- chita da aggiunte gotiche, rinascimentali e barocche. Il suo campanile, ideato dall'Alberti, è incompiuto, ma rimane comunque una bellezza. Se si visita Ferrara in questi giorni, però, potrebbe non essere possi- bile vedere la cattedrale in tutto il suo splendore, visto che la fac- ciata è in fase di restauro: un pic- colo prezzo da pagare, se vogliamo mantenere al meglio il nostro patrimonio. Sempre in piazza c'è Palazzo Civico, restau- rato durante il fascismo, è un altro esempio dell'incredibile architettura della città. Se chiedete agli italiani di Ferrara, però, è probabile che citino un luogo in particolare, il Palazzo dei Diamanti, dal nome della sua bellissima e particolare facciata, composta da 8.500 bloc- chi piramidali dove luci e ombre producono intricate illusioni che ricordano quelle prodotte dai dia- manti. Palazzo dei Diamanti è sede della Pinacoteca di Ferrara e si trova in Corso Ettore d'Este. Parlando degli Este, non pos- siamo dimenticare il loro castel- lo, dove risiedettero dal 1476, famoso per la Via Coperta, un corridoio sopraelevato creato per unire la parte più antica della dimora, l'attuale Palazzo del Municipio, a quella più recente. La "Addizione Erculea" e Ferrara capitale d'Europa Ma perché Ferrara è conosciu- ta, e lo è giustamente, come la prima città veramente europea? Tutto dipende dallo sviluppo urbanistico avvenuto tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo, sotto la supervisione dell'architet- to Biagio Rossetti, ispirato e diretto dalla visione moderna di Ercole I d'Este, che volle portare la sua città fuori dal Medioevo, dritta in una nuova era di scoper- ta e creatività. Seguendo gli ele- menti dell'antica urbanistica romana creati da Vitruvio, Ros- setti ed Ercole I crearono una Ferrara nuova, aperta e ariosa, fatta di grandi viali e piazze, grandi palazzi e spazi verdi che si fondevano perfettamente nel tes- suto urbano medievale esistente in città. Si trattava di Arianuova, dove si trovano, ad esempio, il già citato Palazzo dei Diamanti, Palazzo dei Turchi di Bagno e Palazzo Prosperi Sacrati. Questa è Ferrara, la prima città moderna del mondo: il luogo dove vecchio e nuovo si incontrano, dove l'Umanità è al centro di ogni pensiero e creativ- ità. Ferrara, patria di Torquato Tasso, padre della Gerusalemme Liberata, considerata ampiamente e senza discussione la prima opera moderna della letteratura europea. Ultimo ma non meno impor- tante: il cibo! Certo, come possiamo essere in Emilia-Romagna e non dedi- care nemmeno un piccolo para- grafo al cibo? Gli emiliano- romagnoli sono noti per il loro atteggiamento epicureo nei con- fronti della vita e la loro cucina è lo specchio di tutta la regione. Ferrara annovera tra i suoi piatti preferiti i cappellacci di zucca, un tipo di ravioli di zucca, che apparvero sulla tavola degli Este intorno al 1584. La città è anche molto orgogliosa della sua cop- pia, un tipo di pane la cui pro- duzione segue un disciplinare di produzione molto severo fin dal XVI secolo. Ogni Natale, come in tutta l'Emilia-Romagna (e in molte altre zone d'Italia), Ferrara predilige i cappelletti, quei pic- coli e gustosi bocconcini di pasta ripieni di carne che amiamo man- giare con il brodo di pollo. Ma tutti i Ferraresi vi racconteranno soprattutto della loro salama al sugo, il secondo più glorioso della città, una sorta di insaccato che viene servito caldo. Tra i dolci più tipici di Ferrara abbi- amo il panpepato, e una delle pre- libatezze più curiose d'Italia, la zuppa Inglese, un mix tra un tiramisù e una zuppa inglese, le cui origini e la cui storia potreb- bero diventare, credetemi, ogget- to di un altro interessante artico- lo! Continua da pagina 13 Le strade di Ferrara, ampie e collocate (Ⓒ: Dreamstime)

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