L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-17-2019

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/1177788

Contents of this Issue

Navigation

Page 38 of 39

GIOVEDÌ 17 OTTOBRE 2019 www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT L'Italia è tornata. Mancini centra la qualificazione a Euro 2020 STEFANO CARNEVALI L 'Italia non poteva scegliere s cenario migliore per incassare il match-point delle qualificazioni a Euro 2020. Gli Azzurri, infatti, hanno affrontato e superato la Grecia allo stadio Olimpico di Roma, pieno e festante come non capita- va da anni, per una partita della Nazionale. La sfida con gli elle- nici appariva poco più di una for- malità, visto che il neo Ct Van't Schip aveva deciso di non schie- rare i giocatori più affermati: la Grecia non ha più possibilità di centrare la qualificazione al pros- simo Europeo e l'allenatore di origine olandese non ha voluto perdere tempo, utilizzando ogni partita per porre le basi di un nuovo ciclo. In realtà la partita - come spesso accade all'Italia, quando gli impegni sembrano particolar- mente facili - non è stata per nulla scontata. I Greci si sono difesi ad oltranza e la nostra Nazionale ha giocato forse la gara meno ispirata di tutto il tor- neo di qualificazione, replicando in qualche modo le difficoltà avute con la Bosnia, a Torino. Dopo un primo tempo parti- colarmente abulico, sono serviti un rigore di Jorginho (infallibile dal dischetto, con tre centri, capocannoniere dell'Italia di M ancini) e un tiro di Bernardeschi, reso imparabile da una deviazione, per farci centrare la settima vittoria su sette partite. italiana, costruendo una difesa solidissima. Ma su questa base ha cercato di dotare la Nazionale di un gioco moderno ed 'euro- peo': tridente quasi obbligatorio, centrocampo di alta qualità e con doppio regista, grande possesso palla, imperniato però su scambi rapidi e tanta corsa. I risultati parlano chiaro: la campagna di Mancini, sin qui, è stata un successo pressoché tota- le e, vista la situazione tutt'altro che rosea delle cosiddette 'gran- di', si può pensare a un Euro 2020 giocato da protagonisti. Il gap con le big è tutt'altro che esagerato: il nostro movimento - giovane e di qualità - è pronto per il tanto sospirato rilancio. PROSSIMI IMPEGNI: DA ONORARE SPERIMENTAN- DO - Le ultime tre gare del giro- ne ci vedranno impegnati in casa del Liechtenstein e della Bosnia, per chiudere os pitando l'A rmenia. A lle s palle degli Azzurri, in virtù della larga vitto- ria di P janic e co. contro la Finlandia, il discorso qualifica- zione è apertissimo e vede coin- volti - raccolti in soli due punti - proprio i Balcanici, gli Scandinavi e l'Armenia. L'Italia sarà suo malgrado 'arbitro' di questa 'battaglia' e dovrà, per sportività, onorare gli impegni rimanenti, anche se ci saranno prevedibili sperimenta- zioni. Anche perché, con tre successi nelle ultime tre partite, si chiuderebbe un 2019 fatto di sole vittorie e la Nazionale non RECORD! - L'Italia, così, si qualifica a Euro 2020 con addi- rittura tre partite d'anticipo ed è un record! Ha tagliato il traguar- do per seconda, poche ore dopo il Belgio. Anche il filotto di sette vittorie su sette in una qualifica- zione è una prima volta. I SUCCESSI DI MANCINI - Certo, il girone degli Azzurri era tutt'altro che proibitivo ma, tradizionalmente, siamo sempre stati capaci di complicarci la vita, specie su percorsi lunghi e apparentemente agevoli. Questa novità è il primo dei successi di Mancini come Ct. La qualifica- zione anticipata ha consentito al selezionatore di centrare un altro obiettivo: adesso ci saranno tre partite 'vere' in cui si potranno sperimentare uomini nuovi e soluzioni alternative di gioco. Un vero toccasana per completare il percors o di rinas cita della Nazionale e un'utile gavetta per tutto il gruppo, in vista degli impegni sicuramente più com- plessi che ci aspetteranno a Euro 2020. Altro merito assolutamente da ascrivere al Ct è quello della rigenerazione dell'entusiasmo per la N azionale: dopo due Mondiali deludenti e uno addirit- tura saltato, non era per nulla scontato che l'Italia tornasse a vincere, a convincere e a diverti- re. L'ultima, ma rilevantissima, intuizione dell'allenatore riguar- da i mezzi scelti per raggiungere questi ottimi risultati: Mancini si è infatti affidato alla tradizione centra un anno vincente al 100% dal 1946. VERDE SÌ, VERDE NO - Nei giorni precedenti alla partita con la Grecia ha tenuto banco una polemica molto singolare, legata alla nuova maglia - che sarà la terza -, con cui Puma ha deciso di vestire la Nazionale. Il Reinassance Kit è di un elegan- tissimo verde petrolio, con parte frontale a trama damascata, col- letto e giromanica blu, numeri e stemma dorati. Molto bello. Secondo lo sponsor, oltre a richiamare il verde della bandie- ra nazionale, questa maglia, in virtù della fantasia frontale, si rifarebbe al periodo storico del Rinascimento italiano, da colle- garsi al nuovo e giovane corso della Nazionale, che si spera vin- cente e di qualità come l'epoca d'oro di arte e cultura nella Penisola. Certo, l'azzurro Savoia non può essere accantonato: è il colore del nostro sport da decen- ni ed un simbolo che caratterizza la nostra storia, in tutte le princi- pali discipline e competizioni. Però avere un kit rispettoso della nostra bandiera, elegante e denso di significato, non può che essere visto con favore da ogni appas- sionato. E di certo non è una questione meritevole di polemi- ca: abbiamo di che gioire nuova- mente per la nostra Nazionale, che s ia di verde o d'azzurro vestita. Il commissario tecnico della Nazionale italiana Roberto Mancini piazza non provinciale. FA LLI MEN TO PER TUTTI - Esonerare un allenatore dopo 7 giornate è s ingolare. Specie se questo accade in una società strutturata come il Milan e, a maggior ragione, se il tecni- co era stato scelto per iniziare un ciclo, plasmando la squadra più giovane della Serie A. Boban non ha usato mezzi termini, defi- nendo il licenziamento di Giampaolo "un fallimento per tutti". La scelta, però, era inevitabi- le: un rendimento troppo negati- vo, unito ai ripetuti segnali di 'mancata svolta' hanno fatto capire alla società che il tecnico di Bellinzona e il Milan non erano fatti per lavorare assieme. L'esonero, paradossalmente, è arrivato dopo la vittoria di Genova: un'altra partita che, lungi dal mostrare veri segni di miglioramento, è stata emblema- tica dell'assoluta fragilità del Milan di Giampaolo, vittorioso solo dopo 90' a dir poco rocam- boleschi. Il cambio era inevitabi- le: ai Rossoneri servono più ela- sticità tattica, più semplicità di gioco e maggior 'normalità' nella gestione di gruppo e comu- nicazione. SPALLETTI, ANZI PIOLI - Approfittando della sosta per le Nazionali, il Milan ha deciso di cambiare rotta: passate solo 7 giornate di Campionato, c'è tempo per raddrizzare la stagio- ne. Attendere ancora sarebbe stato esiziale. Nelle convulse ore prima delle ufficialità, si è voci- ferato di una trattativa 'furibon- da' per portare Luciano Spalletti in rossonero. Non se ne è fatto nulla, a quanto pare per questioni anzitutto economiche (il tecnico toscano non ha trovato l'accordo per liberarsi dall'Inter e avrebbe avanzato pesanti pretese anche col Milan). A lla fine s i è chius o con Stefano Pioli. L'ingaggio di Spalletti avreb- be certamente rilanciato le ambi- zioni del Milan, vista la caratura dell'ex di Roma e Inter ma, in un contesto così problematico e con una rosa mentalmente fragile e poco esperta, le incognite sareb- bero state tante. Pioli è certamen- te un profilo meno prestigioso, ma ha dalla s ua qualità che, nell'immediato, potrebbero ser- vire maggiormente al Milan: è un uomo serio e pacato, ma il polso non gli manca. Gran lavo- ratore, ha principi tattici ben identificabili, ma che, in passato, non ha esitato ad adattare alle circostanze. Ha grande esperien- za - anche in grandi piazze e nei subentri a stagione in corso -, elemento che può essere fonda- mentale. C OS A A S PETTA R S I ADESSO - Quale possa essere l'apporto di Pioli - al di là di una semplificazione nello stile di gioco e di un rilancio dei calcia- tori apparsi maggiormente in dif- ficoltà (Piatek su tutti), poco in linea con le idee di Giampaolo (Paquetà) o reputati non pronti dal tecnico esonerato (i nuovi acquisti) - è difficile dirlo. Di certo l'ex allenatore della Fiorentina dovrà ripulire la testa dei calciatori e provare a farli giocare in modo più spontaneo. È difficile pensare a un pro- getto-Pioli di lungo corso (se il Milan avrà i mezzi per tornare grande, presumibilmente dovrà puntare su allenatori più vincen- ti), ma, al momento, per 'naviga- re a vista', l'allenatore originario di Parma potrebbe essere l'idea- le. SEGUE DA PAGINA 42 Il nuovo allenatore del Milan Stefano Pioli

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-10-17-2019