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27 GIOVEDÌ 31 OTTOBRE 2019 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | L a vita familiare è fatta di tante cose: di semplicità e monda- nità, di sorrisi e con- trasti, di routine quo- tidiana e momenti speciali, di amore e tanti, tantissimi ricordi. La vita familiare, quando ci si pensa, è al centro del patrimonio individuale e delle "tradizioni" personali di ognuno di noi: quel- lo che mangiamo il giorno di Natale, il modo di piegare le camicie, la ricetta delle tagliatel- le, il modo di cucinare l'arrosto della domenica, tutto dipende da come la nostra famiglia lo ha sempre fatto, da come le nostre mamme e nonne ci hanno rac- contato che lo facevano le loro mamme e nonne. Tutto questo vale per i Riboli, con un'aggiunta importante: la loro vita familiare e le loro tradi- zioni sono al centro del patrimo- nio italoamericano di Los Angeles, segno essenziale del- l'importanza delle imprese ita- loamericane nell'economia statu- nitense e, non da ultimo, imma- gine viva di come un sogno ame- ricano, grazie a resilienza, creati- vità e determinazione, possa davvero realizzarsi. Noi de L'Italo-Americano abbiamo fatto due chiacchiere con Dante Colombatti, quarta generazione della famiglia Riboli della San Antonio Winery, nipote del patriarca, Stefano Riboli, recentemente scomparso. Con lui abbiamo par- lato della storia dell'azienda di famiglia e dei progetti in corso, ma abbiamo anche seguito il filo della memoria chiacchierando di Stefano e di come il suo amore per il vino sia stato trasmesso ai figli e ai nipoti. Dante, ci racconti qualcosa della storia dell'azienda, come è iniziato tutto? Quando la cantina è stata inaugurata nel 1917 c'erano più di 100 cantine che circondavano la nostra in quello che oggi è il centro di Los Angeles. Tutte queste cantine hanno cessato l'attività durante il Proibizionismo del 1920, ma noi abbiamo resistito. La San Antonio Winery si è fatta strada ed è rimasta in attività cambian- do marcia e lavorando con l'Arcidiocesi della California del Sud per produrre vino da messa. Ad oggi siamo il fornitore nume- ro uno di vino d'altare negli Stati Uniti. Durante tutto il periodo del Proibizionismo siamo rimasti fedeli alle nostre radici, venden- do vino legalmente durante un periodo in cui così tante altre cantine crollavano. All'età di 14 anni, Stefano, mio nonno, ha aiutato suo zio a crescere e a cambiare la cantina, portando l'azienda ad un livello superiore. Più tardi, arrivò la moglie Maddalena e, ancora una volta, spinse l'azienda ad un livello ancora più alto. La cantina originale è stata costruita utilizzando i pezzi dei carrelli della Southern Pacific Railroad, che esiste ancora oggi e che corre lungo la cantina. Alcuni dei pezzi dei carrelli sono ancora custoditi nella proprietà. La "cantina" originale, che era una piccola sala, è ora una delle nostre sale per banchetti: la Vintage Room. È possibile affit- tare la sala per feste ed eventi. Inoltre, siamo la cantina urba- na americana "originale". E' una dicitura che si sente molto ulti- mamente, "cantine urbane" o "birrerie urbane", ma noi abbia- mo iniziato questa moda oltre 100 anni fa. Quali sono i primi, più bei ricordi che avete della cantina e dei vigneti? Fin da giovane, l'unica cosa che ho veramente amato sono state le persone. Mi è piaciuto molto imparare come fare a sod- disfare i nostri clienti e capire come offrire loro la migliore qualità di servizio e il miglior prodotto di qualità. La cosa più importante per me, la mia fami- glia, e per tutti qui, è sapere che, indipendentemente dalla prove- nienza economica e culturale del cliente, tutti sono trattati allo stesso modo. Abbiamo una clien- tela molto diversificata ed è importante che tutti noi ne tenia- mo conto e lo comprendiamo. Inoltre, nella nostra famiglia, si cresce imparando ad essere custodi della terra e a trattare la terra con rispetto per produrre un prodotto di altissima qualità. Questa mentalità appartiene a tutti i membri della nostra fami- glia ed è qualcosa che ogni gene- razione fa in modo che la succes- siva prenda a cuore e comprenda questa mentalità. Penso che que- sto ci distingua da tutte le altre cantine. Possiede tre tenute, a Paso Robles, Monterey e Napa, per un totale di dieci vigneti, e pro- duce una grande varietà di vini: ne ha uno preferito? Essendo un millenial, amo tutte le piacevoli miscele che produciamo. Penso che ci sia qualcosa di diverso ed entusia- smante nelle miscele e quelle che sono prodotte a Paso Robles sono quelle che mi colpiscono di più. La mia preferita è il nostro Opaque Darkness, che è una miscela di zinfandel rosso scuro. Mi piace per diversi motivi. Il primo è la confezione, penso che ogni grande bottiglia di vino abbia bisogno di una confezione altrettanto notevole e l'etichetta Opaque spicca. Poi, il succo. Opaque Darkness è un vino molto morbido che scende facil- mente, ha un corpo pieno ed è molto ben equilibrato. Perfetto da abbinare con la maggior parte dei pasti! Ha prodotto vini anche in Europa, in Italia e in Portogallo. Perché avete deciso di espandere la vostra produ- zione anche nel Vecchio Continente? La cosa bella da fare quando si guarda al Vecchio Continente per la produzione di vino è trova- re i pionieri che fanno cose nuove ed entusiasmanti. Molti produttori di vino in Europa hanno la stessa mentalità che hanno avuto per centinaia di anni, il che non sempre assecon- da la mentalità del consumatore di oggi in America. Volevamo trovare persone con cui collabo- rare, che guardano al futuro e sono creativi, ma allo stesso tempo rimangono legati alle nostre radici. Abbiamo collabo- rato con questi pionieri per crea- re marchi interessanti per il con- sumatore americano, come Mariella Rosé e Stella Rosa. Suo nonno Stefano, patriar- ca della San Antonio Winery, è da poco scomparso: ha una bella o significativa storia su di lui che vorrebbe condividere con noi? Mio nonno Stefano era una persona estremamente gentile, premurosa e affettuosa. Ha sem- pre trattato le persone e la comu- nità con rispetto. Mi ha dato molte lezioni, dall'avere empatia e rispetto per gli altri, a costruire un futuro sempre più grande e migliore. Una cosa che ricordo sempre, era la sua attenzione ai minimi dettagli. Mio nonno era sempre molto attento ai particolari. I det- tagli significavano molto per lui. Una bella storia che mi piace condividere è quella di quando avevo circa 7 anni. Lo aiutavo in cantina e imparavo come amano fare i bambini mentre lui mi insegnava a piegare correttamen- te le scatole del vino. Dopo molte prove ed errori con scatole che si rompevano sul fondo e bottiglie che cadevano fuori, finalmente ho capito bene. Mio nonno ha fatto in modo che io prestassi molta attenzione ad ogni dettaglio, fino ad imparare il modo corretto di piegare una scatola di vino, e questa è una lezione che ancora oggi mi sta a cuore. La tradizione della San Antonio Winery al centro del patrimonio italoamericano di Los Angeles, segno essenziale dell'importanza delle imprese italoamericane nell'economia statunitense La tradizione italiana nel cuore di LA: San Antonio Winer y e la storia della famiglia Riboli LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES