GIOVEDÌ 31 OTTOBRE 2019
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L'Italo-Americano
IN ITALIANO
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D
ieci anni fa, il 1°
novembre, la poesia
contemporanea ita-
liana perdeva una
delle sue voci poe-
tiche più vere e limpide. Se ne
andava Alda Merini, originale
poetessa, scrittrice e aforista,
sensibile, perseguitata dalla
morte, carnale ma mistica e
profondamente milanese.
Aveva 78 anni.
Tredici anni prima,
l'Académie Française aveva
scelto il suo nome come candida-
ta al Premio Nobel per la lettera-
tura. Qualche anno fa, la roman-
ziera americana Joyce Carol
Oates mi ha confessato che
"Merini ha scritto alcune delle
poesie migliori e più commoven-
ti che io abbia mai letto o mai
sperato di leggere".
In Italia e all'estero, Alda
rimane una figura di culto, il tipo
di donna la cui vita è difficile da
districare dal suo lavoro. E dalla
sua morte, il fandom di Alda
Merini ha continuato a crescere.
Nata a Milano il 21 marzo
1931 (equinozio di primavera),
la sua vita ha ben presto risentito
della miserabile esperienza di
essere rinchiusa in un ospedale
psichiatrico. Il manicomio la
cambiò per sempre.
"L'istituzionalizzazione segna le
persone. Siamo stati permanente-
mente marchiati come malati" mi
ha detto un giorno.
Ho fatto più volte visita ad
Alda nel suo vecchio, piccolo e
disordinato bilocale a Ripa di
Porta Ticinese 47, di fronte al
Naviglio Grande, il famoso cana-
le di Milano. Ogni volta mi sede-
vo pazientemente, con calma e
costanza nel suo salotto, racco-
gliendo informazioni per scrivere
una storia una volta tornata in
redazione. Con Alda, non era
possibile rivolgere immediata-
mente la conversazione all'argo-
mento in questione. Lei tracciava
la strada attraverso passaggi
anarchici e a volte si doveva sop-
portare il suo comportamento
senza frustrazioni. Di solito, il
fotografo che mi accompagnava
nell'incarico non aveva la stessa
pazienza.
Ma quando ascoltavi i suoi
ritmi interiori, la sua effusione di
emozioni miste, potevi sperimen-
tare la sua forza. Il suo viso era
saturnino e gnostico. Le sue lab-
bra ferme e sensuali segnate di
rossetto erano contorte dall'ama-
rezza, dall'ironia struggente e
dalla libertà.
Alda era un pezzo di lavoro.
Era intensa, paradossalmente
spensierata ed enigmatica in
cento modi. E anche se i suoi
Alda Merini, con l'immancabile sigaretta e rossetto (Copyright: Giuliano Grittini)
La luna e la penna: in ricordo di Alda Merini
nel decimo anniversario della scomparsa
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