Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel
Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/118290
L'Italo-Americano GIOVED����� 28��� MARZO��� 2013 PAGINA��� 11 'Freccia del Sud' non corre pi��. Obiettivo salvezza ad un passo per l���Ascoli A 61 anni muore Pietro Mennea DAVIDE���PITEO Tra le squadre ���nobili��� dell���attuale campionato di Serie B, va inserita l���Ascoli. Conti alla mano, ma soprattutto storia alla mano, ha ben poco da invidiare alle grandi e pi�� blasonate compagini dell���attuale campionato. Con 37 punti, la formazione marchigiana �� a un passo dalla salvezza e a poca distanza dal centro classifica, traguardo che potrebbe raggiungere anche nel risale all���ormai lontana stagione 1979/80, quando chiuse il campionato con 61 punti, per un totale di 26 vittorie, 9 pareggi e sole 3 sconfitte. Oltre a tale record diversi sono stati i successi in ambito nazionale ma soprattutto internazionale ottenuti dal team bianconero che, soprattutto con il Canada, ha uno stretto legame visto che nella cittadina di Hamilton vinse la ���The Red Leaf Cup���, torneo che con- Qualche anno pi�� tardi ha vinto la Mitropa Cup, per poi raggiungere a met�� degli anni '90 la finale del celebre torneo anglo-italiano venendo sconfitta per�� in finale dal Notts County. A tali successi si aggiungono quelli nazionali. Due sono i campionati di Serie B conquistati, cos�� come quelli di Serie C1, a cui si aggiunge un Torneo di Capodanno, una Supercoppa Italia di Serie C e ben tre campionati marchigiani. Al Pietro Mennea con il ct della nazionale di atletica Enzo Rossi ROMA - Diceva che la sua corsa non sarebbe mai finita. E invece Pietro Mennea si �� fermato in una mattina che saluta l'arrivo della primavera, lui che aveva legato la sua vita a immagini solari: come quella di Citt�� del Messico quando in 19"72 port�� il mondo della velocit�� avanti di 20 anni. Una coppia di numeri diventati magici, e che per 17 anni lo resero l'uomo pi�� veloce della terra. Con la sua morte il mondo dello sport perde uno dei suoi campioni simbolo: la freccia del Sud, quel ragazzo bianco, esile, ma caparbio e tignoso come nessuno, si �� spento in una clinica romana: avrebbe compiuto 61 anni il prossimo 28 giugno, ma la malattia �� stata pi�� veloce e forte di lui. Mennea non era forse un predestinato, non uno special one, non aveva le fibre giuste per diventare un campione, ma laddove il fisico non c'era interveniva l'abnegazione alla fatica e all'allenamento: vent'anni dedicati anima e corpo all'atletica e quei 200 metri corsi da imperatore nel 1979 alle Universiadi messicane: qualcuno malignamente ipotizz�� che fosse stata tagliata la curva, perch�� quel 19"72 sul tabellone lasci�� tutti a bocca aperta. Ma le immagini smentirono i critici e spazzarono via i dubbi degli invidiosi. E infatti il ragazzo di Barletta appena un anno dopo vinse l'oro sulla stessa distanza ai Giochi di Mosca, dopo una rimonta mozzafiato. "La fatica non �� mai sprecata, soffri ma sogni. Per battere il tempo devi saper soffrire" ripeteva sempre il dottor Mennea, una pioggia di lauree, la carriera politica, quella di avvocato e commercialista, le battaglie come curatore fallimentare per i risparmiatori italiani nell'azione contro Lehman Brothers. Tutto dopo aver fagocitato per anni il tartan negli stadi del mondo. Una vita decisamente non "piatta" raccontava sorridendo prima di spegnere le 60 candeline: un traguardo a cui era arrivato con serenit��, perch�� era sicuro che quella data gli apriva le porte per un'altra corsa. "Tutti i giorni ricomincio e riprovo una sfida nuova - diceva - la corsa non finisce mai, prima lo facevo in pista, adesso altrove. Io lo so, non mi fermer�� mai". Scriveva libri, ma non per rievocare quegli anni in cui l'uomo bianco sfidava e batteva tutti. Cinque Olimpiadi e quel tandem cabalistico (i numeri del suo record la gente li gioca ancora al lotto) diventato un documentario: ma mai un peso nella vita di Mennea, che non amava guardare troppo indietro. Non era uno che poteva vivere di rendita, non se lo era mai potuto permettere. Nemmeno quando la potenza delle sue gambe, quanto quella della sua testa cocciuta e caparbia, lo aveva portato a diventare un campione. La Freccia del sud, come lo chiamavano in pista, quel ragazzino magrolino e "sfigatello" per usare le parole dello stesso Mennea sbarcato a Formia alla corte del maestro Carlo Vittori, aveva scombinato le previsioni di tutti. Coach compreso. "Se avessi avuto il fisico di Bolt i miei record sarebbero stati altri ricordava Mennea che pure al giamaicano aveva dedicato il suo 24/o libro - ma madre natura con me non era stata troppo generosa. Io ho costruito tutto sull'allenamento, la fatica, la dedizione". La permanenza in serie B per un altro anno, a un passo per l���Ascoli giro di poche settimane, archiviando cos�� un campionato decisamente opaco ma non per questo da buttar via. Se l���attuale stagione non �� stata brillante, in passato il team bianconero ha avuto la capacit�� di raggiungere un punteggio record, proprio in Serie B. Ci�� quist�� proprio al termine della fantastica stagione vissuta in Serie B, dove oltre ad uno storico record nazionale mise in bacheca il primo trofeo internazionale della propria storia, affrontando e vincendo contro: Botafogo, Nancy e Rangers. nome dell���Ascoli �� legato anche quello del celebre giornalista sportivo italiano Tonino Carino scomparso nel 2010, che leg�� la sua carriera ai colori del team bianconero, di cui ne raccont�� le gesta nelle celebri trasmissioni sportive sulla Rai. F1: Red Bull, dominio e veleno. Ferrari delude: Alonso fuori, Massa 5/o Sebastian Vettel Era la seconda gara dell'anno ma il Gran Premio di Malaysia di sicuro lascia un segno indelebile sulla stagione, non solo per i risultati ma soprattutto per le ruggini e i dubbi che ha sparso nei principali team. Uscita in apparenza trionfatrice dalle curve di Sepang con la doppietta di Sebastian Vettel e Mark Webber, la Red Bull dovr�� ora gestire un astioso rapporto tra i due piloti protagonisti di un finale incandescente di gara. E anche la Mercedes, corroborata dal terzo e quarto posto di Hamilton e Rosberg, dovr�� faticare per garantire una serena convivenza tra i suoi alfieri. Ferrari e Lotus erano giunte piene di speranze in Malesia ma hanno raccolto meno del previsto e specialmente a Maranello la gestione della crisi-Alonso in partenza e la prestazione scialba di Massa, pur quinto alla fine davanti a Grosjean e Raikkonen, saranno motivo di serie riflessioni. Che la gara non sarebbe stata semplice si era capito gi�� alla partenza, quando la pista in parte bagnata ha costretto tutti a calza- re gomme intermedie con la certezza di fermarsi presto per il primo pit stop. Vettel �� scattato bene dalla pole, inseguito dalle Ferrari di Alonso e Massa, ma lo spagnolo nella foga ha urtato il tedesco e danneggiato l'ala anteriore. Con l'ala che strisciava a terra tra mille scintille, Alonso �� riuscito a mantenere la posizione fino a fine tornata ma invece di prendere la corsia dei box, ha continuato a tutta velocit�� sul rettilineo del traguardo. A quel punto l'ala ha ceduto, finendo sotto le ruote anteriori: inevitabile l'uscita di pista e la fine della gara per Alonso. "Volevo fare il pit stop pi�� avanti per non finire in coda a tutti, �� stata una terribile sfortuna", ha spiegato lo spagnolo, mentre il team principal della Ferrari, Stefano Domenicali, ha parlato di "rischio inutile". Resta da capire chi abbia scelto di non fermare subito lo spagnolo, che ora da secondo in classifica piloti si trova sesto, preceduto anche da Massa. Il brasiliano, euforico dopo la prima fila di sabato, �� apparso appannato e senza grinta anche se penalizzato dagli pneumatici nella prima parte della gara, quando �� scivolato all'ottavo posto. Quando la pista si �� asciugata, dopo pochi giri �� cominciato il balletto dei pit stop - tutti alla fine ne hanno fatti quattro -, da cui sono emerse le Red Bull e le Mercedes, mentre le Lotus faticavano a tenere il ritmo. Nel tourbillon delle soste, Hamilton ha infilato dritto i box della McLaren tra l'imbarazzo dei suoi ex meccanici, che lo hanno fatto sfilare per raggiungere "casa". Non �� stato l'unico problema ai box: alla Force India ne hanno combinate di tutti i colori. Anche alla McLaren si sono messi in evidenza, quando al 37/o giro Button �� stato fatto ripartire malgrado una ruota non fosse fissata. L'inglese s�� �� dovuto fermare e in pratica la sua gara �� finita l��. In pista, intanto, ne stava cominciando quella vera per i protagonisti. Dopo il quarto pit stop, al 44/o giro, Webber era in testa davanti a Vettel, Hamilton e Rosberg. Il tedesco ha cominciato la caccia al compagno di squadra, passandolo con una manovra ai limiti del lecito sul rettilineo del via e tenendolo dietro a forza nelle curve successive. Il campione del mondo ha resistito fino al traguardo, con Webber indignato perch�� convinto che dal muretto fosse stata data l'indicazione di mantenere le posizioni. Stessa cosa per Rosberg. Forse mai un podio ha visto visi tanto lunghi a ricevere i premi.