L'Italo-Americano

italoamericano-digital-11-14-2019

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www.italoamericano.org 15 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2019 SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI P rima della pasta, ci fu l'insalata. Oggi pos- siamo assaggiare ogni genere di spettacolari insalatone, ma i primi a preparare verdure crude a foglia cosparse di olio d'oliva e condite con sale e cumino furono gli antichi Romani. La radice della parola insalata è sal, il nome latino del sale. E il sostantivo latino "salata" sta per erba salata o verdure salate. Nella Roma imperiale Marco Gavio Apicio, gourmet e precur- sore degli attuali chef-scrittori, scrisse il libro De Re Coquinaria, una raccolta di ricet- te che ha rivelato fatti sorpren- denti sui gusti culinari romani. Gli antichi Romani amavano le lattughe, la cicoria e una varietà di germogli, ma solo a fine pasto, come 'terzo piatto'. Spesso le verdure erano anche cosparse di garum, una salsa a base di pesce che era una sorta di ketchup del mondo antico. Il naturalista e filosofo roma- no Plinio il Vecchio ha osservato che "tra i prodotti dell'orto, ci piacciono soprattutto le verdure che non richiedono cottura e quindi risparmiano legna, perché sono sempre pronte e disponibi- li". I Romani amavano quella che oggi chiamiamo lattuga romana, una varietà di insalata dalle foglie robuste, grandi e allunga- te. Si può usare la romana per qualsiasi tipo di insalata, ma il miglior uso di questo ingrediente è quello di fare la Caesar's Salad, l'insalata di Cesare. La ricetta originale non è stata inventata da Giulio Cesare e non ha nulla a che fare con i Romani. Il suo ideatore è stato Cesare Cardini, un italiano nato nel 1896 a Baveno, città dell'Italia settentrionale sull'incantevole Lago Maggiore. "Cesare emigrò nelle Americhe con il fratello Alex dopo la prima guerra mondiale", dice Sabrina Cardini, nipote di Gaudenzio Cardini, altro fratello di Cesare che si unì ai due pochi anni dopo, mentre altri fratelli rimasero in Italia. Cesare inventò l'iconica insa- lata nel 1924 nel suo ristorante di Tijuana, in Messico, sull'Avenida Revoluciòn. Sabrina, residente a Baveno, racconta che un giorno Cesare e Alex si trovarono a corto di provviste ma con ospiti affamati da sfamare. "Erano a corto di ingredienti che di solito veniva- no dall'Italia", spiega. "Per risol- vere il problema, dovevano crea- re qualcosa di alternativo, con i pochi ingredienti rimasti in cuci- na. Hanno usato la loro creati- vità". La ricetta originale include lattuga romana, aglio, crostini, parmigiano, olio d'oliva, salsa Worcestershire e uova crude. Sì, esatto: uova crude. "Più tardi, quando i clienti ordinarono l'insalata, Cesare stesso portò il grande carrello fino al loro tavolo, gettò la lattu- ga romana in una ciotola di legno e i clienti lo videro rompere due tuorli d'uovo sopra la lattuga e girarla, mentre le verdure diven- tavano tutte cremose", dice. Secondo il New York Times, c'è disaccordo sui dettagli della storia. Cesare ha registrato il brevet- to negli anni '40. Nel frattempo, la ricetta divenne così popolare che, negli anni '30, la Caesar's Salad fu votata dai maestri chef della International Society of Epicures di Parigi come "la più grande ricetta di origine america- na degli ultimi cinquant'anni". Divenne di moda tra le cele- brità di Hollywood quando Cesare aprì ristoranti, alberghi e bar a Sacramento, San Diego e Hollywood. Cesare sposò la musicista Camille D. Stump a Santa Ana e la coppia ebbe una figlia, Rosa Cardini. Cesare pro- dusse e commercializzò il suo condimento per insalata, e dopo la sua morte nel 1956 - fu sepol- to a Inglewood Park Cemetery - sua figlia Rosa prese il controllo della Cardini Food Inc. Secondo Sabrina, Rosa aggiunse acciughe nel condimento dell'insalata. Rosa è morta a 75 anni nel 2003. Sabrina mi mostra un bellissi- mo dipinto di un'artista messica- na che ha ritratto i tre fratelli Cardini impegnati a preparare l'iconica insalata, che Sabrina continua a chiamare l'insalata Cardini. I Cardini erano una famiglia di ristoratori. Il padre di Sabrina, Giacomo, insieme al padre Gaudenzio aveva un risto- rante di successo a Città del Messico. "Allora vollero tornare in Italia", dice. "A Baveno mio padre aprì il Bar Acapulco, che rimase in attività fino al 1989". Baveno è un comune di 5.000 anime nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola. Di origi- ne romana, gode di una vista mozzafiato sulle Isole Borromee, sui giardini dell'Isola Bella e dell'Isola Madre, e oltre verso le Alpi. "È una città tranquilla e ricca di spazi a misura d'uomo. È tranquilla e rilassante e la qua- lità della vita è molto alta", dice il sindaco di Baveno, Maria Rosa Gnocchi. Da visitare l'antica Pieve dei Santi Gervaso e Protaso con il vicino battistero. Baveno è costellata di splen- dide dimore come Villa Henfrey- Branca, di proprietà della fami- glia Branca, storica produttrice di Fernet-Branca, un amaro inventato nel 1845 a Milano. Altre splendide ville sono Villa Fedora, dove il compositore d'o- pera Umberto Giordano compose Fedora, Villa Gavazzeni e Villa Barberis. "Meta degli anni del Grand Tour, Baveno è oggi una base ideale per scoprire sia la Lombardia che il Piemonte", dice Gnocchi. "L'aeroporto di Malpensa dista 40 minuti e abbiamo anche un collegamento ferroviario con Ginevra, Svizzera". La città è rinomata per le sue cave di granito rosa pregiato che è stato utilizzato per edifici in tutto il mondo come la Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma, il monumento a Cristoforo Colombo a New York e il Palazzo Reale di Bangkok. Quadro dedicato ai fratelli Cardini mentre preparano la Caesar's Salad (Copyright Sabrina Cardini) Caesar's Salad, un regalo da Baveno sul Lago Maggiore

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