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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 28 NOVEMBRE 2019 SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO C osa sarebbe un viag- gio a Roma senza un selfie davanti alla Fontana di Trevi e il tradizionale lancio di una monetina nelle sue acque azzurre? Chi non si è meraviglia- to della bellezza della nostra capitale dal Gianicolo, con il canto dolce del suo Fontanone che trasforma il momento in pura poesia? E Piazza Navona! Le tre fontane di Piazza Navona, quella dei Quattro Fiumi, del Moro e di Nettuno, tre gioielli in marmo e acquamarina che ren- dono questo angolo di Roma ancora più prezioso. E naturalmente, come non parlare di Roma e delle sue fon- tane senza spendere una parola sui più comuni, eppure simpatici e onnipresenti nasoni, ambite e desiderate oasi di sollievo per ogni romano e ogni visitatore durante le giornate estive più calde. Roma non sarebbe la stessa senza le sue fontane, penso che possiamo essere tutti d'accordo. Ma non lo sarebbe nemmeno senza la storia che c'è alle loro spalle e, più precisamente, la sto- ria delle loro acque e di come scorrono con regolarità matema- tica da secoli. Sì, perché la storia delle belle fontane di Roma va di pari passo con quella dei suoi acquedotti e ci riporta indietro nel tempo agli antichi Romani, alle loro capacità architettoniche e ingegneristiche e ci racconta di come noi, uomini del XXI seco- lo, ci affidiamo ancora oggi alla loro inventiva e alle loro intui- zioni per fare della città che un tempo era la capitale del mondo, un'orchestra in travertino e marmo di arpeggi fluidi e cristal- lini. Siamo Caput mundi! Ma come si placa la sete? Sì, perché se è vero che, per secoli, il Tevere è stato suffi- ciente a rifornire d'acqua Roma e il suo popolo, con l'avvento del IV secolo a.C., non bastava più. E' Sesto Giulio Frontino - ingegnere, uomo politico e scrit- tore del I secolo d.C. - a raccon- tarci di come Roma, in quegli anni, stava attraversando un boom demografico che portò la città a cercare nuove vie per pla- care, letteralmente, la sua sete. E alimentare i bagni pubblici e le fontane, naturalmente. È qui che gli acquedotti, immensi esempi di ingegneria civile romana, tra- sformarono Roma nella regina aquarum, la regina delle acque, del mondo antico: nessun altro luogo al mondo aveva a disposi- zione una quantità d'acqua così grande come Roma. La costruzione degli acque- dotti però, avvenne dopo aver trovato sorgenti di acqua dolce in grado di rifornire la città e, questo, non era qualcosa che tutte le sorgenti intorno a Roma potevano fare. La loro acqua doveva essere potabile, abbon- dante e, naturalmente, costante durante tutto l'anno; ancora più importante, le sorgenti dovevano essere situate ad un'altitudine superiore a quella di Roma in modo che la pendenza potesse essere utilizzata per facilitare il trasporto dell'acqua alla città. Per garantire la purezza, grandi camere di decantazione, chiamate piscinae limariae, veni- vano poste all'inizio e alla fine degli acquedotti stessi. E lo sapevate che, nonostante la rapidità con cui la nostra mente associa "l'acquedotto romano" a maestose costruzioni alla Pont du Gard, la stragrande maggioranza degli acquedotti che portano l'acqua a Roma furono sviluppati nel sottosuolo? Sopra le nostre teste o sotto i nostri piedi, tutti gli acquedotti di Roma si concludevano con quella che noi italiani chiamia- mo mostra d'acqua, una fontana monumentale costruita per cele- brare l'arrivo dell'acqua dolce all'interno delle mura cittadine. I Romani le chiamavano munera, cioè "doni", perché l'acqua era considerata un dono che la città faceva ai suoi cittadini. Ed è così che gli antichi acquedotti di Roma incontrano le famose e maestose fontane rinascimentali. Le antiche mostre d'acqua e le fontane di Roma C'è un'unica, originale mostra d'acqua ancora esistente nella Roma moderna, ma di cui rimangono solo le vestigia: è la Mostra d'Acqua Giulia, nei giar- dini di piazza Vittorio Emanuele. Le sue grandi dimensioni sugge- riscono l'originale grandiosità di queste costruzioni. Questo non vuol dire, però, che non sappiamo dove fossero le mostre d'acqua, perché nel Rinascimento, oltre che nel periodo barocco, grandi architet- ti e scultori come Bernini, Della Porta e i (giustamente chiamati) fratelli Fontana, crearono belle fontane proprio nel luogo dove un tempo sorgevano gli originali più antichi: e così, abbiamo le mostre d'acqua delle acque di Paola, rappresentate dalle fonta- ne di Piazza San Pietro in Montorio e Piazza Trilussa, entrambe sul Gianicolo e quella delle acque della Vergine Nuova, rappresentata dalla Fontana del Nicchione, racchiu- sa nelle mura dei giardini del Pincio, vicino a Piazza del Popolo. Le più famose sono però la mostra d'acqua delle acque della Vergine e quella delle acque del Felice, la Fontana di Trevi e la Fontana del Mosé in Piazza San Bernardo. E così, nella bellezza barocca, elegante, di questi sim- boli popolari di Roma, troviamo la storia stessa di Roma e quella della sua gente, di come la cre- scita demografica abbia generato la necessità di incanalare le acque dei colli circostanti, affin- ché la città Regina del mondo potesse continuare ad essere anche la regina acquarum. Proprio come le antiche e ori- ginali mostre erano considerate doni, le belle fontane monumen- tali di Roma sono spesso viste come uno straordinario regalo che la città fa alla sua gente e ai suoi visitatori: un regalo fatto di note delicate e liquide che crea- no la musica più elegante, un regalo in marmo bianco e traver- tino in grado di sopportare il tempo e la natura, un regalo fatto di ricordi così incredibili che spesso non vediamo l'ora di tor- nare alla Città Eterna ancora prima di lasciarla. Ecco perché alla fine gettiamo quelle monete nella Fontana di Trevi. E' quello che la tradizione ci dice: una moneta, per essere sicuri di tor- nare. E' il nostro piccolo dono ad una città così bella che ferma il cuore, ad acque così placide e antiche che potrebbero raccon- tarci la storia del mondo. Le acque di Roma, tra storia e magia Il Fontanone, o Fontana dell'Acqua Paola, sul Pincio (Copyright: Dreamstime)