L'Italo-Americano

italoamericano-digital-11-28-2019

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GIOVEDÌ 28 NOVEMBRE 2019 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | donato. Io, per esempio, sono tra coloro che hanno aderito alla raccolta mensile di denaro della Fondation du Patrimoine per il restauro della cattedrale: la mia manciata di euro è una goccia nell'oceano più vasto ma, tutta- via, è in qualche modo importan- te perché tutto fa brodo, ogni spicciolo aiuta. In cambio, rice- vo regolarmente aggiornamenti sullo stato di avanzamento dei lavori, sono tenuta, per così dire, informata: vedo dove va la mia piccola, umile donazione. In Italia, beh, in Italia in que- sto momento si vede gente per strada che sorride all'invito di donare soldi a Venezia, non per- ché non amiamo la nostra bella Serenissima, ma perché pensia- mo che il denaro non arriverà dove serve. Perché è così che funziona il nostro paese. La gente di Amatrice sta ancora aspettando le nuove case, perché i lavori sono andati davvero per le lunghe. Eppure, quasi 20 milioni di euro sono stati donati solo ad Amatrice e questo senza contare i finanziamenti statali. Paghiamo una delle più alte imposte sul reddito in Europa, eppure, due estati fa, 43 persone hanno perso la vita perché il ponte Morandi, parte del sistema autostradale nazionale, non era stato manutenuto come si suppo- neva. C'è un modello, diffuso e profondo, che gli italiani hanno i m p a r a t o a r i c o n o s c e r e c o n immenso dolore, un modello in cui il denaro non finisce mai veramente nelle mani giuste, non viene mai usato in modo appropriato. La ragione è una e semplice: in Italia la corruzione p r o s p e r a : s i a m o l a s e t t i m a nazione più corrotta d'Europa, e ci troviamo in condizioni peg- giori rispetto a paesi come la Lituania e la Lettonia, che sono usciti dal blocco orientale in tempi relativamente recenti e hanno lottato per raggiungere un sistema politico democratico molto più di quanto abbiamo fatto noi, almeno negli ultimi 30 anni. Negli anni '90, quando si è svolta l'operazione Mani Pulite, c'era la sensazione generale che la corruzione sarebbe diventata u n a c o s a d e l p a s s a t o , c h e l a Seconda Repubblica sarebbe stata un sistema più pulito, più giusto, più equo nei confronti dei cittadini e più attento alle loro esigenze. Quanto eravamo lontani dalla verità: la ricchezza ha cominciato a diminuire e le tasse a salire, soprattutto dopo la crisi economica mondiale del 2008, ma sono stati i sig. Rossi di turno a sentire veramente la crisi e a pagarne le conseguenze. I ricchi sono rimasti ricchi e i politici sono diventati più ricchi. Infatti, con casi di politici corrotti - a tutti i livelli - che hanno fatto notizia quasi quoti- dianamente negli ultimi 20 anni, non sorprende che gli italiani abbiano perso fiducia in chi li governa e nelle istituzioni in g e n e r a l e : u n a c o n s e g u e n z a diretta è la mancanza di fiducia anche nelle istituzioni e nelle operazioni di beneficenza. Da qui l'atteggiamento di "non sto d o n a n d o a V e n e z i a " c h e h o descritto sopra. C'è chi dice che non si tratta di corruzione ma, piuttosto, di burocrazia lenta e antiquata: può essere vero, o meglio ancora, sono entrambe un problema, perché una buro- crazia ingombrante rende più facile per i disonesti raggiungere obiettivi spietati. E queste persone sono davve- ro spietate. La natura trova sempre la sua strada, è innegabile, e l'acqua alta è sempre stata un pericolo p e r L a S e r e n i s s i m a , f i n d a i tempi più antichi. Ma si poteva supporre che secoli di evoluzio- ne tecnologica avessero contri- buito a renderla un luogo più sicuro per la sua gente e per i suoi numerosi monumenti. Ed è successo, ma la stupidità e l'avi- dità dell'uomo hanno rovinato tutto. Se avete seguito la notizia, sicuramente avete sentito parla- re molto di "MOSE", il modulo elettromeccanico sperimentale che ha lo scopo di proteggere la città dalle alluvioni come quelle che abbiamo vissuto nelle ulti- me due settimane. Si parla di creare una serie di dighe capaci di tenere al sicuro la città già dai primi anni '70, dopo che una disastrosa alluvione aveva rag- giunto i 76 pollici di altezza c a u s a n d o i m m e n s i d a n n i a Venezia e dintorni. Una serie di leggi furono create e promulgate fino al 1988, quando iniziarono gli esperimenti con le barriere mobili, che durarono per quattro anni. Il progetto definitivo per il MOSE è stato presentato circa 14 anni dopo, nel 2002. E siamo già 36 anni dopo l'alluvione del 1966..... I lavori sono proseguiti per 12 anni, ma nel giugno 2014 sono stati interrotti dopo che un'indagine anti-corruzione ha scoperto una rete di tangenti e fondi illegali, che ha coinvolto alcuni dei più importanti nomi della politica nazionale e locale. E così, il MOSE non è mai stato finito. Se lo fosse stato, i danni subiti da Venezia nelle ultime due settimane non si sarebbero mai verificati; l'arte non sarebbe s t a t a r o v i n a t a , l a g e n t e n o n avrebbe perso la propria attività e le proprie fonti di reddito. Il MOSE, simbolo di ciò che l'in- gegno dell'uomo può fare per proteggere e salvaguardare, sta lì, in laguna, inutile e inattivo come un gigante morto, marto- riato dall'avidità e dall'abbando- no. Vittima della fame di denaro. S o l d i : f o r s e S a n B a s i l i o , vescovo e teologo tardo-antico, aveva ragione quando diceva che "il denaro è lo sterco del diavo- lo". Ora siamo qui, due settimane d o p o , c o n l a p a u r a d i q u a l i potrebbero essere le conseguen- z e a l u n g o t e r m i n e d i q u e s t i eventi. Le imprese riusciranno a rimettersi in piedi, e cosa succe- d e r à q u a n d o i m a r m i d i S a n Marco si gonfieranno a causa dell'umidità, e lo iodio e il sale porranno fine al loro lavoro cor- rosivo sui pavimenti musivi? I veneziani si fideranno di nuove iniziative per creare sistemi a protezione della città, e saranno mai creati? Venezia custodisce la laguna da oltre 1000 anni: i nostri ante- nati ce l'hanno lasciata come un bel regalo, forse sfregiata qua e là da una carestia e da una pesti- lenza, da una guerra o da una battaglia, ma intatta. Intatta, nonostante la conoscenza di un centesimo di quello che oggi conosciamo per tenerla al sicuro e , p r o b a b i l m e n t e , c o n m o l t a meno consapevolezza del suo incredibile valore. Noi, figli del XX e del XXI secolo, abbiamo elevato Venezia a P a t r i m o n i o M o n d i a l e , u n gioiello che si trova in Italia, ma c h e a p p a r t i e n e a l l ' u m a n i t à , eppure, noi italiani dovremmo essere in prima linea quando si tratta di proteggerla. Ma se ci guardiamo oggi, abbiamo fallito miseramente. NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ Continua da pagina 5 G Nell'acqua, fino al ginocchio: è questo il futuro della Serenissima? Anche sotto il sole, i danni dell'acqua alta rimangono immensi )

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