L'Italo-Americano

italoamericano-digital-12-12-2019

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35 GIOVEDÌ 12 DICEMBRE 2019 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | L la. Nel 2016, la diciot- tenne Irma Testa ha fatto storia in quanto prima pugile donna italiana a partecipare alle Olimpiadi, tenutesi quell'an- no a Rio de Janeiro. Quello che è successo prima e dopo quel match di pugilato è alla base di un nuovo film documen- tario, "Butterfly", proiettato a novembre all'11° festival cinema- tografico annuale Cinema Italian Style, presentato dal SIFF. Il film, co-diretto da Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman e prodotto da Indyca, è stato accol- to calorosamente dal pubblico di Seattle nell'anteprima nel Nord- Ovest. All'inizio "Butterfly" sembra un documentario sportivo, ma poi si sviluppa in un film di forma- zione più intimo, che offre uno sguardo ravvicinato su una giova- ne donna di talento che cerca di trovare la sua strada nella vita. Per quattro anni, una troupe cine- matografica ha seguito Irma, il suo allenatore, la sua famiglia e i cittadini di Torre Annunziata, una comunità in difficoltà economica a due passi da Napoli. La boxe era il biglietto di Irma per uscire da una vita di povertà e lei lo ha afferrato. "Abbiamo incontrato Irma a soli 16 anni", ha detto Simone Catania, uno dei produttori dell'Indyca, a Seattle per presen- tare il film al pubblico del Nord- Ovest. "Eravamo attratti dalla sua storia. Aveva una personalità molto forte ed era molto sicura di sé, nonostante la giovane età. Sapevamo che poteva qualificarsi per le Olimpiadi del 2016, quindi l'idea del film ha preso forma intorno a questo". Nel 2007, Catania, che vive a Torino, ha co-fondato Indyca, una società di produzione indi- pendente. Laureato con lode all'Accademia di Belle Arti di Torino, ha lavorato per società di produzione a Londra, Roma e Torino come sceneggiatore, mon- tatore, regista e produttore. Il primo lungometraggio di Catania da regista – un road-movie sull'a- micizia dal titolo "Drive Me Home" - è stato proiettato al SIFF Italian film festival a novembre. Irma Testa si è avvicinata alla boxe da ragazza seguendo la sorella maggiore ad un corso di danza che si teneva in una pale- stra di boxe. Da subito, lei non era interessata alla danza. Il suo allenatore, Lucio Zurlo della Vesuviana Boxing, membro amato e rispettato dalla comunità, ha instaurato una stretta relazione paterna con Irma. Zurlo guida molti dei ragazzi e delle ragazze di Torre Annunziata, prendendoli sotto la sua ala, spesso su richiesta dei genitori, per tenerli lontani dai guai e dalle strade. Irma si è allenata duramente. Ha rinunciato ai suoi amici, ha abbandonato la scuola e ha accan- tonato molte delle normali attività che occupano una ragazza adole- scente. Ha lasciato il sud Italia e si è trasferita da sola ad Assisi, dove si è allenata presso la sede della nazionale italiana di pugila- to. Passano due anni. Secondo Catania, ci è voluto circa un anno perché Irma, la sua famiglia e i suoi amici si sentisse- ro a proprio agio con la telecame- ra. Sebbene la troupe riprendesse continuamente, la maggior parte delle prime riprese non è stata uti- lizzata. "Abbiamo dovuto prima di tutto entrare a far parte della famiglia", ha detto Catania. "Una volta fatto questo, è diventato più facile. Abbiamo filmato quasi ogni giorno. A quel punto, ci notavano a malapena". Quando Irma vince una partita di boxe dopo l'altra, inizia ad atti- rare l'attenzione dei media. "I media la spingevano a diventare un'eroina italiana", ha detto Catania. "E' stato molto difficile per lei. Quando si è qualificata per i Giochi del 2016, era la più giovane concorrente, sia tra i maschi che tra le femmine, nella squadra olimpica italiana". All'inizio, i produttori pensa- vano che la storia si sarebbe con- clusa con le Olimpiadi, ma ben presto si sono resi conto di dover- si preparare a uno scenario alter- nativo: cosa poteva succedere a Irma dopo il suo ritorno a casa, in caso di vittoria o sconfitta. "Non è facile fare un documentario come questo", ha detto Catania. "Fondamentalmente stai scriven- do la sceneggiatura mentre la stai girando. Abbiamo dovuto presta- re attenzione a molte cose ed essere pronti a modificare la trama in un attimo". "Butterfly" ha seguito Irma fino a Rio e il pubblico la vede rilassarsi ed esplorare le spiagge prima del suo incontro. Le riprese del vero e proprio incontro di pugilato sono contrapposte ai volti speranzosi e agli sguardi ansiosi dei suoi amici e familiari a casa, che sono seduti all'esterno e guardano la partita in televisio- ne su grandi schermi a Torre Annunziata. Una volta terminata la compe- tizione, Irma deve prendere una grande decisione: cosa farà della sua vita? L'adolescente deve essere brutalmente onesta con se stessa e scoprire chi è veramente. "Un giorno è una star e il giorno dopo è una perdente", ha detto Catania. "La sua vita cambia completamente in otto minuti". Per creare il film documenta- rio di 80 minuti, la troupe ha impiegato circa 150 ore per il montaggio dei filmati catturati in quattro anni. Ma il loro duro lavo- ro e la loro attenzione allo story- telling hanno dato i loro frutti. "Butterfly" è stato ben accolto in Europa e negli Stati Uniti. A luglio ha vinto il prestigioso Golden Globe italiano per il miglior documentario. Ha inoltre ottenuto diversi premi per il miglior film internazionale in occasione di festival in Corea e Turchia. Durante il film, una scena mostra un giornalista televisivo che intervista Irma. Il reporter chiede: cosa ne pensi quando ti appoggi alle corde del ring di pugilato? E Irma risponde: "Per me, le corde sono come una pri- gione. Sono contro di loro, intrap- polata e senza fiato". Irma Testa si sta ora allenando per competere alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Irma Testa, la prima pugile donna Italiana a competere alle Olimpiadi, riceve consigli dal suo allenatore, Lucio Zurlo (Copyright: CAT&Docs) Il nuovo documentario su una pugile donna italiana è un knock-out LA COMUNITÀ DI SEATTLE

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