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L'Italo-Americano GIOVEDÌ 4 APRILE 2013 Alfabeto da scrivere Calamaio in bucchero. Nei Musei Vaticani si trova questo bronzo proveniente da Cerveteri, dal corredo funerario recuperato nella Tomba Regolini Galassi e risalente alla seconda metà del VII sec. a.C. A forma di bottiglietta con stretto collo cilindrico, questo calamaio è un unicum nella produzione del bucchero ceretano. Intorno al corpo è graffito un sillabario, in basso c'è un alfabetario scritto da sinistra verso destra, opposto allo standard che verrà adottato e mantenuto dalla scrittura etrusca. È un vero e proprio abecedario etrusco, dove sono riportate in sequenza e combinate con le vocali (nell'ordine i, a, u, e) le consonanti usate comunemente nella lingua parlata. Nell'anello di base è riportata integralmente la sequenza alfabetica greca adottata nella scrittura etrusca, completa di tutte le lettere comprese le lettere non usate dagli etruschi. Figure autonome Decapitazione di San Giorgio. Opera di Altichiero, si trova sulla parete sinistra e nella fascia inferiore dell'oratorio di San Giorgio, in piazza del santo a Padova. Ciascuna scena è contornata da grandi campiture, che ne risaltano la spettacolarità. Si può ammirare come la stesura pittorica sia raffinatissima, con giochi di luce e morbide sfumature e brillanti accostamenti, con vertici assoluti per l'arte trecentesca. Gli scorci architettonici sono complessi e perfettamente inseriti nello svolgimento delle scene, con profondi scorci prospettici. Se l'orchestrazione delle masse non presenta errori o stanchezza inventiva, sorprendente è l'attenzione ad individuare con gesti, espressioni e vari dettagli la componente individuale di ciascuna figura. Ma nonostante ciò, i preziosismi non rubano mai la scena all'azione principale. Quotidianeità L'Annunciazione. Ludovico Carracci la dipinse nel 1585 e l'opera si trova ora alla Pinacoteca Nazionale di Bologna. Pittore che si rifà alle norme del decoro e della semplicità compositiva, produce questa rappresentazione mantenendosi molto vicina al racconto evangelico e, tramite il richiamo alla quotidianità dell'ambiente, invita il fedele alla preghiera nella vita di tutti i giorni. La scena ha come ambiente quella che potrebbe essere la stanza di qualunque fanciulla bolognese dell'epoca, di modesta condizione. L'arte della Controriforma propagandava molto l'ammagine della Vergine e la esaltava, ma ciò avviene attraverso la ridefinizione del modello di pala mariana: questa viene semplificata nella composizione e ospita figure rigidamente impostate. PAGINA 9 Pittura da camera Soffitto del salone di villa Spineda a Breda di Piave. È parte del ciclo di affreschi della seconda metà del 1700 opera di Giuseppe Bernardino Bison, nel quale la fantasia inventiva e cromatica dell'artista si estrinseca, anche per la scelta di applicare alla pittura murale una tonalità minore, così da farne una pittura da stanza, equivalente alla musica da camera. Proprio una delle esperienze più gratificanti in questo senso, è data dal passare di ambiente in ambiente lasciandosi sorprendere di continuo dal fuoco d'artificio delle trovate artistiche. L'arte di Bison, che rivelò presto indubbie doti di scenografo, attraversa il periodo neoclassico ma resta sostanzialmente legata al repertorio classicista e a forme espressive settecentesche dalle quali deriva quella tipica spontaneità e spigliatezza. Avanguardia visiva Ritratto di Bruno Barilli. Fu dipinto con tecnica ad olio su tela nel 1928 a Roma da Massimo Campigli e si trova oggi nella Galleria d'arte moderna Ricci Oddi di Piacenza. Il volto vivo e interessante di Bruno Barilli è qui riprodotto esprimendo lo straordinario vigore del segno, felicemente fuso con quel cromatismo spento, da affresco antico, cui l'artista non rinuncerà mai. Questo importante lavoro giovanile dimostra che, pur allontanatosi dal futurismo, subì influssi dal cubismo, evidenti nell'impostazione geometrica della figurazione. La nuova pittura (pur non perdendo il contatto con le avanguardie del primo Novecento) si caratterizza con un'estrema semplificazione formale e presenta una raffinatissima tecnica che richiama quella dell'affresco e cromìe morbide realizzate con le terre. Il Proibizionismo devastò l'industria del vino in California, un settore in cui gli immigranti italiani avevano svolto un ruolo fondamentale e contribuito a sviluppare. Un gruppo di vinificatori, incluso Santo Cambianca, che aveva fondato un'azienda vinicola a Lincoln Heights nel 1917, sopravvisse producendo succo d'uva, vini per la messa e medicinali. Oggi, l'azienda vinicola Cambianca, conosciuta come San Antonio Winery, è la più antica della città. Altre aziende, nonostante il Proibizionismo, vendevano "wine bricks" o concentrato di uva, che era legale ed essenziale per produrre vino per il consumo domestico o per il contrabbando. Giacomo e Giovanni Vai, che possedevano l'azienda vinicola North Cucamonga, lanciarono un'estesa campagna promozionale per i loro elisir tonico di vino Padre e vino amaro Padre. I tonici, si assicurava, potevano essere raccomandati senza esitazione dai medici. Di Marianna Gatto Si ringrazia per la foto l'Italian American Museum di Los Angeles. L'immagine non può essere copiata, stampata od utilizzata in altro modo senza l'autorizzazione del IAMLA. La missione dell'Italian American Museum di Los Angeles è di favorire la conoscenza dei differenti patrimoni culturali della California Settentrionale attraverso la ricerca, la preservazione storica, mostre e programmi educativi che esaminano la storia ed il continuo apporto degli italoamericani nella Los Angeles multietnica e negli Stati Uniti.