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L'Italo-Americano GIOVEDÌ 4 APRILE 2013 PAGINA 5 I grandi uomini che fecero l'Italia e la resero grande nel mondo: nel bicentenario della nascita 'Va, pensiero' a Verdi LAURA ROSSI Quando arrivano gli anniversari lasciano il segno. Ce ne sono alcuni poi, che sono più famosi di altri almeno per il fatto che ricordano momenti importanti nella storia. Quest'anno l'Italia festeggia il bicentenario di un grandissimo personaggio, che con il suo lavoro è uscito dal tempo e dallo spazio diventando simbolo immortale della musica e della storia italiana. Signori e signore è con onore che festeggiamo il grande Giuseppe Verdi. Duecento anni fa l'Italia non era ancora una nazione unita e il potere dei regni, che dividevano capillarmente il suo territorio, si alternava a quello spirituale e temporale della chiesa. Fu il 10 ottobre del 1813 che nasceva a Roncole di Busseto, in Emilia Romagna, un personaggio che sarebbe diventato importante per il Risorgimento italiano. Gli anni dell'età adulta di Verdi furono di grande fervore politico sia per il desiderio di scacciare i domini stranieri dall'Italia, che per il sogno di vederla una nazione unita. Dal punto di vista musicale l'opera conobbe un genio: tramite Giuseppe Verdi essa divenne non solo espressione musicale ed artistica, ma vera portavoce delle sofferenze del periodo, espresse sotto metafora. Sedetevi e ascoltate il "Va, pensiero" del Nabucco. La vibrante maestosità delle note entrò talmente nel cuore degli spettatori di allora, che divenne l'inno contro l'occupazione austriaca. Tutt'oggi ascoltando questo brano ricco di potenza corale, non si può che rimanere piacevolmente incantanti dalla perfezione della composizione. Un innalzarsi di archi riempie l'ambiente circostante, catturando lo spettatore ed avvolgendolo. Questa aria era la preghiera degli Ebrei per la loro patria mentre erano prigionieri in Babilonia, benché fosse in realtà rappresentazione della situazione Italiana. Da sempre c'è chi scende in strada e urla il suo disappunto, c'è chi scrive, chi resta passivo e chi sprigiona dall'anima note che si fermeranno per sempre su un pentagramma creando l'arte. Così Verdi si espresse, con un urlo corale che potesse innalzarsi al cielo. Sedendoci oggi negli eleganti loggioni della Scala di Milano, non si può che sognare e venire trasportati dall'energia di tutta questa opera. Verdi compose una serie di opere che furono successi incredibili e oggi sono un patrimonio mondiale della musica operistica. Avete mai ascoltato, solo per citare alcuni di questi lavori, il Rigoletto o il Trovatore o la Traviata che si ispira ad una pièce teatrale di Alexandre Dumas, il figlio? Vogliamo dimenticare Aida? Tutte opere che hanno guadagnato l'immortalità. Giuseppe Verdi nacque nel 1813 a Roncole di Busseto Quello che stupisce è che Verdi, pur riconosciuto grande artista del suo tempo, abbia sempre mantenuto un atteggiamento di onestà, umiltà e pacatezza: potrebbe essere una lezione di comportamento per chi sia involontariamente abbagliato dalle luci del successo e potere. La musica e la politica furono aspetti imprescindibili della sua vita. Il popolo inneggiava a lui sia per il successo delle sue opere sia per l'anagramma formato dal suo nome: le città del nord, scosse dai fervori del Risorgimento, Milano in primis, erano invase dalla scritta Viva V.E.R.D.I per intendere "Viva Vittorio Emanuele re D'Italia". Direttamente e indirettamente, questo grande personaggio è sempre stato legato a doppio filo alla situazione politica ed italiana del suo tempo, diventando anche deputato del Parlamento e Senatore nella nuova Italia unita. Che cosa ci rimane oggi? Non solo il dono di un nazione unita dopo il 1861, ma la grandissima musica scritta da questo eccelso compositore. La storia entra nei libri di studio, la musica rimane un'esperienza emozionale senza tempo. Abbandoniamoci ad essa con attenzione e passione. Un'esperienza speciale potrebbe essere, qualora siate amanti di questo genere o semplici curiosi, un biglietto all'Arena di Verona, uno dei templi dell'opera. Quest'anno i concerti e le manifestazioni in Italia saranno numerose. Senza citare il lungo elenco di composizioni del grande Maestro, si provi semplicemente a soffermarsi sulla gioia, il dolore, la passione nelle note delle opere citate. Di fronte a queste grandi menti si può affermare che coloro che creano il sublime siano solo pochi eletti. Se programmate un viaggio in Italia potrete approfittare del bicentenario per includere un percorso dedicato al compositore. Se invece rimarrete a casa potrete ascoltare le sue opere comodamente dal vostro divano e sentirvi virtualmente seduti in un palchetto della Scala di Milano. Non vi basta? Uscendo dai confini italiani quest'anno si festeggia anche Wagner: il 2013 è un anno all'insegna della grande musica. Puccini, musica e storia si mescolano nelle sue arie che volano come 'Butterfly' In Montenegro, l'Ambasciata italiana ha organizzato un recital operistico con il soprano aquilano Mariangela Di Giamberardino. La serata ha rappresentato il ciak d'inizio delle riprese e la colonna sonora di un documentario che il regista Franco Taviani sta realizzando. Il film riguarda la vita della Regina Elena di Savoia, moglie di Vittorio Emanuele III Re di Italia e figlia del Re del Montenegro. Nel documentario verrà sottolineata l'amicizia della regina, amante della musica, e il grande compositore Giacomo Puccini che a lei dedicò la "Butterfly". Oltre alla più famosa "Un bel dì vedremo", il soprano ha eseguito arie tratte dal repertorio del compositore lucchese considerato uno dei massimi operisti della storia, come "Vissi d'arte" dalla Tosca, "Sì, mi chiamano Mimi" dalla Bohème, "O mio babbino caro" da Gianni Schicchi. Per onorare il bicentenario verdiano, l'ambasciatore ha chiesto di includerne nel programma un suo pezzo. Per l'occasione è stata scelta dalla Traviata "Addio del passato" e, come bis a conclusione di un lungo e applauditissimo recital, il soprano più volte fina- Il soprano Mariangela Di Giamberardino Giacomo Puccini lista in concorsi lirici nazionali e internazionali, accompagnata dalle prime parti dell'Or-chestra di Stato del Montenegro, ha eseguito "Voi lo sapete o mamma" dalla Cavalleria Rusti-cana di Pietro Mascagni, compositore contemporaneo di Puccini e della Regina, la quale ne apprezzava il lavoro al pari di quello del maestro livornese. Il film di Franco Taviani che ricostruisce la vita della regina Elena sarà presentato in anteprima al Festival del cinema del Montenegro e successivamente proiettato in Italia. Anniversario D'Annunziano a Pescara: 150 anni dopo, il 'lato' musicale "Gabriele D'Annunzio – Il caso Wagner" è il libro a cura di Paola Sorge edito da Elliot (64 pagine, euro 7,50) presentato nei giorni scorsi a Pescara. L'autrice è una studiosa di D'Annunzio, oltre che germanista e collaboratrice delle pagine culturali del quotidiano La Repubblica. In questo nuovo volume dedicato al poeta pescarese, di cui quest'anno si celebrano i 150 anni dalla nascita (Pescara, 12 marzo 1863), interviene sulla polemica che contrappose il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche al compositore Richard Wagner coinvolgendo il Vate, che ne prese le difese. Quando il saggio Der Fall Wagner (il caso Wagner) non era stato ancora tradotto in italiano, D'Annunzio (che ne aveva letto ampi stralci in un articolo in francese) pubblicò tre articoli nell'estate del 1893 sul giornale romano "La Tribuna". Il letterato italiano prese le parti del musicista difendendo la sua musica "bellissima con un alto valore di arte indipendentemente dalla faticosa macchinazione teatrale". D'Annunzio liquidò così le critiche di Nietzsche nei tre articoli che intitolò "Il caso Wagner" e scritti tra il luglio e l'agosto del 1893: "Accuse, rampogne, ironie di tal genere sono ormai vanissime e indegne, specialmente d'un filosofo, anche se il filosofo 's'è messo fuori del suo tempo'. Il musico, come il pittore, come il romanziere, come il poeta, come tutti gli artisti che educano e affinano le nostre sensazioni, non è se non un fenomeno irresponsabile. L'opera d'arte è determinata dalle condizioni generali dello spirito e dei costumi presenti nell'epoca. Ora, lo sviluppo straordinario della musica nel nostro tempo è promosso da certe speciali condizioni dello spirito pubblico".