L'Italo-Americano

italoamericano-digital-1-9-2020

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NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 9 GENNAIO 2020 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | E ra il 7 gennaio del 1797 quando a Reg- g i o , i n E m i l i a , h a avuto inizio il lento e l u n g o p e r c o r s o durante il quale il Tricolore si è radicato in tutta l'Italia come simbolo prima dello Stato unita- rio e poi della Repubblica, affer- mando i valori di libertà e demo- crazia che hanno ispirato tante generazioni di italiani. Oggi, nel municipio del capo- luogo emiliano, c'è un interes- sante spazio espositivo che rac- conta la storia della Bandiera nazionale e che si trova proprio accanto alla Sala del Tricolore, dove più di due secoli fa, 100 deputati delle popolazioni di B o l o g n a , F e r r a r a , M o d e n a e Reggio Emilia sottoscrissero la mozione presentata dal costitu- zionalista e letterato Giuseppe Compagnoni di Lugo che chie- deva di rendere universale lo Stendardo Cispadano "e che que- sti tre colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti". La decisione, dicono le crona- che dell'epoca, fu salutata da "un'atmosfera giubilante", tanto era l'entusiasmo fra i delegati, e da "scrosci di applausi". Per la prima volta accadeva che città di stati ducali che erano stati nemi- ci per secoli, si identificassero in un unico simbolo e, sempre per la prima volta, che il Tricolore diventasse ufficialmente bandie- ra nazionale di uno Stato sovra- no, sganciandosi dal precedente significato militare e civico loca- l e : c o n q u e s t a a d o z i o n e , l a Bandiera italiana assunse un'im- portante valenza politica diven- tando presto il simbolo dell'indi- pendenza e dell'unità nazionale. Il Verde, il Bianco e il Rosso si ispiravano alla Bandiera fran- cese che all'epoca era un simbo- lo rivoluzionario di libertà e cambiamento contro gli Stati dell'Ancien Régime. Nel 1848 bandiere tricolori vennero fatte sventolare sulle barricate durante le Cinque giornate di Milano e re Carlo Alberto, prima di incomin- ciare la I Guerra di Indipendenza italiana, adottò come bandiera del suo regno il verde-bianco- rosso, con le bande di colore ver- ticali, inserendovi lo stemma sabaudo. Lo stesso anno anche l ' e f f i m e r o R e g n o d i S i c i l i a adottò il tricolore con al centro la Triscele simbolo dell'isola sici- liana, così fece il Granducato di Toscana con le armi della casata degli Asburgo-Lorena e così fece pure la Repubblica Romana con la scritta di ispirazione mazzinia- na "Dio e Popolo". Nel 1861 il tricolore, con lo stemma di Casa Savoia, divenne la bandiera uffi- ciale del Regno d'Italia. Alla nascita della Repubblica lo stem- ma sabaudo fu abolito e il trico- lore, seppure con proporzioni diverse, tornò a essere quello ori- ginario. Q u a n d o l ' A s s e m b l e a Costituente fissò i principi cardi- ne della Costituzione italiana (il testo finale fu approvato il 22 d i c e m b r e e p u b b l i c a t o s u l l a Gazzetta Ufficiale il 27 dicembre 1947), stabilì nell'Articolo 12 il Tricolore quale vessillo ufficiale della Repubblica. Da allora è l'emblema dei valori della Carta Fondamentale italiana: democra- zia, rispetto dei diritti dell'uomo, solidarietà e giustizia sociale. Divenuto simbolo dell'Italia, del suo popolo e dell'italianità nel mondo, è elemento che ci contraddistingue in ogni luogo e in ogni ambito, dalle missioni di pace delle Forze Armate alle sedi diplomatiche all'estero, dalle c o m p e t i z i o n i s p o r t i v e a l l e espressioni artistiche. In occasione del 223° anni- versario della Bandiera, il presi- dente della Repubblica Sergio Mattarella, ha detto: "Racchiude i sentimenti di unità e di coesio- ne, rappresenta i nostri valori e l'identità nazionale e costituisce i d e a l e l e g a m e t r a l e d i v e r s e generazioni e tra tutti gli italiani o figli di italiani residenti all'e- stero. È un imprescindibile patri- monio che ci stimola ed esorta a proseguire, con rinnovato impe- gno e sulla base di radici comu- ni, il nostro cammino caratteriz- zato da innovazione, progresso, rispetto e benessere". Parole che dovremmo seguire alla lettera non perché ce lo dice il presidente della Repubblica ma perché, entrando negli anni venti del nuovo secolo, dovrem- mo partire con il piede giusto e approfittare di quest'anno come di un nuovo inizio. Dovremmo cioè considerare questo nuovo anno come un'occasione per pensare in modo costruttivo al domani come Paese, come italia- ni, come italiani all'estero e come italoamericani. Nel tradizionale discorso di fine anno, sempre il capo dello Stato ci ha offerto in proposito una prospettiva interessante. Ha detto: "Mi è stata donata poco tempo fa una foto dell'Italia vista dallo spazio. Ve ne sono tante sul web, ma questa mi ha fatto riflettere perché proviene da una astronauta, adesso al ver- tice di un Paese amico. Vorrei c o n d i v i d e r e c o n v o i q u e s t a immagine (che mostra l'Italia in senso orizzontale, senza nord o sud, e come una lunga striscia di terra piena di lucine accese in mezzo al mare, ndr) . Con un invito: proviamo a guardare l'Italia dal di fuori, allargando lo sguardo oltre il consueto. In fondo, un po' come ci vedono d a l l ' e s t e r o . C o m e v e d o n o i l nostro bel Paese, proteso nel Mediterraneo e posto, per geo- grafia e per storia, come uno dei punti di incontro dell'Europa con civiltà e culture di altri con- tinenti. Questa condizione ha contribuito a costruire la nostra identità, sinonimo di sapienza, genio, armonia, umanità". Il Tricolore è un simbolo in cui ci riconosciamo per conven- zione, per educazione, per for- mazione. Riassume la nostra ita- lianità o le nostre radici familiari o elettive. L'Italia stessa è una dimensione geografica spesso molto personalizzata che ci por- tiamo dentro ovunque andiamo: proveniamo da una regione, da Riconoscersi in radici comuni per essere italiani migliori, ovunque si viva una città o un paesino che è solo un puntino dentro la Penisola ma che consideriamo il cuore del Belpaese stesso. Per noi l'Italia è q u e l l o s p a z i o c i r c o n d a t o d a verdi colline, quel panorama montuoso o quel lungomare ven- toso. Siamo italiani perché anche all'estero scegliamo di esserlo e d i r i c o n o s c e r c i c o m e t a l i . Dovremmo farcene vanto. Non per nazionalismo ma per iden- tità. Ognuno dovrebbe sempre essere fiero delle proprie origini, delle sue caratteristiche, della diversità linguistica e culturale di cui è portatore e del proprio dna. Ma dovremmo anche saper- ci guardare da lontano, dallo spazio come dice Mattarella, ovvero da una prospettiva diffe- rente per non essere egocentrici o egoisti: siamo un pezzo di ita- lianità nel mondo, giustamente fieri di una cultura ricchissima ma, visto che ogni onore com- porta oneri, anche necessaria- mente consapevoli dei tanti pro- blemi di un paese e di un popolo che deve imparare ad amarsi di più e ad accettarsi nelle sue evo- luzioni. Per questo dovremmo sentirci protagonisti, chiamati ognuno a fare la propria parte per proteggere, conservare e difendere il patrimonio ereditato. Ma dovremmo anche sentirci promotori di quel progresso di cui si ha bisogno oggigiorno, pieni di entusiasmo e volontà positiva per migliorare il mondo che ci circonda. Da italiani den- tro e fuori i confini nazionali.

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