L'Italo-Americano

italoamericano-digital-1-23-2020

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NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 23 GENNAIO 2020 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | C uriosamente è stato creato un neologismo per il padre della lin- gua italiana: il Dan- tedì, il giorno di Dante. Il Consiglio dei ministri ha appena istituito la giornata nazionale dedicata al celeberrimo autore della Divina Commedia nella data in cui, secondo gli stu- diosi, iniziò il suo viaggio lettera- rio negli Inferi. "Dante è l'unità del Paese, Dante è la lingua ita- liana, Dante è l'idea stessa di Ita- lia" ha detto il ministro della Cul- tura Dario Franceschini, annunciando la festa del 25 marzo appena entrata in calenda- rio, ad un anno dalle celebrazioni dei 700 anni dalla morte del sommo poeta. E forse non c'era omaggio migliore per tagliare il nastro che apre le celebrazioni di Parma Capitale Italiana della Cultura per il 2020. Perché questo nuovo simbolo urbano della ricchissima offerta culturale italiana già lo scorso anno aveva lanciato, attra- verso la sua Università, una tra le più antiche del Paese, il percorso triennale di "Parma per Dante". Un tributo che si concluderà pro- prio in corrispondenza del setti- mo centenario dantesco (1321- 2021) e che intende manifestare quanto la sua ispiratissima opera, uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale, permei profondamente il tessuto cultura- le nazionale. Perché in fondo di questo si tratta: la cultura è patrimonio condiviso, è trama comune, è memoria e innovazione, tradizio- ne e modernità che appartengono a tutti. Parma è una splendida cartoli- na dell'Italia, una vetrina per il Paese ma è un pezzo del Paese stesso, della sua cultura, del suo fermento e della sua vitalità nelle varie epoche storiche. Avere ogni anno una Capitale della Cultura è un nobile "spec- chietto per le allodole" e tutti noi dovremmo essere felici di essere questi uccelletti canterini che si lasciano lusingare dalla Grande Bellezza italiana, che si fanno attrarre ieri da Mantova, Pistoia, Palermo, Matera e oggi da Parma, per cadere nel pozzo della cultura italiana, per restare intrappolati nella rete delle mera- viglie del Belpaese. I comuni italiani sono pieni di segni culturali di grande rilievo, di tracce lasciate da nomi che hanno fatto la storia della musica, del pensiero, delle arti, della pit- tura. Essere quindi Capitale della Cultura significa rappresentare il grande e mirabile tessuto nazio- nale, richiamarne le sue icone culturali, come è Dante, mostrare i vari strati di cui è composta la nostra variopinta, ricca e affasci- nante identità. Parma è ricca di segni cultura- li: le sue piazze, i monumenti, le opere d'arte, l'architettura rac- contano una storia lunghissima iniziata con i Romani, passata all'epoca medievale e dei Comuni, attraverso il magico Rinascimento, arrivata all'epoca borbonica e napoleonica, per essere poi protagonista della sto- ria nazionale più recente, dal Risorgimento alla Resistenza, agli anni della grande crescita economica e sociale. Basterebbero anche pochi nomi per capire perché, a ragion vedu- ta, è stata scelta come Capitale della Cultura per rappresentare un Paese intero: Correggio e Parmigianino, Niccolò Paganini e Arturo Toscanini, Giuseppe Verdi e Bernardo Bertolucci. O ne servirebbe uno appena per citare il primo gruppo alimentare italiano, leader mondiale per pro- duzione e distribuzione della pasta: fu Pietro Barilla a fondare più di 125 anni fa l'omonima azienda che oggi porta ovunque il prodotto principe dell'alimenta- zione nazionale. L'esperienza offerta dalla Capitale della Cultura 2020 è una straordinaria opportunità. Di conoscenza innanzitutto. Perché non solo è una meta lontana dal turismo di massa ma è letteral- mente per tutti i gusti, anche ali- mentari e basti qui citare il famo- sissimo Prosciutto di Parma. Di musei e architetture di ogni gene- re e qui segnaliamo non soltanto quel che si vede passeggiando tra le sue strade, ma il tesoro custo- dito nella Biblioteca Palatina che raccoglie più di 700.000 volumi, 3.000 incunaboli, 6.600 mano- scritti, 50.000 stampe e codici miniati dell'XI-XII secolo. Di esperienze che possono persino essere paranormali, vista la quan- tità di castelli infestati che può vantare nel circondario. Di novità. Perché la cultura non è una condizione statica, immobile, un prodotto finito. Nutrendosi di creatività e di confronto, si svi- luppa nel dialogo e nelle relazio- ni, scaturisce da incontri e scam- bi, è fluida e in continua evolu- zione è cioè qualcosa che arric- chisce chi la vive e che arricchi- sce Parma e l'Italia. Produce insomma qualcosa di nuovo, rigenera il vecchio e rielabora il presente. E ricordiamoci anche che è al servizio di tutti: non ci sono confini che tengano. Per fare un esempio, la scuola di pit- tura che si sviluppò a Parma nel Cinquecento, quella per intender- ci che produsse i capolavori asso- luti del Correggio e del Parmigianino, fu certamente ciò che rese Parma un tesoro d'arte ma la lezione di quella scuola è andata a beneficio di tutto il Paese e della storia dell'arte mondiale. E' originale e molto significa- tivo lo slogan scelto da Parma per le celebrazioni che quest'an- no la renderanno protagonista, dopo Matera 2019, di una nuova grande opportunità per il nostro Paese di mettersi in mostra: "La cultura batte il tempo". Come ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia inaugurale, la cultura è un "metronomo della storia. E' una chiave che ci consente di comprendere il passato, interpre- tare il presente e progettare il futuro per sentire la storia come nostra e per renderci protagonisti dei suoi cambiamenti". Senza dimenticare che la cultura spinge all'innovazione, al progresso. "Nel renderci consapevoli del cammino percorso, ci dà il Buon 2020 a Parma, nuova capitale della straordinaria cultura italiana coraggio di andare avanti. Insieme. Come comunità. Battere il tempo – continua il capo dello Stato - vuol dire anche questo: affrontare la modernità, essere capaci di gui- darla verso traguardi di maggior civiltà, di benessere, di sempre più ampia diffusione delle cono- scenze, mettendo in moto un cir- cuito virtuoso in cui il testimone della vita e della responsabilità passi naturalmente da una gene- razione all'altra; e affinché i più giovani possano crescere proget- tando il futuro senza impedimen- ti. Non essere, in definitiva, superati e travolti dall'incedere del tempo". Il carisma di Parma, Capitale culturale da tempo immemore, è indubbio. L'invito che rivolge a tutti è solo quello di lasciarsi attrarre e sedurre dalla sua bel- lezza.

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