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Q uando Ovidio cercò di scrive- r e u n p o e m a e p i c o i n e s a - metri perfetti, completi di armi e battaglie, Cupido volò nel suo studio e con una risatina staccò un piede ad ogni rima alterna- ta. Il ritmo del poema passò d a u n a m a r c i a c u p a a u n canto giocoso. Ogni canzone di guerra è potenzialmente uno scherzo erotico. Roma s c r i t t o a l c o n t r a r i o è Amor. L'amore canta una melo- dia diversa sui Sette Colli. Lasciamo che i Veneziani intonino i canti dei gondo- lieri sul Canal Grande e che i Napoletani suonino le sere- nate sotto il Vesuvio. Noi Romani, figli della Lupa, per natura lascivi, sprezzan- ti e feroci, urliamo stornel- li per le strade. L o s t o r n e l l o p r e n d e i l nome dall'usanza di cantare "a storno", cioè di far rim- balzare la voce da un luogo all'altro. Nate da un'ispira- z i o n e p a s s e g g e r a , q u e s t e battute improvvisate sono state cantate prima in taver- ne e trattorie, poi diffuse di balcone in balcone, di vicolo in vicolo e di cella in cella nel quartiere Trastevere di Roma. Diffuse da carrettieri, v e n d i t o r i e c a m e r i e r i , l e grezze melodie sono state adattate ed eseguite da can- tanti di strada e trascritte e tirate a lucido da appassio- nati di folklore. Gli Stornelli romane- schi risalgono almeno al X V I I I s e c o l o , m a s o n o diventati veramente popola- r i s o l o d o p o l a I I g u e r r a mondiale. La radiodiffusio- ne e il turismo hanno fatto conoscere queste canzoni popolari, grazie a cantanti c o m e A l v a r o A m i c i , G a b r i e l l a F e r r i , Lando F i o r i n i , N i n o M a n f r e d i e Claudio Villa, che hanno introdotto elementi di caba- r e t , j a z z e p o p n e l l e l o r o interpretazioni. Le loro regi- strazioni sono ancora oggi u n b a l s a m o p e r i r a g a z z i romani. Ma cos'è esattamente uno stornello? Lo diceva bene Giggi Zanazzo, il poeta e fol- c l o r i s t a d i a l e t t a l e : " U n sospiro d'amore, un accento d'odio, un capriccio della fantasia". A c c o m p a g n a t o d a u n a chitarra o da una fisarmoni- ca, il cantante annuncia un argomento e apostrofa la sua amata come un fiore. Non una rosa o una garde- nia, ma qualcosa di più sel- vatico e grossolano, raccolto nei campi, nei giardini, nei parchi e nei viali verdi di R o m a o n e l l e v i c i n a n z e , come l'erba suina o il cardo. Il resto delle rime, sia tradi- zionali che estemporanee, formano un bouquet altret- tanto pungente e spinoso di d o p p i s e n s i , l a m e n t e l e e insulti. L'effetto è diverten- t e e p r o v o c a t o r i o , m a anche ossessivo e stra- ziante. I s u o n i m e l i s m a t i c i d i Gabriella Ferri vi traspor- t e r a n n o i n u n c a f f è d i Siviglia o Tangeri. La sua voce chiara e tagliente, per quanto tenera o giocosa, è sempre pronta a finire nel- l'antico sogghigno romano, con una risata simile ai getti della Fontana di Trevi, ma con un sospiro di malinconia ogni volta che torce e soffoca una nota. Lasciato un vuoto n e l l o s t o m a c o , s i h a p i ù fame, anche se questo signi- fica sopportare il ridicolo e l'insulto. Gli Stornelli amorosi sono spesso indistinguibili dagli stornelli dispettosi, u n m o d o p o p o l a r e d e i R o m a n i d i d i s p r e z z a r s i a v i c e n d a i n p u b b l i c o . A l l a base di questo gioco musica- le c'è l'attesa della fine di un verso per reagire e poi resti- tuire la cortesia. Una partita tra La Ferri e Claudio Villa, t r a s m e s s a n e l 1 9 7 3 d a l l a RAI, è durata dieci minuti. M a u n e s e m p i o a n c o r a migliore è la scena d'apertu- r a d i M a m m a R o m a d i P i e r P a o l o P a s o l i n i (1962). Mamma Roma, una ex- prostituta interpretata da Anna Magnani, fa sposare il suo ex pappone Carmine a una ragazza di campagna di nome Clementina. Al ricevi- mento, che si tiene in una sala per banchetti in una borgata, un complesso di case popolari alla periferia d i R o m a , a r r i v a M a m m a Roma con tre maiali al guin- zaglio e infiocchettati, un'al- lusione al triangolo amoroso e un commento al passato d a p o r c o d e l l o s p o s o . G l i i n v i t a t i , c o n s a p e v o l i d e l ménage à trois, chiedono una canzone. Mentre i maia- l i s b u f f a n t i m a n g i a n o g l i a v a n z i s u l p a v i m e n t o d i cemento, Mamma Roma e gli sposi si scambiano i sar- casmi. MAMMA ROMA: "Fior de gaggia, Quando canto, io canto con allegria, ma se io dico tutto rovino 'sta compa- gniaaaa!" CARMINE: "Fiore de sab- bia! Tu ridi, scherzi, fai la s a n t a d o n n a , e i n v e c e i n petto schiatti da la rabbia". MAMMA ROMA: "Fiore de menta, fèrmete lingua, c h è c e s t a n ' i n n o c e n t e : è mejo che nun veda e che nun senta!". CLEMENTINA: "Fior de cocuzza, 'na donna per 'sti baffi andava pazza, e adesso che li perde ce va in puzza!" MAMMA ROMA: "Fiore de merda, io me so' libberata da 'na corda, adesso tocca a 'n'altra a fà la serva!". Ogni verso un proiettile, ogni proiettile un bersaglio. Perché i Romani non pos- sono esprimere affetto senza ostilità? Perché l'amore e l'o- dio devono essere così ingar- bugliati? Colpa degli dei. Cupido, figlio di Venere e di Marte, fu concepito quando la coppia adultera fu colta in f l a g r a n t e n e l l a r e t e d i Vulcano e divenne lo zimbel- lo dell'Olimpo. Da allora, il monello ha vendicato i suoi genitori ferendo e umiliando i suoi cugini: noi Romani. O b i e t t i v i d i u n a r c i e r e d i s p e t t o s o e m e s c h i n o , siamo destinati ad essere tiratori scelti in amore. Il segretario di Pasquino è Anthony Di Renzo, professo- r e d i s c r i t t u r a a l l ' I t h a c a College. Potete raggiungerlo su direnzo@ithaca.edu. SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI 15 GIOVEDÌ 20 FEBBRAIO 2020 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | Stornello Pasquino canta la stessa vecchia canzone Anna Magnani in Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini (Photo: Wikimedia)