L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-19-2020

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GIOVEDÌ 19 MARZO 2020 www.italoamericano.org 33 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO A Washington l'astrofisica Giacintucci scopre la più grande esplosione dopo il Big Bang I l 3 gennaio 2019 la missio- ne cinese Chang'è 4 si è posata sul fondo del cratere Von Karman, all'interno del Bacino Polo Sud – Aitken, diventando la prima missione ad allunare con successo sulla fac- cia nascosta della Luna. Il radar cinese a bordo del piccolo rover Yutu-2 ha rilevato sotto una distesa di polvere grigia finissi- ma, la regolite lunare prodotta dagli impatti che hanno modella- to la superficie lunare nel corso di miliardi di anni. I dati acquisiti sono stati pub- blicati sulla rivista Science Advances. A firmare le misurazioni insieme ai ricercatori cinesi, anche tre ricercatori italiani: Sebastian Lauro ed Elena Pettinelli dell'Università degli studi Roma Tre e Francesco Soldovieri dell'Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr- Irea). Gli stessi ricercatori che hanno fatto parte del team italia- no che ha scoperto l'acqua liqui- da sotto il polo sud marziano nel 2018. La zona di allunaggio di que- P er quanto ne sappiamo è stata la più grande esplo- sione nell'universo dopo il Big Bang. Ha avuto origine da un buco nero supermassiccio al centro di una galassia a centinaia di milioni di anni luce di distanza da noi. A scoprirla è stato un team di astronomi guidato da Simona Giacintucci, astrofisica italiana – laurea e dottorato a Bologna – oggi a Washington, al Naval Research Laboratory. Tutto sarebbe avvenuto nel- l'ammasso di Ofiuco, un conglo- merato cosmico a circa 390 milioni di anni luce da noi, for- mato da migliaia di galassie, gas caldo e materia oscura tenuti insieme dalla gravità. Al centro un buco nero super- massiccio che si nutre attivamen- te del gas circostante, espellendo occasionalmente grandi quantità di materia ed energia a velocità relativistiche. La scoperta è avvenuta analizzando i dati in banda X raccolti con i telescopi spaziali Chandra della Nasa e Xmm-Newton dell'Esa, e i dati radio del Murchison Widefield Array (Mwa), in Australia, e del Giant Metrewave Radio Telescope (Gmrt), in India. La gigantesca esplosione avrebbe scavato una cavità nel plasma dell'ammasso, il gas incandescente che circonda il buco nero. L'Italia che fa fare passi in avanti alla scienza: il team di Pettinelli svela i segreti della faccia nascosta dalla Luna quenza (500MHz) montate sotto la struttura del rover. "Quello che ci ha più sorpre- so – ha detto Elena Pettinelli che insegna Fisica della Terra e dei pianeti all'Università di Roma Tre e che con il suo team ha scoperto la presenza dell'ac- qua sul Marte - è la straordinaria trasparenza del terreno di Von Karman alle onde radio, che ci ha permesso di vedere distinta- mente le strutture geologiche fino a 40 metri di profondità, una cosa assolutamente impossi- bile da ottenere sulla Terra a quella frequenza, a causa della onnipresenza di acqua liquida nel sottosuolo". "Abbiamo comunque dovuto lavorare sodo all'analisi dei dati per estrarre le informazioni riguardanti i dettagli della strati- grafia e, soprattutto, per evitare errori nell'interpretazione dei dati", ha aggiunto Sebastian Lauro dell'Università degli studi Roma. "Alla fine – ha concluso Francesco Soldovieri del Cnr- Irea - abbiamo individuato l'al- goritmo giusto, applicando un approccio noto come inversione tomografica, siamo riusciti ad individuare la presenza dei tipici prodotti di impatto sotto uno spesso strato di regolite". Ma cosa ha scoperto realmen- te il radar? Data la "trasparenza" dei materiali è stata possibile definire in dettaglio la sequenza verticale degli strati. La parte superiore è costituita da materia- le finissimo e uniforme (regoli- te) che si estende fino ad una profondità di 12 metri. Sotto si alternano strati più fini e altri ricchi di blocchi di materiale provenienti dai crateri generati dall'impatto con asteroidi. sta missione è particolarmente importante perché vicina all'area (Polo Sud lunare) dove la sonda indiana Chandrayaan-1 ha recen- temente confermato la presenza dell'acqua sotto forma di deposi- ti di ghiaccio, una zona di gran- de interesse per la futura esplo- razione umana. Si conosce molto della faccia visibile della Luna, grazie alle missioni umane (programma americano Apollo), che hanno effettuato esperimenti geofisici in sito e riportato quasi 400 kg di rocce lunari, ed a quelle roboti- che (programma sovietico). Queste missioni hanno rivelato aspetti inattesi dell'origine della Luna, della sua storia geologica e della sua struttura interna, rivoluzionando le precedenti teo- rie. La faccia nascosta invece ha una crosta più spessa, è sostan- zialmente priva di mari, ed è costituita da roccia anortositica, il materiale crostale originario formatosi miliardi di anni fa. I dati radar che hanno per- messo di ricostruire la struttura del sottosuolo lunare, con una risoluzione mai ottenuta prima, sono stati acquisiti grazie all'im- piego delle antenne ad alta fre- La regione dell'esplosione nell'ammasso di Ofiuco (Ph. e testo Media Inaf) Cnr-Irea e UniRoma Tre rivelano la stratigrafia del sottosuolo lunare

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