L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-18-2013

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L'Italo-Americano GIOVEDÌ  18  APRILE  2013 Gusto attico in Etruria Stamnos attico a figure rosse. Nei Musei Vaticani di Roma è in mostra questa ceramica del 440-430 a.C recuperata in una tomba etrusca. Sulla faccia principale è raffigurata la partenza di due guerrieri (forse Teseo e Piritoo), salutati da una donna e da un vecchio re canuto; sull'altra faccia ci sono due donne supplici rivolte verso un re barbato e calvo. Una riproduzione di un modello ellenico. Nelle tombe etrusche era abbastanza ricorrente la presenza di ceramica greca di importazione, come questo stamnos a figure rosse realizzato in Attica. Si tratta dello stamnos eponimo del pittore Guglielmi, che prende il nome proprio dalla collezione ora esposta in questa sala, denominazione convenzionale di un pittore attico seguace della maniera di Polygnotos e del pittore di Kleophon, nel corso del terzo venticinquennio del V sec. a.C. Movimento emotivo San Giorgio e il drago. Capolavoro del 1330 esposto alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, è opera di Vitale da Bologna, anche noto come Vitale di Aimo de' Cavalli o Vitale degli Equi. Rappresentante della scuola emiliana trecentesca, raccoglie il clima di una città legata alla cultura gotica d'oltralpe cresciuta nell'ambiente colto ed internazionale della sua università, associandolo all'espressivo, sereno e dinamico realismo della pittura e della miniatura bolognese. Artista raffinato, influenzato dall'arte toscana e dal modello giottesco, contraddistinse la sua opera attraverso la linea irrequieta e la vivacità degli atteggiamenti e delle espressioni, con tensione decorativa e forte carica di intensità emotiva. Nella tavola è evidente la ricerca di movimento e di espressione che si spinge sino ad una contorsione forzata del cavallo. Quadro 'di genere' Il mangiafagioli. Annibale Carracci, lo dipinse nel 158384, e il quadro è oggi esposto alla Galleria Colonna di Roma. Nella tela vediamo un popolano che sta seduto ad un tavolo a consumare un pasto a base di fagioli, cipolle, funghi e pane, accompagnato da vino bianco. La scena è probabilmente ambientata in una taverna, dove non vi è alcuna nota di lusso o eleganza. Quadri di questo tipo vengono definiti "di genere", ad indicare il loro carattere didascalico e illustrativo degli aspetti minori, o folkloristici, della vita quotidiana. Carracci supera l'artificiosità del manierismo e ritorna a ispirarsi alla realtà. Ma ben presto sarà l'ispirazione diretta ai maestri rinascimentali a condurre Carracci ad approdare ad una pittura più idealizzante che realista. PAGINA  9 Poesia preromantica La Poesia. Alla Galleria Nazionale d'Arte antica di Roma è esposto il dipinto autografo di Salvator Rosa, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1640 (o forse più tardi). L'artista, poeta e incisore, invitato nel 1639 dal cardinale Giancarlo de' Medici, tornò a stabilirsi a Firenze dove restò per 8 anni. Lì promosse l'Accademia dei Percossi che riuniva poeti, letterati e pittori, influenzando con la sua tecnica pittorica numerosi artisti del tempo. In questo periodo compose anche le sue satire, poi ritratte ad olio: Musica, Poesia, Pittura e Guerra. Ebbe grande attitudine per la pittura (fu allievo di Jusepe de Ribera), ma fu un artista eclettico e versatile, e si espresse nella recitazione, nella poesia e come musicista. Fu un personaggio eterodosso e ribelle, quasi un pre-romantico e dalla vita movimentata. Leggiadria classica Danzatrice con mani sui fianchi. Gesso di Antonio Canova alla Piancoteca Giovanni e Marella Agnelli di Torino. Scultore e pittore ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo italiano e soprannominato per questo il nuovo Fidia, riprodusse varie danzatrici: seducenti figure che trasmettevano positività, forza, giovinezza e ammaliavano non solo Canova. L'artista fece molte repliche delle sue leggiadre creature, poi collocate nei posti più diversi, da San Pietroburgo al Messico. La raffigurazione dinamica della figura che si muove nello spazio sarà il motivo dominante anche delle figure danzanti presenti nelle grandi tempere, capolavori assoluti di Canova pittore: la loro bellezza, tra lievità e forza, eliminava torsioni, panneggi e tutti gli eccessi dell'arte barocca, ottenendo una forma pura e lieve.

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