L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-16-2020

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www.italoamericano.org 13 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 16 APRILE 2020 I l nostro Presidente del Consiglio G i u - s e p p e C o n t e h a appena annunciato c h e i l l o c k d o w n durerà almeno fino al 3 mag- gio. Quel giorno, saranno due mesi trascorsi da soli, a casa, a guardare la tragedia che si svolge sui nostri scher- mi televisivi e, per una fetta enorme di noi, all'interno delle nostre famiglie e dei nostri gruppi sociali. Per il mondo, questo è un momen- to come nessun altro, qual- cosa di inedito dal l a fine della seconda guerra mon- d i a l e . E , s e c i s i f e r m a a riflettere, questa è la guerra che molti analisti e capi di Stato hanno dichiarato di avere davanti all'inizio dell'e- mergenza. L'Italia ha sofferto molto nell'ultimo conflitto, eppure quei giorni sono, per la stra- grande maggioranza dei suoi cittadini, o storia imparata a scuola o preziosi frammenti di vita reale narrati da geni- tori, nonni e bisnonni, quelle s t e s s e g e n e r a z i o n i c h e i l Covid-19 ha crudelmente decimato. Una cosa ci è sem- pre stata ripetuta, a scuola e a casa, sull'ultima guerra: quanto le comunità in quei giorni siano diventate unite. I villaggi diventati famiglie e le città diventate paesi, a dimostrazione che, quando le avversità colpiscono, la natura umana ci avvicina tutti gli uni agli altri. In un'epoca della storia dell'umanità in cui l'indivi- dualismo e il materialismo guidano il nostro comporta- mento e ci rendono tutti più solitari e freddi, testimoniare i modi in cui gli italiani si uniscono per aiutarsi l'un l'altro e l'impegno di coloro che combattono "il virus" in prima linea, è una boccata d'aria fresca. Ad esempio, fin dai primi giorni della pande- m i a , q u a n d o è d i v e n t a t o dolorosamente evidente che i nostri anziani erano i più esposti a rischio, i giovani hanno iniziato a fare com- m i s s i o n i p e r i l o r o v i c i n i anziani, come testimonia il f a m o s o b i g l i e t t o l a s c i a t o nell'ingresso principale di un condominio torinese, dove due ragazze che vivono in uno degli appartamenti si sono offerte di fare acquisti per tutti i loro vicini anziani. Era la prima di una pletora di iniziative simili. Le imprese locali, sia nelle città che nei villaggi, hanno iniziato a offrire servi- zi di consegna gratuita per tutti: dal panettiere al frutti- vendolo, dal macellaio alle farmacie, fino ai negozi di a n i m a l i e p e r s i n o a l c u n e librerie si sono attivate per aiutare tutti coloro che sono rimasti a casa, soprattutto i più vulnerabili. Certo, per l o r o è s t a t o u n m o d o p e r continuare a far entrare i s o l d i , m a a n c h e q u e s t o è importante: la nostra econo- mia ha bisogno di respirare, ha bisogno di rimanere viva, in fin dei conti. Alcuni, come un panettiere del piccolo paese piemontese di Trinità, hanno deciso di dare il pane gratis a tutti i bisognosi: con molti che rischiano di perde- re il lavoro e altri rimasti senza reddito a causa dell'i- nattività forzata, questo sem- plice gesto può fare pratica- mente la differenza tra anda- re a letto affamati o meno. A volte, ciò che colpisce di più è la semplicità di questi o n e s t i a t t i d i g e n t i l e z z a : l ' O s p e d a l e S a n t a C r o c e e Carle di Cuneo, in Piemonte, r i c e v e q u o t i d i a n a m e n t e pane, focaccia, pizza e caffè per tutto il personale, da una l u n g a l i s t a d i p a n e t t i e r i , gastronomie e caffè locali che vogliono dimostrare il loro amore e il loro sostegno, nel miglior modo possibile. Una farmacia locale ha dona- to scatole su scatole di crema per le mani, una manna dal c i e l o d o p o o r e p a s s a t e a indossare guanti. A Milano, il diciannovenne Riccardo Tiritiello, 19 anni, senior dell'Istituto d'arte culinaria Paolo Frisi, ha convinto i genitori, proprietari di una rosticceria, a cucinare per gli o p e r a t o r i s a n i t a r i dell'Ospedale Sacco, polo lombardo per il Covid-19 e centro di ricerca. Con l'entu- siasmo tipico dei giovani, Riccardo ha coinvolto due amici di scuola, Aurora e Ciro: i tre hanno aiutato atti- vamente i genitori a prepara- re cibo sufficiente a sfamare circa 200 persone. E poi ha chiesto a tutti i ristoranti, le gastronomie e i panettieri della città di fare lo stesso per aiutare "i tanti professio- nisti che fanno turni infiniti e si dedicano completamente ai pazienti". Grandi nomi della scena culinaria milane- se, tra cui i rappresentanti di Eataly, hanno abbracciato la sua iniziativa. In effetti, la gentilezza è una cosa semplice, ma vale più di un milione di pepite d'oro, o di stelle Michelin, almeno secondo gli chef di fama internazionale Carlo Cracco e Chicco e Bobo C e r e a . Cracco, il celebre M a s t e r c h e f , è m i l a n e s e e lavora, insieme a due suoi collaboratori, all'ospedale da campo Covid-19 della Fiera di Milano per sfamare chi vi lavora. Il loro sforzo è inizia- to quando l'ospedale è stato costruito e continua ora, che è pienamente operativo: "Ci prenderemo cura di loro", dice lo chef stellato Michelin. N o n l o n t a n o d a l ì , a Bergamo, città dolorosa- mente colpita dal virus - le t r a g i c h e i m m a g i n i d e i camion dell'Esercito che tra- sportavano i corpi ai crema- tori fuori regione sono state girate proprio lì - i fratelli Chicco e Bobo Cerea, tre stel- le Michelin, hanno gestito la mensa e la distribuzione di cibo all'interno del reparto dell'ospedale da campo degli Alpini. In un luogo diventato o r m a i f a m o s o , i f r a t e l l i hanno chiesto alle imprese locali di contribuire attiva- mente allo sforzo inviando prodotti, forniture e tutto ciò che poteva essere necessario in cucina affermando che "insieme, siamo più forti!". A Roma, sede dell'ospeda- le Spallanzani, dove sono s t a t i c u r a t i i p r i m i d u e pazienti del Covid-19, diversi chef famosi hanno cucinato per il personale: da Nabil Hadj Hassen e Alessandro R o s c i o l i , d e l R i s t o r a n t e Roscioli, a Walter Regolanti d i R o m o l o a l P o r t o , d a A r c a n g e l o D a n d i n i d e L ' A r c a n g e l o , a M a r i o Sansone di Marzapane: pre- parano più di 400 pasti al giorno. Un po' più a sud della capitale, a Caserta, il piz- zaiolo Franco Pepe è un po' un'istituzione. Dall'inizio del- l'emergenza, Pepe prepara pizze per i senzatetto e racco- g l i e f o n d i a s o s t e g n o d e l reparto di terapia intensiva d e l l ' O s p e d a l e C i v i l e d i Caserta: grazie alla sua ini- ziativa, sono già stati conse- gnati un nuovo ventilatore p o l m o n a r e e u n s e t d i 1 0 maschere di ventilazione. E c o m e d i m e n t i c a r e l e t a n t e p e r s o n e , g i o v a n i e meno giovani, professionisti e dilettanti, che hanno messo in funzione le loro macchine da cucire e hanno iniziato a cucire centinaia di mascheri- ne per le loro comunità e anche per gli ospedali? Nel mio paese c'è una rete di 6 d o n n e c h e s e n e o c c u p a , coordinate sulla pagina loca- le di Facebook da uno dei consiglieri comunali. C'è un ultimo esempio di bontà e di bellezza che rin- cuora che vorrei citare, e spero che mi perdonerete se, p e r f a r l o , v i r i p o r t e r ò d i nuovo nel piccolo villaggio delle Langhe da cui proven- go. Qui, come in molte altre zone d'Italia, il rapporto tra la gente del posto e le comu- nità straniere non è sempre stato facile. Ebbene, in que- sto periodo di emergenza e di paura, la nostra comunità musulmana locale ha raccol- to circa 2000 dollari e li ha donati al nostro ospedale, che è un centro Covid-19. E lo stesso ha fatto la comunità rumena. Il messaggio è stato lo stesso, in entrambi i casi: "L'Italia è il nostro Paese, questa è la nostra casa. È giu- s t o c h e a i u t i a m o " . S i a m o un'unica comunità per dav- vero, e spero che i miei con- cittadini non lo dimentichino una volta che tutto questo sarà finito. Che questo, come tutti gli altri esempi citati in questo articolo, rimanga impresso nella nostra memoria anche dopo la fine della pandemia, e che le nostre vite ritrovino una parvenza di normalità. Non dimentichiamo mai che quando la tragedia colpisce, c o l p i s c e t u t t i a l l o s t e s s o modo, che siamo più di ciò che possediamo e che la con- divisione con amore e passio- ne è ciò che ci rende umani. Italia: una comunità d'amore Nei momenti più duri, gli Italiani dimostrano di amare il loro paese profondamente (Photo: Dreamstime) SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI

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