L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-25-2013

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L'Italo-Americano PAGINA  4 GIOVEDÌ  25  APRILE  2013 Dai vigneti dei fratelli piemontesi Gallo, impiantati nella San Joaquin Valley, alla diffusione delle etichette italiane in California LUCA DELL'AQUILA La California è il primo Stato in cui si è diffuso il vino italiano, portato dagli immigrati giunti negli Usa per la corsa all'oro. Su tutti si ricordino i fratelli Ernest e Julio Gallo, di origini piemontesi, che impiantarono una vigna a Modesto, nella San Joaquin Valley, e poi nel 1933, al termine del Proibizionismo, fondarono la "E.&J. Gallo Winery", che nel tempo è divenuta la più grande impresa vinicola del mondo e i proprietari, fra i più ricchi d'America. Con le loro 40 etichette, diffuse in 90 nazioni, i due fratelli hanno lavorato per decenni per migliorare la qualità del vino californiano e mettere sulle tavole degli americani un vino migliore a un prezzo accessibile. Le ultime tendenze? I vini etnei Nel 2012 l'Italia è stata il primo fornitore di vino negli Usa A un apprezzamento sempre maggiore del vino (l'amore degli americani per il buon vino è stato narrato più volte nella cinematografia statunitense in film come Sideways e Bottle Shock) è corrisposta l'espansione dei produttori italiani nel mercato d'oltreoceano. Lo scorso anno l'Italia risultava primo fornitore di vini degli Stati Uniti e unico Paese a scalfire il dominio del vino californiano, in crisi a causa della scarsità di uva. Secondo uno studio riportato dal Wall Street Journal, dopo dieci anni di riduzione del numero di vigne, l'offerta di vino non era più in grado di soddisfare la domanda. Così anche la California, responsabile del 90% della produzione Usa di vino, si trovava in difficoltà nel confronto con i vini stranieri, in particolare italiani e australiani. Con il rialzo del prezzo dei vini californiani, le importazioni erano quasi raddoppiate dal 2000. Stando alle cifre, pubblicate dallo U.S. Department of Commerce e poi diffuse dall'Ice (l'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane), nel 2012, il fatturato delle aziende vinicole italiane sul mercato Usa era stato pari a 1,5 miliardi di dollari per una quota di mercato del 29,2% del totale importato. Anche le analisi della testata Wines and Vines hanno confermato questa tendenza. La produzione enologica tricolore sta incalzando il mercato a stelle e strisce e registrando sempre di più una crescita considerevole nella grande distribuzione: le vendite dei "vini da tavola" hanno superato i 5 miliardi di dollari, aumentando del 6% in un anno (tra gennaio 2012 e gennaio 2013). Nella Top 5 dei "New Table Wine Brands of 2012" delle nuove etichette più performanti arrivate sul mercato Usa, tre sono californiane e 2 italiane. Al terzo posto della classifica troviamo ''Bella Bolle'', marchio di Moscato d'Asti di Prestige Wine Group (2,4 milioni di dollari) e al quinto posto il marchio Macaron, prosecco di The Wine Group (1,3 milioni di dollari). La tipologia di vini spumanti sta infatti registrando un'ottima performance negli Usa: le nostre esportazioni hanno raggiunto quota 187,7 milioni di dollari, con una crescita del 5,6% rispetto al 2011. La quota di mercato dell'Italia è del 24,1% ed è seconda solo alla Francia, che ha il 65%. Menzione speciale va fatta per il Pro- secco che in questi ultimi anni sta diventando sempre più famoso oltreoceano per essere l'ingrediente principale del cocktail Bellini ed il sostituto più economico dello Champagne. Anche nella Top 100 del 2012 della prestigiosa rivista "Wine Spectator" ci sono numerosi vini italiani. Se al primo posto svetta un Syrah della Napa Valley, al nono troviamo il Brunello di Montalcino e tra i primi 50 il Barbaresco, il Chianti ed il Barolo. Le ultime tendenze? Secondo Stevie Kim, direttrice del Salone internazionale veronese Vinitaly, oltre a Chianti, Barolo, Amarone, Prosecco e Nero d'Avola, che trainano da sempre il mercato statunitense, adesso si affiancano vini come il Primitivo di Puglia e i vini dell'Etna. Made in Italy sempre più apprezzato e diffuso tra i consumatori Usa Il Chianti di 40 cantine prima vola a New York e poi atterra a Los Angeles NICOLETTA CURRADI Conclusasi con successo la 47° edizione di Vinitaly, il salone internazionale del vino che si tiene annualmente a Verona, per il Consorzio Vino Chianti (al suo secondo anno di partecipazione), l'obiettivo si sposta sugli Stati Uniti: il calendario prosegue il suo tour internazionale che vedrà la denominazione tricolore con due azioni promozionali sul mercato americano, nelle città di New York e Los Angeles. Partite già da qualche anno, queste attività stanno riscuotendo sempre più successo sia tra le aziende che tra gli addetti ai lavori: l'attesa cresce di anno in anno e tutto ciò non può che rafforzare l'immagine del Chianti all'estero e dell'intero comparto del vino italiano. Le location, New York presso l'Astor Center, polo d'attrazione e di tendenza della Grande Mela, e Los Angeles, al Mr. C di Beverly Hills, set elegante e moderno per antonomasia: ecco lo stile del Chianti che regala esperienze sensoriali da ricordare. Due intere giornate, lunedì 22 a New York e giovedì 25 a Los Angeles, dedicate al vino toscano: seminari e degustazioni dedicati al trade, agli operatori di settore e alla stampa. Sarà inoltre ripetuta la fortunata (tutto esaurito l'anno scorso per Snooth, il famoso portale del vino dedicato al consumatore americano) apertura al pubblico dalle ore 18 in poi per avvicinare sia il consumatore sia l'appassionato di vini e per dare l'opportunità di assaggiare una considerevole scelta di etichette portate da 40 rinomate aziende vinicole toscane. In maggio, si proseguirà con il road show in Russia. I due eventi si terranno a Mosca, città che con i suoi ristoranti di eccellenza assorbe ben il 65% delle vendite di vino italiano nell'intero Paese, per proseguire poi a San Pie-troburgo. Area di produzione del Chianti Infine, Vinexpo, palcoscenico di livello mondiale per gli addetti ai lavori dove, all'interno di uno spazio targato Chianti, le aziende potranno mostrare e far assaggiare i prodotti. Vi sarà l'opportunità di degustazioni durante alcune giornate di fiera per conoscere ed apprezzare da vicino l'ambasciatore del vino italiano nel mondo. Un vino che punta ad un ottimo livello di qualità pur essendo giovane e fresco. Elementi questi che si ritrovano nell'impegno che il Consorzio Vino Chianti sta portando avanti in maniera massiccia al fine di diffondere la cultura e la storia, che sta dentro e fuori il bicchiere. Un concetto di territorio e di una denominazione che vuole tornare a esprimere qualità e al contempo emozioni forti, vere e durature. Il Consorzio si è costituito nel 1927 ad opera di un gruppo di viticoltori delle province toscane di Firenze, Siena, Arezzo e Pistoia, allargando successivamente la sua operatività a tutta la zona di produzione, riconosciuta dal Disciplinare del 1967, poi recepita nella Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Raccoglie oltre 2.500 produttori che interessano più di 10.500 ettari di vigneto per 550.000 ettolitri di Chianti.

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