L'Italo-Americano

italoamericano-digital-5-14-2020

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GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2020 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | Midwest con troppi morti. La gente moriva da sola in unità di isolamento e i parenti più prossimi erano soli, una solitudine che ora fa il rumore più forte. C i r c a 5 0 . 0 0 0 p a r e n t i delle nuove vittime del coro- navirus si sono uniti a un gruppo di Facebook chiama- to "Noi Denunceremo". L ' o b i e t t i v o è r a c c o g l i e r e testimonianze e alzare una voce che deve essere ascolta- ta. Il gruppo è stato fondato da Luca Fusco, un com- mercialista di Bergamo il cui padre è morto a causa di C O V I D - 1 9 . L a s e t t i m a n a scorsa è diventata un'asso- ciazione che chiede giustizia. Le persone condividono le loro esperienze e i casi fami- liari. "L'obiettivo non è quel- lo di prendere di mira gli o p e r a t o r i s a n i t a r i , m a l e persone in posizioni di lea- dership che potrebbero aver sottovalutato il virus", dice Fusco. "Gli operatori sanita- ri sono vittime tanto quanto quelli che sono morti", dice. "Ma poiché il sistema sani- tario in Italia è decentraliz- zato, sono stati i dirigenti delle regioni a stabilire le linee guida per gli ospedali". Il cluster bergamasco è s t a t o i n d i v i d u a t o p e r l a prima volta nell'Ospedale di Alzano Lombardo due giorni dopo lo scoppio dell'epide- m i a a C o d o g n o , a s u d d i Milano. Alzano è un paese della Val Seriana a circa 6 k m d a l l a c i t t à a l t a d i Bergamo. Un'inchiesta ufficiale è già iniziata nell'ospedale di Alzano dove la malattia si è diffusa. La metà di tutti i decessi l e g a t i a l C O V I D - 1 9 i n E u r o p a s o n o a v v e n u t i i n case di cura. Un rapporto d e l l a L o n d o n S c h o o l o f E c o n o m i c s r i l e v a c h e i n I t a l i a , F r a n c i a , I r l a n d a , Spagna e Belgio tra il 42 e il 57% dei decessi si sono veri- ficati in case di cura specia- lizzate. Alcuni lo chiamano "il massacro silenzioso". A Milano, diverse fami- g l i e h a n n o m o s s o a c c u s e contro la Fondazione Don Gnocchi, sostenendo che la casa di cura ha gestito male l ' e p i d e m i a : c i r c a 1 5 0 d e i 600 residenti sono morti dall'inizio dell'epidemia. L'allarme per presunte malefatte è stato lanciato da 15 operatori sanitari che si sono ammalati di COVID-19 a metà marzo, quando la clinica Don Gnocchi ha aperto un reparto dedicato al COVID-19 con letti per casi positivi ma non in peri- colo di morte. Il trasferi- mento è avvenuto in rispo- s t a a u n a r i c h i e s t a d e l l a R e g i o n e L o m b a r d i a c h e chiedeva alle case di cura di ospitare i pazienti COVID- 19 per alleviare la pressione sugli ospedali. Gli operatori sanitari hanno affermato di non indossare mascherine per evitare di spaventare i pazienti. Si sono lamentati c o n l a d i r e z i o n e e h a n n o intentato una causa contro la clinica che li ha licenziati. La clinica Don Gnocchi ha r e s p i n t o l e a c c u s e . M a a t t u a l m e n t e t r e d i r e t t o r i della struttura sono sotto inchiesta, e anche il diretto- re generale è risultato posi- tivo al virus. Un'altra nota struttura di assistenza infermieristica specializzata di Milano, il Pio Albergo Trivulzio, si trova ad affrontare accuse simili in seguito a un'indagi- n e d e l q u o t i d i a n o L a Repubblica che ha rilevato l a m o r t e d i 2 0 0 d e i s u o i residenti. I parenti delle vit- t i m e h a n n o f o r m a t o u n c o m i t a t o p e r r a c c o g l i e r e prove per i pubblici ministe- ri. L'indignazione delle fami- g l i e è c o m p r e n s i b i l e . Vogliono che sia fatta giusti- zia, ma le violazioni della legge devono essere provate prima di dichiarare che è stato commesso un crimine. Queste morti sono state cau- sate da atti di negligenza? La verità è il collante che tiene insieme la civiltà, e la storia sarà il giudice finale di ciò che è accaduto durante e p r i m a d i q u e s t o s t a t o d i emergenza senza precedenti. Ma per ogni cosa c'è una sta- g i o n e . C ' è u n t e m p o p e r tacere e un tempo per parla- re. C'è chi dice che quest'ul- timo è arrivato. Alcuni errori vanno rintracciati. Lo scorso m a r z o e a p r i l e s o n o s t a t i mesi di incredulità: nessuno poteva prevedere uno scena- rio del genere. A partire dal 9 maggio, 156 medici in prima linea sono morti di COVID-19 in Italia. "I morti non fanno r u m o r e , ' n o n s o n o p i ù rumorosi dell'erba che cre- s c e ' , s c r i v e v a i l p o e t a Giuseppe Ungaretti", dice Filippo Anelli, presidente d e l l a F N O M C e O , l ' A s s o c i a z i o n e M e d i c i Italiani. Eppure, i nomi dei n o s t r i c o l l e g h i s e g n a l a t i come "morti" ed elencati sul nostro sito web, fanno un rumore assordante. E così fa l'alto numero di operatori sanitari ancora infetti, che costituiscono il 10 per cento del totale. Non possiamo più p e r m e t t e r e c h e m e d i c i , infermieri e paramedici ven- gano inviati a combattere il virus a mani nude. È una lotta impari che fa male a noi, ai cittadini e all'intero Paese". S t i a m o p e r c o r r e n d o insieme la strada della gua- rigione. La responsabilità individuale deve continuare a s t a r e , n e l m i g l i o r e d e i modi, al centro nella gestio- ne di una situazione in via di miglioramento, se vogliamo tornare ad abitare completa- mente la terra che amiamo e scegliamo per arare nuovi terreni. " S m e t t e t e d i u c c i d e r e i morti, smettete di grida- re, non gridate più se li vole- te ancora ascoltare, se spe- rate di non morire", si legge n e l l a f a m o s a p o e s i a d i Ungaretti tratta dal suo libro Il Dolore. "I morti hanno u n a v o c e f i o c a , n o n fanno più rumore dell'erba che cresce, che può prospe- rare solo dove non passa l'uomo". Le grida che tutti noi lan- c i a m o , l a v i o l e n z a d e l l e parole, e tutto l'odio è man- c a n z a d i r i s p e t t o v e r s o i morti. In un certo senso, è come se profaniamo le loro tombe o soffochiamo il loro sussurro attraverso l'erba che teme il passaggio del- l ' u o m o . P e r c h é l ' u o m o è capace di sbagliare. Ci sarà sempre un ponte chiamato amore che collega la terra dei vivi con la terra d e i m o r t i . L ' a m o r e h a i l potere di superare le divisio- ni, di guarire le ferite e di dare la forza di perseguire la giustizia sociale. Ma accetta- re il dolore come condizione d e l l ' e s i s t e n z a è i l p r i m o passo verso quella giustizia. I n A s p e t t a n d o G o d o t , tutte le voci dei morti fanno rumore "come foglie", dice Estragon. La Terra emana n u o v a v i t a i n p r i m a v e r a . Anche le nostre speranze a b r a n d e l l i i l l u m i n a n o u n nuovo inizio. NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ G I Navigli di Milano al tramonto: così pieni di vita, forse non li rivedremo per un po' (Photo: Dreamstime) Continua da pagina 5

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