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25 GIOVEDÌ 28 MAGGIO 2020 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | precisa e studiata rete di i n t e r v e n t i c h e a n d a v a n o ben oltre le sue apparizioni televisive: punti di ascolto periferici, maestri e appa- recchi televisivi inviati sul posto, eserciziari che inte- gravano le lezioni televisive così che gli alunni potessero o t t i m i z z a r n e g l i s t i m o l i . L'obiettivo era raggiungere ed educare una moltitudine di persone che non avrebbe- r o d i v e r s a m e n t e a v u t o accesso all'istruzione attra- verso la didattica tradizio- n a l e . S i a s s i s t e v a a d u n a r i s p o s t a i s t i t u z i o n a l e a i b i s o g n i e d u c a t i v i d i u n paese ancora profondamen- te segnato dall'ineguaglian- za sociale e dai problemi economici. Se la didattica a distanza del COVID-19 deve, in un meccanismo senza prece- denti, farsi strumento edu- cativo per un'intera società a cui è stata sottratta ogni forma di interazione fisica e deve sostituirsi alla didatti- ca in presenza per tutti gli alunni, la didattica a distan- z a o p e r a t a d a l m a e s t r o M a n z i s i r i v o l g e v a a u n o strato preciso della popola- zione: gli esclusi, coloro che s i r i t r o v a v a n o , p e r u n a r a g i o n e o p e r u n ' a l t r a a i m a r g i n i d e l l a s o c i e t à . Integrando la didattica in presenza che da sola non sarebbe bastata a raggiun- gere tutti, Non è mai troppo t a r d i g e t t a v a d e i p o n t i a coloro che più ne avevano bisogno. Se la didattica a distanza odierna, attraverso l a r i c h i e s t a ( m a n o n l a g a r a n z i a ) d e l l ' u s o d i u n computer o un tablet, del- l'accesso alla rete e della disponibilità di spazi ade- g u a t i d a c u i c o n n e t t e r s i , mette in evidenza il divario d i g i t a l e e s o c i a l e t r a g l i apprendenti, la didattica a d i s t a n z a i n c u i o p e r a v a Alberto Manzi faceva esat- tamente l'opposto, colman- do quel divario, e offrendo l'opportunità ai soggetti più fragili della società di riscat- tarsi attraverso l'alfabetiz- zazione. Cos'abbiamo dunque da imparare oggi da un'espe- rienza di più di cinquant'an- ni fa che era così diversa nei mezzi, negli obiettivi e nei presupposti? Se ci poniamo nella giusta prospettiva di osservazione, gli insegna- menti sono molti e impor- tanti. Dobbiamo però resi- stere alla tentazione di pen- sare al maestro Manzi solo come a un precursore dell'i- s t r u z i o n e a d i s t a n z a . S e guardiamo a lui come all'e- ducatore che ha ispirato con rispetto, pazienza e passio- ne migliaia di italiani ad apprendere gli strumenti della lettura e della scrittu- ra, le sue lezioni televisive c i a p p a r i r a n n o n o n s o l o come un esempio di tecni- che multimediali all'avan- g u a r d i a b e n s ì c o m e u n a guida e un esempio di valori umanistici che, oggi più che mai sono irrinunciabili. I 484 episodi televisivi di Non è mai troppo tardi non si discostano infatti nella loro didattica ispiratrice dai principi fondamentali del M o v i m e n t o d i Cooperazione Educativa a cui Alberto Manzi era molto vicino: il rispetto della per- sona, la solidarietà sociale, il valore del porre domande, lo sviluppo dello spirito cri- tico e del senso di responsa- b i l i t à . T u t t i p r e s u p p o s t i fondamentali per quella che potremmo definire oggi la formazione della cittadi - nanza attiva. S e b b e n e M a n z i a b b i a dimostrato nelle sue lezioni t e l e v i s i v e d i a v e r i n t u i t o una serie di principi propri dell'insegnamento online facendo uso di immagini, video e disegni, segmentan- do le sue lezioni e persona- lizzandole, il valore fonda- mentale del suo lavoro non sta nelle sue abilità tecniche (o certamente non solo) ma nel percorso chiaro e visibi- le che passa attraverso l'em- patia, il rispetto dell'essere umano, e la ricerca di signi- f i c a t i c h e v a d a n o o l t r e i contenuti e le lettere dell'al- fabeto. Torniamo indietro al 14 gennaio del 1966, uno dei giorni di messa in onda della trasmissione che, gra- zie alla presenza amichevo- le e alla gentilezza del mae- stro televisivo, era diventa- to un appuntamento regola- re nella giornata di molti i t a l i a n i . D a l l o s c h e r m o , Manzi saluta i suoi telespet- tatori, chiacchiera con loro del più e del meno e crea la m i g l i o r e c o n d i z i o n e p e r l'apprendimento: la fiducia. Sebbene la trasmissione sia r i v o l t a a u n p u b b l i c o d i analfabeti, moltissimi bam- bini in età prescolare godo- n o d e l l e s u e l e z i o n i e , a detta delle loro migliaia di lettere, imparano a leggere e s c r i v e r e i n s i e m e l u i . "Siamo qui per imparare a conoscere meglio il mondo e n o i s t e s s i . È a q u e s t o , dopotutto che serve leggere e scrivere". Così Manzi ini- zia la sua lezione, chiarendo sin da subito che leggere e scrivere sono solo strumen- ti. Attraverso domande e s f i d e a c o m p r e n d e r e l a realtà, il maestro solletica l'attenzione del pubblico, la sua curiosità, tenendo sem- p r e a t t i v a q u e l l a c h e l u i amerà chiamare tensione cognitiva. Dopo aver trac- ciato sul suo grande blocco bianco (l'equivalente televi- sivo dell'irrinunciabile lava- gna) parole che il pubblico n o n è a n c o r a i n g r a d o d i decifrare [pino, mare, nave, casa], il maestro guardando dritto nelle case degli italia- ni chiede: "Cosa ho scrit- to?". Il tono è quasi di scusa quando ammette di essere consapevole che ancora gli amici a casa non sanno leg- gere le sue parole. "E` pro- prio per questo [dice con t o n o r a s s i c u r a n t e ] c h e s i a m o q u i i n s i e m e . P e r superare questa difficoltà". Con pochi, abili tratti di carboncino nero su foglio bianco, Manzi darà vita a un paesaggio marino evocando immagini ben note al pub- blico a casa: un pino sullo sfondo del mare, una nave in lontananza, e infine una c a s a s u l l a r i v a . " V o i q u i a v e t e p o t u t o l e g g e r l e [ l e parole], perché?". Spiega con semplicità e chiarezza che le immagini altro non sono che simboli, e questa è la ragione per cui a casa gli s p e t t a t o r i h a n n o p o t u t o d a r e l o r o u n s e n s o . A l t r i s e g n i , c o n t i n u a A l b e r t o Manzi, come i grafemi che f o r m a n o l e p a r o l e p i n o , mare, nave, casa sono sim- boli a loro volta, che ci per- mettono di comunicare tra di noi, e di leggere quello che altri hanno scritto. Nel parlare al suo pubblico della corrispondenza tra il signi- f i c a n t e e i l s i g n i f i c a t o , i l m a e s t r o t e l e v i s i v o p o r t a l'insegnamento dell'abece- dario a un più alto livello cognitivo. Dirigendo l'atten- zione degli spettatori sul r u o l o d e l l a l e t t u r a c o m e mezzo per la comprensione della realtà, li rende parteci- pi del progetto educativo di Non è mai troppo tardi, e non suoi semplici destinata- ri. I trenta minuti di lezione di giovedì 14 gennaio 1966 e dei giorni che seguiranno sono pieni di idee, attività, ospiti in studio, ispirazioni attinte al quotidiano così da non far mai dimenticare al suo pubblico che la lettura e la scrittura sono una parte fondamentale della vita, ma che ognuno deve metterci del proprio. Le lezioni televisive di Alberto Manzi erano molto di più del tentativo di alfa- betizzare l'Italia degli anni S e s s a n t a . E r a n o i n c o n t r i costellati di domande, di pause da riempire, di tratti abbozzati da indovinare, di SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI Continua da pagina 23 poesie su cui riflettere, valori da riconoscere e in cui rico- n o s c e r s i . N e l l ' e l e v a r e l e aspettative culturali dei suoi telespettatori, nel proporre un percorso fatto di empatia e valori condivisi, Alberto Manzi affermava che non c'è lettura e scrittura che possa prescindere dalla centralità dell'essere umano; che un'al- fabetizzazione, e quindi una c u l t u r a , s i c o s t r u i s c o n o s o p r a t t u t t o s u l l ' i d e a d i comunità, sviluppando uno sguardo più attento su noi stessi e sugli altri. È questa la lezione di cui a b b i a m o b i s o g n o q u a n d o p e n s i a m o a l l a d i d a t t i c a a distanza che l'emergenza del COVID-19 oggi ci impone. Abbiamo bisogno di prende- re distanza da una didattica che dimentica gli obiettivi concentrandosi sui mezzi. Non è stando seduti davanti a un computer o a un televi- sore che impariamo qualco- sa; non è veicolando conte- nuti attraverso quel compu- ter o quel televisore che inse- gniamo qualcosa. Dobbiamo continuare ad interrogarci sui valori che ci guidano, sul dove ci conducono e su come i processi, mezzi e i modi educativi che adottiamo sono (o non sono) coerenti con i n o s t r i v a l o r i . P r e n d i a m o dunque ad esempio Alberto Manzi ma ascoltiamolo fino in fondo quando ci parla di o n e s t à , p a r t e c i p a z i o n e , responsabilità e rispetto.