L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-11-2020

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LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES 31 GIOVEDÌ 11 GIUGNO 2020 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | Q uello che doveva essere un convegno a l l ' I s t i t u t o I t a l i a n o d i C u l t u r a di Westwood pochi mesi fa, è diventato un incontro online. A causa della recente dura situazione che il mondo sta affrontando contro un virus mortale, la giornali- sta Valentina Martelli ha chiesto ad alcuni pro- fessionisti italiani che stanno combattendo in prima linea il Coronavirus di partecipare a un panel virtuale e di discutere la recente svolta degli eventi nel sud della California. Martelli ha moderato l'in- contro con il medico del- l'UCLA E m a n u e l a B o n f o c o, il terapeuta Alberto Collazzoni, il professore F e d e r i c o R a i a e l'immunologo Alessandro Sette. Una bella rappresentazione dell'Italia, nelle parole di Martelli. Ad aprire l'incontro Silvia Chiave, Console Generale d'Italia: "Nel sud della California c'è una grande voglia di ricomin- ciare, di tornare alla nostra vecchia vita. Ma siamo tutti consapevoli di dover- lo fare in modo socialmen- te responsabile, per non ricadere nella crisi degli ultimi mesi". Alla doman- da sul ruolo del Consolato italiano nell'aiutare i citta- dini in questo difficile momento, ha aggiunto che "la comunità si è riunita intorno al Consolato, che ci ha aiutato a fare meglio il nostro lavoro". Non solo la vita dei cit- tadini è profondamente cambiata all'inizio del 2020, ma anche quella dei medici è stata completa- mente stravolta dai recenti avvenimenti. Il terapeuta Alberto Collazzoni, esperto nel- l'affrontare l'ansia al Renewed Freedom Center di Los Angeles, in un primo momento ha dovuto smettere di vedere i suoi pazienti attraverso incon- tri di persona. "Molti hanno interrotto il loro percorso terapeutico, men- tre altri, soprattutto gli anziani, hanno sorpren- dentemente deciso di pas- sare agli incontri online. Ho anche notato che alcu- ni pazienti hanno deciso di cambiare i loro obiettivi terapeutici, volevano cam- biare le loro abitudini quo- tidiane". Secondo Collazzoni, che pratica a Los Angeles dal 2017, la frustrazione è diventata un problema, soprattutto per chi non poteva essere così produttivo a casa con i bambini, come lo era prima nei suoi uffici. "D'altra parte alcuni pazienti hanno sperimen- tato un miglioramento dei sintomi dopo l'isolamento. Ad esempio, coloro che soffrono di fobia sociale, persone che temevano di essere giudicate, stanno ora evitando forzatamente situazioni che prima dove- vano affrontare. Ma que- sto è un sollievo momen- taneo, e secondo me, ci potrebbe essere un effetto di rimbalzo al ritorno nella società". E il s i n t o m o p i ù comune che è stato speri- mentato dai pazienti? La f e b b r e d a c a b i n a li supera tutti. "La febbre da cabina è una sensazione di estrema irritabilità e irre- quietezza dovuta al fatto di vivere in isolamento o in un ambiente interno confinato per un tempo prolungato. Oltre a que- sto, la maggior parte dei miei pazienti ha avuto disturbi d'ansia, incertezza per la salute propria e dei propri cari, per il lavoro. Infine, ma non meno importante, stiamo assi- stendo a un aumento delle richieste di intervento della polizia per violenza domestica". E per quanto riguarda i bambini, sem- bra che abbiano avuto la risposta migliore. "I bam- bini sono resilienti e si adattano alle nuove situa- zioni". Per F e d e r i c a R a i a, assistente professore e ricercatrice della UCLA Graduate School of Education and Information Studies, le interazioni sono state distorte perché tutto è stato trasferito su piat- taforme, come la teleme- dicina, nuove per quasi tutti: "Questo nuovo mezzo di comunicazione porta dati di ricerca molto interessanti; la cosa fon- damentale è la prima visi- ta attraverso lo schermo, che è ridotta e sembra limitante. Il paziente è tenuto a partecipare atti- vamente, il che aumenta la sua capacità di autogestio- ne; inoltre, c'è una rinno- vata attenzione alla salute pubblica, soprattutto negli Stati Uniti, dove il sistema è molto frammentato". "La scienza viene spesso descritta dai media come un mondo di fatti accertati e oggettivi in cui i puzzle vengono risolti". E aggiun- ge: "In questo caso, la situazione ha dato al pub- blico la possibilità di capi- re che non è così. L'incertezza fa parte del modo in cui la scienza e la medicina sono fatte. Tutti seguono con entusiasmo lo sviluppo e la sperimenta- zione. Personaggi pubblici come il governatore della California G a v i n N e w s o m e e il dottor Anthony Fauci hanno messo in evidenza queste incertezze e hanno anche continuato a lavorare e a comunicare con il pubbli- co, che è stato coinvolto. Questo lo si può vedere negli atti di solidarietà delle persone che hanno trascorso l'isolamento in prima linea nella vita della loro famiglia e della loro comunità. Questo emerge da esperienze di vita con- crete, che aiutano a com- battere situazioni come questa in modo positivo. Il pubblico è maturato. Abbiamo un interlocutore che ci spinge ad andare avanti". Molte cose del Sar- CoV19 sono ancora scono- sciute e i medici lavorava- no più di 12 ore al giorno. Fra loro c'è Emaunela Bonfoco, che è un medico di Medicina di Famiglia praticante a Santa Ana, arrivata negli Stati Uniti dopo aver conseguito il diploma della Scuola Medica di Pavia, ha svolto per due anni la formazione di chirurgo presso l'ospe- dale Karolinska di Stoccolma e ha iniziato un programma di dottorato di ricerca in Neurotossicologia presso l'Istituto Karolisnka. È sicura che a livello generale il paziente sano risponda meglio, che le persone a rischio siano quelle geriatriche e gli asmatici, ma lo scenario che è stato presentato ai medici non è mai stato, né lo è ancora, certo. "Dalla mia esperienza ho visto famiglie con solo due persone gravemente colpite e le altre forse per- sino negative. Statisticamente non sap- piamo come spiegarlo, ma è certo che nelle famiglie spesso il virus non neces- sariamente ha colpito tutti in modo grave. La risposta immunitaria è più forte se si ha un buon sistema immunitario, ma non sap- piamo ancora quanto que- sto sia importante. Ci sono diversi livelli di aggressi- vità di questo virus e per- sone sane che vengono intubate, non sappiamo ancora come spiegare que- ste cose. I bambini hanno l'incidenza più bassa, sono il 10% degli infetti. Ma ci sono forme infiammatorie come il Kawasaki che sono state trovate in sequenze successive che si pensa siano correlate". D'altra parte, gli scien- ziati di tutto il mondo stanno correndo per svi- luppare un vaccino per proteggere dall'infezione da COVID-19, e gli epide- miologi stanno cercando di prevedere come si svilup- perà la pandemia di Coronavirus fino a quando non sarà disponibile un vaccino. "Abbiamo scelto di stu- diare specificamente le persone che hanno avuto un normale decorso di malattia e non hanno richiesto il ricovero ospe- daliero per fornire un soli- do punto di riferimento per come appare una nor- male risposta immunita- ria, dal momento che il virus può fare alcune cose molto insolite in alcune persone", dice Alessandro Sette, pro- fessore presso il Centro per la ricerca sulle malattie infettive e i vaccini di La Jolla. "Se avessimo visto solo risposte immunitarie mar- ginali, saremmo stati preoccupati", dice "ma quello che vediamo è una risposta molto robusta delle cellule T contro la proteina spike, che è l'o- biettivo della maggior parte degli sforzi in corso di COVID-19, così come altre proteine virali. Questi risultati sono davvero una buona notizia per lo svi- luppo del vaccino". Secondo Sette, che ha dedicato più di 35 anni di studio alla comprensione della risposta immunita- ria, alla misurazione del- l'attività immunitaria e allo sviluppo di strategie di intervento contro il cancro, l'autoimmunità, le allergie e le malattie infettive, "le precauzioni che dobbiamo prendere al momento rimangono le stesse: indossare una mascherina, mantenere una distanza sociale, evitare di riunirci. A livello globale, poiché è noto il rischio che un nuovo virus senza immu- nità preesistente si svilup- pi nuovamente in futuro, le società devono stabilire protocolli e procedure come forma di prevenzio- ne". P r o f e s s i o n i s t i i t a l i a n i c h e p o r t a n o avanti la battaglia contro il Coronavirus

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