L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-11-2020

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GIOVEDÌ 11 GIUGNO 2020 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Il Santuario di San Romedio nelle vicinanze di Sanzeno in Val di Non, Trentino, è un noto luogo di pellegrinaggio (Ph C. in pagina Luca Ferrari) Suggestione e spiritualità in Trentino: 131 scalini portano a 5 chiese che formano il Santuario di San Romedio L a chiamata di Dio. L'abbandono di ogni ric- chezza e la scelta dell'ere- mitaggio. Pace mistica e natura. Ad attenuare la solitudine, solo un grande esemplare di orso. La storia-leggenda di Romedio è ancora molto sentita in Val di Non, nella provincia autonoma di Trento. Fedeli ma non solo, si recano ogni anno al Santuario di San Romedio. Amanti della montagna, dell'arte o semplici curiosi visitano il complesso for- mato da cinque chiesette sovrap- poste e una ripida scalinata di 131 scalini che le unisce, oggi custodito dai frati dell'ordine di San Francesco d'Assisi. Abbandonate le placide piste di Passo Predaia (1254 m s.l.m.), proseguo il viaggio nel cuore della Val di Non. Quale che sia la persona interpellata, sono tutti concordi. Non si può dire di essere stati nella vallata trentina senza aver fatto tappa al santua- rio di San Romedio. Non mi fac- cio tanto pregare e punto diritto. Nel percorrere la strada su quattro ruote all'interno della suggestiva pineta di Coredo, noto con curiosità fedeli (o gitanti) che stanno puntando alla medesima direzione, camminan- do però parallelamente su di un sentiero nella roccia. Un percor- so tra i più suggestivi di tutta Europa che non presenta nessuna difficoltà ed è consigliato anche per i bambini. Finalmente eccomi in cima dove in anni recenti è stato crea- to un apposito parcheggio. L'aria è fredda. Fin dai primi passi si percepisce subito un'atmosfera particolare. Pur non avendo fatto alcuno sforzo fisico, provo una certa fatica. Il complesso che si presenta davanti a me è compo- sto da una prima chiesa edificata attorno all'anno 1000, quindi tra la fine del XV secolo e l'inizio del XVI vennero realizzate la Cappella di S. Giorgio, la Chiesa di S. Michele e la Chiesa mag- giore di S. Romedio, tutti in stile gotico-clesiano così come il campanile e l'ultima, la Cappella dell'Addolorata. Un grosso zaino balla sopra le mie spalle ma non sono arrivato fino qui per riposa- re e così inizio la mia lenta salita fino in cima dove sono custodite le spoglie mortali di Romedio di Thaur, vissuto tra il IV e il V secolo d.C. Infine lui. L'orso, l'animale simbolo di questo loco sacro. Se oggi proviene dai Carpazi dopo un lungo e tragico viaggio chiu- so in una piccola gabbia, l'affi- nità del posto con questa tipolo- gia di animale affonda nella leg- genda, quando Romedio stesso, lungo la strada che lo avrebbe portato a incontrare Vigilio, il Vescovo di Trento, incontrò un orso che sbranò il suo cavallo. L'anziano però ebbe il coraggio LUCA FERRARI di avvicinarsi, riuscendo a domarlo e così a proseguire fino alla sua meta sul suo dorso. L'orso divenne poi il suo unico compagno di vita quando Romedio scelse la vita dell'ere- mitaggio. A partire dagli anni '50 e dal primo grosso esemplare, Charlie, ci sono sempre stati altri ospiti nell'area faunistica adiacente al santuario, appositamente creata. Oggi l'attuale occupante dell'area si chiama Bruno. Dopo la sua liberazione, rimase una decina d'anni nel Parco Nazionale D'Abruzzo fino al 2013 quando venne portato qui, libero di scor- razzare in un'area di un ettaro, ovviamente con tutte le cure e attenzioni possibili. Come tantis- simi prima di me, mi piazzo lì intorno al recinto dove è vietatis- simo lanciare qualsiasi cosa da mangiare e da bere, com'è speci- ficato in italiano, inglese e tede- sco. L'animale non è avvezzo a sessioni fotografiche così aspetto invano fino all'ora degli inevita- bili saluti. Provo a immaginar- melo rintanato dentro, al calduc- cio nella sua tana, simile al sim- patico e disneyano Koda. Un'ultima occhiata al più interes- sante esempio di arte cristiana medioevale in trentino. Uno sguardo alla volta celeste e torno a casa. Alla prossima, Bruno. Il santuario è costruito su una rupe calcarea alta oltre 70 metri

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