L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-25-2020

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GIOVEDÌ 25 GIUGNO 2020 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | 15 LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA C ari lettori, "Un uomo non deve essere un angelo per essere un santo", ha detto Albert Schweitzer. Lo stesso vale per p. Angelo D'Agostino, fondatore di Nyubani ("casa" in swahili) e soggetto di un nuovo libro, DAG Savior of AIDS Orphans, una biografia di Jo- seph Novello (disponibile su Amazon o nella vostra libreria locale), che alcuni sperano di vedere canonizzato. Se avete ricordi, racconti e anche ma- teriale relativo a Padre D'Ago- stino o volete dare testimo- nianza del suo lavoro e del suo carattere, potete inviarli a www.nyumbani.org/testimo- nials. I l d o t t o r A n t h o n y Fauci, l'attuale direttore del National Institute of Allergy and Infectious Disease e pre- senza autorevole durante i b r i e f i n g q u o t i d i a n i d e l l a s t a m p a s u l l a p a n d e m i a COVID-19, è una delle perso- ne il cui matrimonio è stato officiato dal fondatore di N y u m b a n i , p a d r e A n g e l o D'Agostino. Il dottor Fauci era un amico personale di padre D'Agostino e un colle- ga coinvolto fin dall'inizio n e l l a l o t t a c o n t r o l'HIV/AIDS. Vi assicuro che il libro non è noioso. *** H o c o n o s c i u t o p a d r e Angelo D'Agostino (DAG), medico sacerdote gesuita, al termine della formazione chirurgica in urologia. Fu arruolato nell'aviazione mili- tare statunitense e vi trascor- se due anni come urologo. Al congedo nel 1955, decise di cambiare la specializzazione medica e intraprese la forma- zione psichiatrica presso il Dipartimento di Psichiatria d e l l ' U n i v e r s i t à d i Georgetown. N e l 1 9 7 1 , i l d o t t o r D'Agostino fu assunto come s o c i o d e l l ' A m e r i c a n Psychiatric Association. N e l 1 9 7 9 , e r o a W a s h i n g t o n , D C , c o n u n gruppo di italo-americani d e l l a S a n F r a n c i s c o B a y A r e a , e p a r t e c i p a v o a l l a p r i m a C o n f e r e n z a Internazionale della NIAF, allora appena fondata nel 1977, quando ci fermammo per un pranzo tardivo. Padre Angelo D'Agostino ammirava il mio elegante "America, l'abbiamo scoperta, l'abbia- m o c h i a m a t a , l ' a b b i a m o costruita" su cui avevo appo- sto il mio "Le persone più g e n t i l i h a n n o u n a r a d i c e nello stivale". DAG prese il portafoglio e tirò fuori una lista di titoli di citazioni ita- liane che aveva ritagliato dall'"Eco" italoamericano, pubblicato nella sua città natale di Providence, nel Rhode Island. E così iniziò la nostra amicizia... *** DAG ed io rimanemmo in contatto, e presto ricevetti lettere e cartoline affrancate da luoghi di cui non avevo mai sentito parlare. Sembra che il Provinciale P. Arrupe, all'epoca Superiore Generale della Compagnia di Gesù, stesse cercando dei volontari per lavorare in Thailandia con i rifugiati indocinesi. DAG sospese l'attività e gli obblighi di insegnamento a Washington DC, per un anno e p a r t ì p e r l a T h a i l a n d i a come direttore di una strut- tura medica in un campo profughi. Quando stava per tornare negli Stati Uniti, p. Arrupe ebbe l'occasione di passare da Bangkok. Disse che in Kenya, vicino a Nairobi, un grande orfano- trofio accoglieva bambini abbandonati che erano siero- positivi e non erano i benve- nuti perché sarebbero "morti c o m u n q u e " e a v r e b b e r o potuto infettare gli altri. T o r n a t o a W a s h i n g t o n DC, padre D'Agostino potè riprendere la sua pratica psi- chiatrica, curando soprattut- to i familiari del corpo diplo- matico di Washington. Nel 1987, tornato in Africa orien- tale, gli fu affidato il lavoro di Superiore di una casa di riti- ro che necessitava di un'e- spansione. Tuttavia, come medico, voleva aiutare i bam- bini sieropositivi. A f f i t t ò u n a c a s a n e l Westland e nel settembre 1 9 9 2 a p r ì u n a c a s a ("Nyumbani" in swahili) per t r e b a m b i n i s i e r o p o s i t i v i abbandonati. Nel 1993 si tra- sferì in uno spazio più gran- de, poiché i bambini sieropo- sitivi abbandonati erano sali- ti a 24 e nel 1995 fu necessa- rio un altro trasferimento, poiché il numero di bambini era salito a 39. Nel 1997, 79 bambini si trasferironp in un'area e in edifici di nuova acquisizione. Nel 2002, decennale di Nyumbani, stabilitosi nei bassifondi di Nairobi, ci furo- no ampliamenti delle struttu- r e d i N y u m b a n i a K a r e n . Furono completati una cuci- na, un laboratorio e un viale d'accesso. Vennero installati s i s t e m i d i p a n n e l l i s o l a r i donati e fontane. La stampa locale scrisse: "In Kenya è avvenuto un miracolo". Gran parte del "miracolo" era relativo alla battaglia di p. D'Agostino con le case farma- ceutiche nel 2001. Nel Regno U n i t o , i l g i o r n a l e I n d e p e n d e n t s c r i v e v a : "L'orfanotrofio keniota per l'AIDS dichiara guer- ra ai giganti delle compa- g n i e f a r m a c e u t i c h e " . N y u m b a n i s f i d ò l e l e g g i internazionali sui brevetti e importò nuovi farmaci contro l'AIDS dall'India. Il farmaco era lo stesso, la differenza stava nel prezzo. Il farmaco occidentale costava 3K dolla- ri all'anno, mentre il generico del Cipla di Bombay solo 350 dollari. Nel 2002 DAG scrisse: "A Nyumbani, nessuno è morto da quando i farmaci sono arrivati lo scorso agosto, ma se le compagnie farmaceuti- che riusciranno a tenere i generici fuori dall'Africa, il piccolo e ordinato cimitero di Nyumbani presto si riempirà di nuovo". Fu una resa dei conti. Il mondo stava guardando. La posta in gioco non poteva essere più alta, non solo per l'orfanotrofio dei 94 bambini sieropositivi, ma per tutto il Kenya, tutta l'Africa, tutto il Terzo Mondo. E, al centro di questo dramma di vita e di morte, c'era DAG, un eroe p e r i m o l t i c h e p o t e v a n o beneficiarne, ma una minac- cia per i pochi che ne traeva- no profitto. I fan di DAG di tutto il mondo arrivarono in Kenya quando p. Angelo D'Agostino m o r ì . N a t o a P r o v i d e n c e , R h o d e I s l a n d n e l 1 9 2 6 e morto in Kenya nel 2006, è ora sepolto nel suo Paese d'a- dozione.

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