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NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 25 GIUGNO 2020 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | L e statue sono un m o d e l l o , u n a forma di esalta- zione, un memen- to memoriae, un monumento, un retaggio del passato, anche un simbolo da contestare e abbattere. Tutto dipende dal momento storico che si vive, da quale storia ci portiamo sulle spalle, e dal valore che si attribuisce a un oggetto. Il punto è la conte- stualizzazione, cioè come ci poniamo di fronte a qualcosa avvenuto nel passato. Ogni epoca ha i suoi eroi, i suoi valori e i suoi canoni di bellezza. Non sono assoluti né definitivi ma esprimono, danno voce al sentimento di un preciso momento storico. Ogni epoca ha anche i suoi disastri, le sue guerre, le vitti- me rimaste a terra, il sangue innocente. Un "cuore di tene- bra" che spesso ci si porta dietro senza sufficiente ela- borazione, che finisce per fil- trare il presente. Q u a n d o q u e l m o m e n t o storico è lontano da noi, pos- siamo riappropriarcene, con- dividendone i valori piuttosto che i parametri artistici o rifiutarli, attribuendo anche significati che in realtà non appartengono a quei retaggi, che non erano espressi nel marmo o nel bronzo perché successivi. Quando invece il momento storico è molto vicino, quando siamo dentro gli eventi, manca la distanza critica necessaria, fondamen- tale per capire. In queste settimane, por- tando avanti un cammino di revisionismo, rimozione e contestazione, molte statue di personaggi storici sono sotto attacco, da un lato e dall'altro dell'oceano. Ci si schiera pro o contro il perso- naggio ritratto, si abbattono statue come al termine di una d i t t a t u r a . E c i s t a , f i n o a quando non si travalica l'im- p o r t a n z a d i r i c o r d a r e . Cancellare non redime, non fa in modo che qualcosa non s i a a c c a d u t o n e l p a s s a t o . Molto spesso riuscire a fare i conti con la storia è decisa- mente più importante. Q u a n d o a b b i a m o v i s t o demolire con furia iconocla- sta i Buddha di Bamiyan, le due enormi statue scolpite da un gruppo religioso nelle pareti di roccia della valle di Bamiyan, in Afghanistan, a circa 230 chilometri dalla capitale Kabul, la reazione è stata la condanna più o meno generalizzata di un atto che devastava opere d'arte risa- lenti a 1500-1800 anni fa. L'umanità aveva perso per sempre un pezzo della sua storia, dalla sua arte, del suo patrimonio. Tanto che nel 2003 l'intera zona archeolo- gica circostante venne inseri- ta nella lista dei Patrimoni m o n d i a l i d e l l ' u m a n i t à e l'Unesco si impegnò, insieme ad alcune nazioni, per la rico- struzione delle due statue distrutte nel 2001. Le ragioni della demolizione erano poli- tiche, legate a una contingen- za storica che ben poco aveva a che fare con il valore di quelle raffigurazioni. S e s i v a a i n v a c a n z a a Berlino, si cerca istintiva- mente un pezzo del suo tragi- co passato: certo abbattere il M u r o a v e v a n e l 1 9 8 9 u n significato essenziale non solo per la storia e il futuro d e l l ' E u r o p a , l a f i n e d e l l a guerra fredda tra due blocchi opposti, la democrazia e tutto quello che è successo fino ad oggi. Ma non poterlo vedere oggi, toccare, non capire l'im- patto che poteva avere sulla vita quotidiana della città e dei suoi cittadini è una assen- za, un tassello mancante. Parliamo di identità, di conti con il nostro passato, non certo di un selfie che ora non p o s s i a m o f a r c i d a v a n t i a pezzo di cemento, magari sorridendo irriverenti del dolore assorbito sotto i mura- les. Il punto è che limitarsi a b u t t a r e g i ù s e r v e a p o c o . Cade un tiranno e si butta giù la statua che lo osannava. Emotivamente è comprensi- bile. L'atto simbolico ci sta soprattutto se avviene conte- stualmente. Ma non a secoli di distanza, quando si sono sovrapposti secoli di elabora- zioni semiotiche. Non ci si può limitare alla furia icono- clasta. Se non si elabora, se non si capisce la complessità, avremo semplicemente perso un'occasione importante. A conferma ci sono i campi di concentramento. C'è chi ancora nega lo sterminio pur avendo davanti elenchi lun- ghissimi di vite spezzate. La storia lascia dei simboli, dei personaggi, che non per forza dobbiamo accettare. Ma la rimozione, l'abbattimento, il vandalismo o la distruzione non servono a nulla se tutto finisce lì. Altrimenti si vive la storia schiacciata su un eter- no presente. E ' c o m e l a s t a t u a d i Cristoforo Colombo. Siamo sicuri che racchiuda tutto il male di cui è accusata? O negli anni è stato aggiunto qualcosa che non aveva in origine? Ogni epoca fa errori e ogni identità culturale e sociale ha lati positivi e lati negativi, come ciascuno di noi. Ma limitarsi ad eliminare un monumento è ripetere lo stesso errore di chi ha pensa- to fosse giusto sfregiare la Pietà di Michelangelo. Se non abbiamo una memoria con cui confrontarci, buona e costruttiva che sia o sporca e vigliacca come spesso è stata, non saremo capaci di evolve- r e . S a r à c o m e n o n a v e r imparato la lezione del pas- sato. Q u a n d o i n u n a p i a z z a mancherà un personaggio a cavallo non per questo avre- mo riscritto la storia, non si cancellerà quello che è stato. Sappiamo davvero fare i conti con la nostra storia, il passato e i suoi simboli? C o n o s e n z a l a s t a t u a d i Giovanna d'Arco a Parigi non si eliminerà la caccia alle streghe di ieri e di oggi. Con o s e n z a i l F o r o I t a l i c o a Roma, non si cancelleranno le tragedie subite durante il ventennio. Bisogna lavorare sull'edu- cazione, la cultura, l'intercul- tura, i diritti umani, civili e sociali. Avrà probabilmente più senso contrapporre un nuovo monumento ad uno contestato, elaborare nuovi simboli accanto a quelli oggi ostracizzati ma anche in que- sto caso dovremo stare atten- ti a non politicizzare, a non strumentalizzare, a non pie- g a r e a l l ' e m o z i o n e d i u n momento, giusta o sbagliata che sia, la storia e l'identità (complessa) di interi popoli. Meranotours@att.net Direct: 818-907-8408